UE, entro l’anno il PNR
Il PNR (Passenger name record), scheda individuale che raccoglie tutte le informazioni di viaggio di ogni passeggero, entrerà in vigore entro il 2015. La Commissione europea adotterà, nei prossimi mesi, un “Programma Europeo per la Sicurezza 2015-2020”, che a riorientare la sicurezza interna dell’Ue di fronte a possibili attacchi terroristici.
Al Parlamento europeo è in discussione un progetto di legge che obblighi le compagnie aeree a redigere un registro (una banca dati centralizzata) in cui saranno annotati le informazione sui passeggeri: dati anagrafici, esigenze sanitarie, metodi di pagamento, che forniranno ai governi dei Paesi. Dati che, opportunamente, incrociati ed analizzati sarebbero utili per la prevenzione oltre che per, eventuali, indagini sia per la criminalità ordinaria che per il terrorismo. Il comitato incaricato di curare le fasi della proposta di legge è la “Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni” dell’UE.
La direttiva in discussione comporta la raccolta sistematica, l’uso e la conservazione, per un determinato periodo di tempo, dei dati PNR sui passeggeri dei voli internazionali e si vorrebbe estendere questo controllo anche ai voli nei Paesi Ue. L’impatto che avrebbe sui diritti di Privacy e di protezione dei dati sensibili è innegabile. Ma è una misura che appare quanto mai urgente e indispensabile, soprattutto dopo i fatti di Parigi e “Charlie Hebdo”. La Commissione europea, il Consiglio dei ministri degli Esteri Ue e il Parlamento Ue stanno cercando di contemperare la Sicurezza e le esigenze di salvaguardia dei diritti di Privacy di ciascuno. E’ innegabile che occorrano misure concrete per difendersi da possibili attacchi terroristici e lo scambio di intelligence dentro e fuori l’Unione appare uno dei metodi più efficaci; per questo, in più direzioni si sta spingendo affinché questo diventi realtà il prima possibile.
Federica Mogherini ha proposto l’istituzione di un “addetto alla Sicurezza” in tutte le delegazioni Ue e nei “Paesi sensibili”, spiegando che serve, infatti, un professionista in grado di collaborare e comunicare con i componenti dell’intelligence locale, nei Paesi in cui si trovano le delegazioni. Questo è quanto già avviene negli Stati Uniti dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre e presto sarà una cosa normale anche nei Paesi Ue. Per il Ministro degli Esteri Gentiloni il terrorismo potrà essere sconfitto, non limitando la libertà di circolazione, ma con controlli più efficienti sulle frontiere esterne. Su questa posizione converge anche il ministro Alfano, che sulla questione Schengen ha espresso un parere negativo: “Schengen è una grande conquista di libertà che non può essere regalata ai terroristi. Rafforzeremo il sistema d’informazione di Schengen, ma non possiamo arretrare su queste conquiste di libertà”. L’ “ispirazione politica comune”, per Gentiloni, emersa da Consiglio dei Ministri degli Esteri UE sull’emergenza terrorismo è che bisogna combattere una minaccia la cui pericolosità aumenta sempre di più senza rinunciare ai principi e alle libertà fondamentali del “modello europeo”. Per il nostro Ministro degli Esteri “non si esclude che si decidano misure restrittive particolari, ma, in generale, non si metteranno in discussione i principi e le libertà”.
L’accordo che sembrerebbero aver trovato le istituzioni europee si basa sul compromesso circa il tempo di conservazione dei dati sensibili raccolti: nella sua stesura originaria la direttiva parlava di cinque anni ma ora ci si sarebbe attestati su tre. E sarà il terrorismo l’argomento al centro del prossimo vertice dei Capi di Stato e di Governo in programma per il 12 febbraio a Bruxelles.