Restarting The Future, l’Europa unita contro la corruzione
È di questi giorni la notizia di un gigantesco sistema di frodi finanziarie che ha coinvolto il colosso bancario HSBC in Svizzera. Le rivelazioni dell’ingegnere informatico Hervé Falciani hanno messo in luce la lista di fondi neri in cui migliaia di clienti internazionali custodivano ingenti somme di denaro per evadere il fisco.
Si tratta forse del più grande atto d’accusa degli ultimi anni in termini di lotta alla corruzione, che dissotterra con violenza il tema delle insufficienti misure internazionali contro i danni prodotti da organizzazioni criminali ai vertici e gruppi mafiosi. Anche l’Unione europea, nel suo tentativo di attivare politiche contro i danni della corruzione, sembra non aver ancora il controllo su tale piaga sociale, dando all’opinione pubblica un’idea di debolezza strategica.
Per sopperire a queste mancanze, nel 2014 è nato il progetto Restarting The Future, una campagna europea di iniziativa civile che promuove la trasparenza e la lotta a corruzione e crimine organizzato nell’Unione europea. In pochi mesi, l’iniziativa è stata già supportata da più di centocinquantamila cittadini, e sottoscritta da ben 67 membri del Parlamento europeo. A dicembre, il Parlamento ha inoltre approvato la creazione di un intergruppo ufficiale contro le mafie e l’illegalità, che offrirebbe l’opportunità al movimento di collaborare con le istituzioni pubbliche e il settore privato: l’aspetto più interessante consiste nel voler coinvolgere direttamente i firmatari nel contribuire alla intercettazione di azioni sospette.
Tuttavia, per raggiungere una tale efficienza, è di cruciale importanza far riconoscere alle istituzioni europee e nazionali la tutela dei whistleblowers, cioè quei soggetti che decidono di denunciare gli episodi di corruzione a cui assistono. Questo è uno degli obiettivi principali di Restarting The Future, insieme ad altri tra i quali un decreto UE sulla gestione dei beni confiscati, la creazione del procuratore europeo, un quadro comune contro il riciclaggio e l’istituzione del 21 marzo come giornata europea in memoria delle vittime di mafia.
Tale iniziativa a carattere comunitario è direttamente correlata all’iniziativa gemella Riparte il Futuro, avviata in Italia nel 2012 dal Gruppo Abele e da Libera, fondate da Don Luigi Ciotti. «Corruzione e mafia sono due facce della stessa medaglia», afferma, riferendosi alla necessità di sviluppare una solida cultura anti-corruzione in Europa. Il primo passo concreto è stato dunque quello di realizzare un network di organizzazioni non governative riunite contro il cancro della disonestà, che si sta ampliando in maniera esponenziale con l’adesione di importanti realtà europee come Fundación Baltasar Garzón, Mafia? Nein, Danke!, Atlatszo, Coordination EAU Île-de-France e Anti Cor.
In base ai risultati dell’indagine EU Anti-Corruption Report 2014, i costi della corruzione a carico dell’economia europea sono pari a circa 120 miliardi di euro ogni anno, circa l’1% del prodotto interno lordo dell’Unione europea. L’operato del movimento contro le mafie sembra stia prendendo piede con successo, ma con la consapevolezza che i suoi intenti si potranno concretizzare solo con la costituzione di un organo apposito nel Parlamento europeo.