La Storia sono loro
L’incontro a trois di qualche giorno fa, quello con Putin, Angela e il francesino, mi ha fatto subito pensare a un pallido remake. Certo il contesto è più moderno, in questa occasione la Germania è attore non imputato, ma alla fine la storia si ripete. Sono sempre i soliti quattro che governano la nostra vita.
Era il 4 febbraio del 1945, si apriva la Conferenza di Yalta in Crimea. I capi di Stato di Usa, Gran Bretagna e Unione Sovietica, Franklin Delano Roosevelt, Winston Churchill e Iosif Stalin pianificavano quella che sarebbe stata la ripartizione delle sfere d’influenza in Europa una volta concluso il conflitto.
A volte penso che sia difficilissimo avere un risultato buono per tutti; qualcuno avrà da ridire, qualcuno pagherà troppo, altri non pagheranno nulla. Penso al risultato più vistoso del vertice di Yalta che di fatto si concluse con una dura ipoteca posta da Mosca sull’Est. Di fatto, nonostante il presidente americano Roosevelt contestasse la logica della sfere di influenza, regalò ai sovietici una bella fetta di est, poi sottolineata e rafforzata dai loro i carri armati con la stella rossa che in breve dilagarono ovunque in quelle aree. Tragico paradosso della Storia: la guerra che era scoppiata nel 1939 per difendere l’indipendenza della Polonia si concluse con la consegna dello sfortunato Paese a Mosca.
Dovranno passare molti anni, morire molti uomini donne e bambini, rimanere nella paura e nell’indigenza popolazioni intere; poi come una malattia sarebbe scoppiata la normalizzazione, il ricongiungimento avrebbe avuto luogo. Nel 1989 cadde quel muro atroce e si riaccesero le speranze. Qualcuno a Yalta scrisse “La libertà ha bruciato i fantasmi del passato”. Non è esatto aggiungo io. Sicuramente la frase fu dettata da un impeto romantico, dall’idea che fosse il lieto fine di un brutto film. Non è stato così, i fantasmi non hanno mai smesso di esistere.
Ora, febbraio 2015, esattamente 70 anni dopo si muove di nuovo la scacchiera. L’oggetto dell’incontro stavolta è l’Ucraina. La vecchia suddivisione del mondo è stata spazzata via come i carri armati di un Risiko giocato male. Ma la pace non riesce da nessuna parte a rimanere a lungo.
La situazione è grave; da una parte i giustizieri del mondo occidentale che fremono. Devono pur movimentare un esercito potentissimo, milioni di armi sofisticate. Dall’altra l’Europa che conta, quindi di Italia nemmeno l’ombra, preoccupata della vicinanza e dalla posizione strategica di quei posti si è messa intorno a un tavolo con il nuovo Zar di Russia. Le autorità ucraine insistono nell’affermare che non accetteranno alcuna forma di accordo che metta in dubbio l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina.
Bene, vorrei aggiungere che prima di pensare ai loro interessi, a difendere a ogni costo le proprie convinzioni che poi la Storia giudicherà, sarebbe il caso di pensare a cosa succedeva quella sera nei cieli ucraini, pensare ai passeggeri dell’aereo malese che tornavano a casa o andavano in vacanza; alle persone di quel volo che avevano nomi, storie, amori, odi e a cosa è stato della loro vita. Ecco. Forse avrebbe potuto esserci un loro caro. Una persona amata.
Questo dovrebbe essere lo stato d’animo di queste persone che si mettono intorno al tavolo e decidono delle nostre vite; pensare alla gente comune come persone care; decidere per il meglio, per il bene comune, usare il buon senso. Ma è solo un’utopia, il mondo pare sia senza speranze.