La vita di Adele – Capitoli 1 & 2 (Film, 2013)
Abdellatif Kechiche, detto Abdel (Tunisi, 1960), è un regista tunisino naturalizzato francese ed è la dimostrazione vivente che la cultura araba rappresenta una ricchezza per la Francia. La vita di Adele – Capitoli 1 & 2 (La Vie d’Adèle – Chapitres 1 & 2), noto anche come Blue Is the Warmest Colour (Il blu è il colore più caldo) è il film che ne decreta il successo internazionale, perché si aggiudica la Palma d’Oro al Festival di Cannes. La pellicola è liberamente ispirata alla poetica graphic novel Il blu è un colore caldo di Julie Maroh (edita in Italia da Rizzoli), che racconta una toccante storia di un amore omosessuale al femminile con un finale degno di un lacrima-movie ma senza gli eccessi erotici della versione cinematografica. L’autrice del romanzo a fumetti si è dissociata dal film e non ha partecipato alla sceneggiatura, colpevole di aver tradito il suo messaggio d’amore in favore di un’interpretazione voyeuristica e ai limiti del pornografico.
Adèle vive a Lille, frequenta il liceo classico, ama leggere e sogna di fare l’insegnante. L’incontro con una strana ragazza dai capelli blu che vede abbracciata a una donna modifica la sua vita e la conduce verso abissi di passione mai provati, al punto di lasciare il suo ragazzo e di gettarsi alla scoperta di un amore omosessuale. Il regista racconta con rapide pennellate la passione tra Adèle ed Emma, dai primi baci fino a un intenso rapporto erotico, ma anche con la condivisione di amicizie e momenti di vita. Emma è una pittrice che frequenta un circolo di amici colti con i quali Adèle si sente un po’ a disagio, ma posa per lei nei momenti liberi dal nuovo lavoro in una scuola materna. La storia si dipana descrivendo la crisi del rapporto, con Emma che comincia a vedere Lisa – un’amica omosessuale incinta – e Adèle che cede alla avances di un collega maschio. Una lite furibonda prelude a un mesto addio, con Adèle in lacrime che non vorrebbe perdere il suo amore ed Emma decisa a farla finita per sempre. Il film termina con le due ragazze che si ritrovano al tavolo di un bar, parlano di un amore finito e del tempo perduto, accettano il fatto compiuto e si lasciano da buone amiche, nonostante un velo di tristezza.
Il titolo del film fa presagire un sequel composto dai capitoli 3 e 4, anche perché il finale della storia è completamente diverso dal romanzo a fumetti, fino a quel punto tradito nella parte erotica ma non nel senso intrinseco del racconto. Abdellatif Kechiche segue la lezione di Lars Von Trier (Nymphomaniac) e narra con realismo poetico (una caratteristica del cinema francese) il rapporto omosessuale tra un’adolescente e una ragazza più adulta, la passione sfrenata che lega due persone fino a trasfigurarle in un solo corpo. Il senso delle intense sequenze erotiche – ai limiti del porno – sta proprio nella volontà di far capire fino a che punto le due ragazze diventano una cosa sola, una comunione totale di corpo e pensiero. La vita di Adèle è minimalismo allo stato puro, cinema realista raccontato con la macchina a mano e intensi primi piani, soggettive nervose, fotografia sporca, montaggio sincopato. Il regista opta per un fastidioso suono in presa diretta che spesso impedisce di seguire i dialoghi, ma è un effetto realistico voluto, forse è più importante non sentire le parole che apprezzare il dialogo fino in fondo. La macchina da presa segue i protagonisti, li pedina neorealisticamente nel quotidiano, indagando rapporti e relazioni, frasi innocue, gusti alimentari e vita familiare. Bravissime le due giovani protagoniste, mai in imbarazzo neppure nelle oltremodo realistiche sequenze erotiche.
Meritata la Palma d’Oro a Cannes, così come sono meritati i complimenti per l’attrice rivelazione, la ventenne Adèle Exarchopoulos, che sprizza un fascino da lolita. Da vedere su Sky Cinema Cult prima possibile, visto che ormai alcuni canali satellitari di qualità hanno preso il posto delle sale nella diffusione del vero cinema.
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Regia: Abdellatif Kechiche. Soggetto: Julie Maroh (liberamente tratto dal romanzo a fumetti Il blu è un colore caldo). Sceneggiatura: Abdellatif Kechiche, Ghalia Lacroix. Fotografia: Sofia El Fani. Montaggio: Camille Toubkis, Albertine Lastera, Jean-Marie Lengelle, Ghalya Lacroix, Sophie Brunet. Produttori: Olivier Thery Lapiney, Laurence Clerc. Produttori Esecutivi: Abdellatif Kechiche, Vincent Maraval, Brahim Chioua. Case di Produzione: Vertigo Films, Wild Bunch, Quat’sous Films, Alcatraz Films, Scope Pictures, France 2 Cinéma, RTBF. Paese di Produzione: Francia/ Belgio/ Spagna. Durata: 180’. Genere: Dramma erotico. Distribuzione (Italia): Lucky Red Distribuzione. Interpreti: Adèle Exarchopoulos (Adèle), Léa Seydoux (Emma), Salim Kechiouche (Samir), Aurélien Recoing (padre di Adèle), Catherine Salée (madre di Adèle), Benjamin Siksou (Antoine), Mona Walravens (Lise), Jeremie Laheurte (Thomas), Alma Jodorowsky (Béatrice), Sandor Funtek (Valentin). Premi: Palma d’Oro al Festival di Cannes (2013), al regista e alle due protagoniste. Premio Lumière (2014), miglior film, regista, attrice rivelazione Adèle Exarchopoulos, miglior attrice Léa Seydoux. Molte nomination in premi importanti.
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]