Dai Macchiaioli ai Futuristi, dal Risorgimento alla Grande Guerra
Ravenna – In occasione del centenario della Prima Guerra mondiale, il Comune con l’Assessorato alla Cultura e il Museo d’Arte della città di Ravenna (MAR) hanno organizzato una mostra che ripercorre le evoluzioni sociali e paesaggistiche dell’Italia.
Il Bel Paese. Dal Risorgimento alla Grande Guerra, dai Macchiaioli ai Futuristi, questo il nome della mostra inaugurata domenica scorsa al MAR, con il contributo della Camera di Commercio e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, che sotto la guida del curatore Claudio Spadoni ospiterà i più grandi pittori italiani e non del Risorgimento, come Induno, Lega, Fattori e Thomas; percorrendo la linea del tempo fino agli anni in cui si affacciavano le prime industrie nel panorama italiano celebrato dal Manifesto Futurista di Marinetti con Balla e Boccioni.
Il delicato equilibrio geopolitico che si stava creando negli anni dell’unità d’Italia non passò certo inosservato agli occhi attenti dei pittori, che con le loro pennellate seppero riprodurre ed immortalare, il passaggio dei garibaldini, cerimonie pubbliche, e scene di vita quotidiana, come moderni fotoreporter. Opere che oggi rendono possibile conoscere stili di vita e costumi delle diverse epoche, che altrimenti avremmo potuto solo immaginare attraverso le testimonianze scritte.
L’esposizione, che si concluderà il 14 Giugno, comprende una ricca sezione fotografica, dagli esordi fino alla sua affermazione, che si propone come ponte tra l’interpretazione della realtà offerta dagli artisti e la comprensione del quadro storico. La sezione conclusiva rappresenta una sintesi dell’intero percorso che, grazie ad opere realizzate tra il primo e il secondo decennio del Novecento, documenta le lacerazioni interne innescate dal clima europeo e poi esplose con il conflitto del 1915-1918.
Un processo lungo e lento, quello intrapreso con il Rinascimento che, soppiantato lo stile Gotico, finì con il legarsi ancora di più ai canoni del classicismo che artisti e letterati tentavano di superare, come descritto da Giacomo Leopardi nel Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’italiani (1824). Il radicale sconvolgimento culturale e del paesaggio italiano fu raggiunto solo con le avanguardie; romantici e rasserenanti paesaggi rurali tipici dell’arte classica vennero soppiantati da nuove forme geometriche e velocissime automobili, così veloci da scomparire nella corsa verso il futuro.
La mostra è corredata dal Catalogo pubblicato da Sagep Editori che, grazie ai commenti di illustri saggisti e storici italiani, offre una lettura più semplice e fruibile per comprendere quei delicati passaggi che influenzarono la società verso quel boom economico che si sarebbe compiuto in seguito dopo la Seconda Guerra mondiale.