Una scommessa da vincere
Una volta la politica italiana era incomprensibile all’estero, poiché gli altri Paesi erano abituati a metodi chiari, coerenti, certamente lontani dal nostro bizantinismo. Oggi non solo i cittadini italiani, ma anche noi addetti ai lavori, non riusciamo più a comprendere dove andremo a finire.
Un dato è certo: viviamo un periodo di restrizione di quelle regole democratiche alle quali eravamo abituati. Siamo, infatti, tutti prigionieri di un imbarazzante leaderismo che nasce e si sviluppa soprattutto per la presenza ossessiva di chi dovrebbe guidarci sugli schermi televisivi, alla radio, sui social network, anziché per le idee e le proposte avanzate dai singoli personaggi.
Dov’è più la partecipazione alla vita pubblica? Dove sono più i partiti con le loro sedi, le loro interne discussioni, le loro assemblee dei soci? Ogni formazione, anche se di governo, può uscire ogni volta dai propri confini per acquistare consensi parlamentari su singole questioni in barba alla regola della distinzione tra maggioranza e opposizione?
Si può essere popolari del Ppe e immaginare, come qualcuno fa, alleanze con chi milita in gruppi parlamentari europei violentemente critici nei confronti dell’Ue? La stessa domanda va posta ai socialisti del Pse. E’ logico definirsi di sinistra portando avanti programmi di destra o viceversa?
In un quadro desolante come questo, è chiaro che alla partecipazione si sia sostituito l’astensionismo. Noi Popolari per l’Italia vogliamo combattere coraggiosamente e coerentemente questo stato di cose. Abbiamo però bisogno di un effettivo sostegno di tutti coloro che chiedono un modo di fare diverso da quello attuale.
Non è questo un desiderio di potere, ma un dovere a salvaguardia delle istituzioni e delle regole democratiche per uscire dalla crisi in cui viviamo da protagonisti e non da sudditi passivi. E’ una scommessa con noi stessi per evitare, un giorno, di dire, potevamo fare qualcosa e non lo abbiamo fatto.
[NdR – L’autore dell’articolo è Vicepresidente nazionale dei Popolari per l’Italia e Membro del Bureau PPE a Bruxelles]