Cara Giorgia Meloni
Cara Giorgia Meloni, Lei non riesce a essermi antipatica, neppure quando si sforza di esserlo. Perché non può essere antipatica una giovane che nutre ideali non meschini. Però le nostre idee sull’Europa sono agli antipodi. Appartengo alla generazione che ha visto guerra e dopoguerra, fine degli imperi coloniali, minaccia sovietica e terrore dell’annientamento nucleare e considera l’unione del Continente l’unica strada per sopravvivere e dare un avvenire ai nostri figli e nipoti. Lei è, per sua fortuna, troppo giovane per ricordare a cosa ci hanno condotto i nazionalismi esacerbati, per aver visto le macerie fumanti della Germania e dell’Italia distrutte, non sa nella pelle cosa vuol dire aver superato per sempre l’orrore dei conflitti fratricidi. Senza saperlo e certo senza volerlo, Lei è pronta a favorire le condizioni perché essi ritornino.
I miei modelli sono Jean Monnet, Adenauer, Schuman, De Gasperi, padri di questa Europa che ci unisce. Chi sono i Suoi modelli? Marina Le Pen? Julius Evola? Casa Pound? Quello che non capisco è come una persona di intelligenza non banale come Lei possa non sentire quanto è grande quest’Europa che ha dato al mondo tutto quello che il mondo ha di bello e di civile. Il Suo “buco” in questa materia è innanzitutto culturale. Per lei l’Europa vuol dire solo i tecnocrati oppressivi di Bruxelles (che di sciocchezze ne fanno, come ogni burocrazia, a cominciare da quella nostra, ma tutto sommato ci impediscono di farne di assai più grosse). Per me vuol dire la grande filosofia, la poesia immensa, le cattedrali, la musica classica, Venezia, Firenze, Bruges, Granada, Toledo, la Sainte Chapelle, tutta una Storia e una civiltà che ci hanno fatto umani. È l’Europa di Erasmus, la terra senza frontiere e senza campanilismi ottusi, in cui ognuno può circolare senza passaporto, senza dogane, con la stessa moneta dappertutto, sentendosi un pochino a casa sua. Un’ideale? Certo, e come tutti gli ideali, Risorgimento compreso, realizzato solo in parte. E quest’Europa ora è anche – guardi un po’ – l’Europa di Mario Draghi, dei tassi d’interesse e dello spread al minimo, che sta pian piano riscoprendo flessibilità e sviluppo. E sarà prima o poi (da vecchio del mestiere lo spero) l’Europa della politica estera e della difesa comuni. Perché viviamo in un mondo difficile e pericoloso, tra giganti non tutti benevoli, in cui, da sola, l’Italia – come altri Paesi europei– sarebbe esposta a tutti i venti.
Ma le nostre opinioni diverse alla fine non importano. La Sua passione per l’Italia che ho servito per 43 anni, credo con onore, è una boccata di aria fresca quando tanti vilipendono la Patria e disprezzano il Tricolore.
Qualche dubbio, però, me lo permetta. La Patria e il Tricolore, fino a ieri, li vilipendevano e disprezzavano la Lega e i suoi capi, né mi risulta che abbiano cambiato idea. Anni fa, ricevetti alla NATO, dove rappresentavo l’Italia, una delegazione di parlamentari leghisti. Si presentarono come “rappresentanti della Padania”. L’Italia, nella loro demenza, l’avevano già cancellata! Fa dunque specie vederLa abbracciata a Salvini nelle foto della manifestazione romana, una manifestazione in cui ha regnato una volgarità che offende la nostra millenaria cultura. Di andare a braccetto con gente del genere, un persona che ama l’Italia dovrebbe provare imbarazzo. Apparentemente non imbarazza né lei né i nostalgici del Fascismo, tra i quali credo di non doverla annoverare. Eppure lo stesso Salvini ha subito schiaffeggiato i suoi nuovi alleati, dichiarando “l’Europa è peggio di Mussolini: lui usava l’olio di ricino, lei lo spread” (mostrando tra l’altro una colossale ignoranza, già che lo spread lo decidono i mercati, sopratutto a New York, non qualche oscuro tecnocrate di Bruxelles o di Francoforte). È riuscito così ad offendere in una frase sola sia l’Europa che le Sacre Memorie. E difatti Alessandra Mussolini, che suo Nonno lo ama e lo ammira davvero, com’è giusto, si è risentita e ha usato per Salvini espressioni di sprezzo. Segno che non tutta la Destra ha perso la testa.
Ma a Lei, cara Giorgia Meloni, mettere insieme diavolo e acqua santa a quanto pare non la preoccupa nemmeno un poco. Lei ha dichiarato: “Quel che dice oggi Salvini lo condividiamo punto per punto”. Sul programma di ieri, separatista e antitaliano, mai ripudiato dai leghisti, conveniente oblio! Lei crede davvero che si siano convertiti? Bah! Io credo che quello che ora fa premio per Lei e per loro è una contingente alleanza nella guerra a un governo legittimo e, al di là di esso, all’Europa, all’euro, agli immigrati. Un’alleanza per la quale siete pronti ad accontonare i vostri principi, ma che presto o tardi mostrerà tutta la sua assurdità. Lei dirà che in politica ciò accade, che ci si può alleare anche con il diavolo, se è necessario, per un tratto di strada. Ma non è così: a lungo termine, in politica, non si può derogare a certi principi senza perdere la faccia. Tra questi, l’unità del Paese e la solidarietà tra le sue genti. E per chi non la pensa come voi il rispetto dei diritti civili, la libertà di pensiero, la solida collocazione nelle alleanze occidentali ed europee che ci sostengono. Insomma, quei valori che in cinquant’anni ci hanno portato fuori dalla palude dell’autoritarismo e della disfatta. E aggiungerei, possibilmente, un linguaggio che rifugga dal turpiloquio gratuito che offende la nostra bellissima lingua, e un costume di rispetto degli altri, avversari compresi.
Ma perché criticare Lei, se Berlusconi in persona si allea con Salvini? Con notevole fegato reciproco, questo bisogna dirlo: lui si digerisce gli squadristi di Casa Pound, Salvini inghiotte il Berlusconi ultima edizione, quello che viene fuori dalle telefonate con quello specchiato galantuomo di Giampaolo Tarantini. In esse, diciamolo subito, niente di penalmente rilevante a carico dell’ex-Cavaliere (e francamente al posto dei giudici non avrei dedicato tanto tempo e denaro pubblico per frugare in quella spazzatura), ma che squallore! Qualcuno sentenzia che non si ha il diritto di giudicare la vita privata della gente. Eh no! Quando si tratta di un personaggio pubblico investito delle più alte responsabilità istituzionali, abbiamo il diritto di conoscere e giudicare anche il suo comportamento privato, in quanto indice del suo livello morale. E scoprire che il Capo del Governo, in anni difficili per il Paese, passava parte del suo tempo conversando al telefono con il suo lenone, si vantava di avere a disposizione “due bimbe” e preparava allegre cenette con “quattro maschietti e due ragazze”, “vecchietti ma di potere”, in me provoca una profonda desolazione e, sì, anche nausea. In Lei no?
Un Commento
Ottimo articolo che condivido completamente. Complimenti.