Vinitaly: crescono export, bio e qualità

Vinitaly, il punto sul vino: crescono export, bio e qualità. La storica manifestazione, che aprirà i battenti a Veronafiere il 22 marzo, sarà segnata positivamente dal dato delle esportazioni che nel 2014 sono state per più di 5,11 miliardi di euro, contro i 5,04 miliardi dell’anno precedente, 20,54 milioni di ettolitri contro i 20,32 del 2013. In dieci anni, le esportazioni di vino italiano sono aumentate dell’ 88%. A trainare l’export, le aziende con oltre 50 milioni di fatturato, che esportano più del 60 per cento della produzione contro una media del settore del 50 per cento circa. Punta di diamante dell’export lo spumante, cresciuto nello stesso periodo del 263 per cento. Insomma, come per tutto il Made in Italy, sono i mercati esteri a segnare positivamente il presente ed il futuro del vino e di tutto il settore agroalimentare. Anche se non sono tutte rose, perché l’esportazione erode i margini di guadagno con maggiori costi di trasformazione, imbottigliamento, distribuzione e commercializzazione.

Si parlerà dunque in primis dell’apprezzamento e dei successi  del vino italiano nel mondo nei quattro giorni di Vinitaly, alla quale prenderanno parte delegazioni commerciali provenienti da 50 Paesi ed esperti da 120 Paesi. Ancora una volta, grandi estimatori e acquirenti di vino italiano si rivelano Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada e Australia, fra i mercati in crescita quello del Messico, mentre la Russia se la deve vedere con la svalutazione del rublo. E in Italia? Come vanno le vendite sul mercato interno? Un segnale positivo lo danno le vendite nella grande distribuzione. Una anticipazione della ricerca IRI che verrà presentata a Verona segnala un aumento dell’1,5 per cento delle vendite del vino confezionato in bottiglie da 75 cl. In particolare, i vini in bottiglie da 75cl a denominazione d’origine segnano un aumento del 1,3% in valore. Nella grande distribuzione, i vini più apprezzati risultano essere Chianti e Lambrusco, poi il Vermentino. A seguire Prosecco, Nero d’Avola, Muller Thurgau e Traminer. Ai primi posti tra i vini “emergenti” nel corso del 2014 Pecorino, Passerina, Inzolia, Orvieto.

Altro aspetto della produzione del vino che sarà certamente al centro di Vinitaly 2015 è il settore bio. Sui mercati internazionali i vini bio sono sempre più apprezzati, che spesso percorrono la via dell’export attraverso la fidelizzazione al marchio che segue il contatto diretto dovuto al turismo. Ad essi saranno dedicati due saloni specializzati su questi prodotti, Vinitalybio e Vivit, vetrina dei vini artigianali. Ci sarà poi un seminario, “The Good, the Bad and the Ugly of Artisanal Wines”, organizzato dalla Vinitaly International Academy – Via, a fare il punto su cosa sono e come si qualificano le varie tipologie di prodotto. L’identificazione dei vini bio e artigianali passerà anche attraverso una degustazione di vini italiani ed esteri, utile per capire il valore organolettico dei vini artigianali.

Infine, anche la politica avrà qualcosa da dire al Vinitaly 2015: perché in quella sede verrà presentato al pubblico il testo unico sul vino appena depositato alla Camera dal vicepresidente della  Commissione Agricoltura Massimo Fiorio. Un testo che introduce modifiche e snellimenti burocratici sulla commercializzazione, le denominazioni di origine, le indicazioni geografiche, le menzioni tradizionali, la gestione, i controlli ed il sistema sanzionatorio dei prodotti vitivinicoli.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]

Condividi
precedente

Tassa sui versamenti, un’ipotesi assurda

successivo

Il “rieccolo”

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *