Maraviglioso Boccaccio (Film, 2015)

Era dai tempi di Kaos (1984) che i fratelli Taviani non ci regalavano un film così ispirato. Non era facile, perché con il Decameron si era cimentato – con risultati eccellenti – un grande del Novecento come Pier Paolo Pasolini. I Taviani – pisani di San Miniato, nati rispettivamente nel 1931 e nel 1929 – vivono una seconda giovinezza alle prese con un nuovo testo letterario, dopo aver maneggiato con originalità Tolstoj, Pirandello, Ledda, Pratolini e persino Shakespeare grazie ai detenuti di Rebibbia. Ai tempi di Kaos nobilitarono il cinema di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, grandi interpreti del pirandelliano La giara, oltre a realizzare uno straordinario spaccato di fotografia sicula.

Maravigliso Bocacccio li vede alle prese con la loro terra d’origine, impegnati a fotografare Piazza del Duomo a Pistoia, il Castello di Spedaletto, Montepulciano, Pienza, San Quirico d’Orcia oltre ad alcune location romane come Bassano Romano. I Taviani mettono la loro arte, uno stile unico e inimitabile, al servizio di un capolavoro letterario intriso di amore e morte, andando oltre gli stereotipi dell’erotismo giocoso. Boccaccio non è soltanto l’autore gaudente e spensierato che Pasolini ha messo in scena, così come non è lo scrittore di storie piccanti che molti registi del decamerotico hanno cercato di contrabbandare.

I Taviani inquadrano nel periodo storico i racconti narrati dai dieci giovani (sette ragazze e tre ragazzi), raccontano con crudo realismo una Firenze decimata dalla peste, immortalano il terrore negli occhi dei padri e delle madri che accompagnano i figli nelle fosse comuni, descrivono il desiderio di fuga di chi vuol tornare a vivere spensierato. Il film mette in scena cinque novelle del Decameron, alternando amore e dramma, ilarità e sesso, sangue e sentimento: Messer Gentil de’ Carisendi e Monna Catalina, Calandrino e l’elitropia, Ghismunda e Guiscardo, La badessa e le brache del prete, Il falcone di Federico degli Alberigi. Le immagini sono intrise di un senso di morte, ineluttabile, sin dalle prime sequenze della storia che narra le vicende di una giovane salvata dalla peste e riportata in vita dall’amore di un ragazzo, passando per lo sciocco Calandrino che ammazza di botte la moglie e rischia di fare una brutta fine per colpa della sua dabbenaggine. Per non dire dell’amore impossibile tra Ghismunda e Guiscardo, contrastato dal padre della donna che uccide l’amante e serve il suo cuore alla figlia in una coppa di cristallo, assistendo impassibile al suo suicidio. Persino la storia d’amore di Federico degli Alberigi è intrisa di morte, perché prima di convolare a giuste nozze con la sua bella il ragazzo non più evitare il decesso di un bambino ammalato e finisce per sacrificare come pietanza il suo amato falcone. La sola concessione all’erotismo ilare e gioioso è la storia della badessa scoperta a indossare come copricapo le brache del prete con cui si è congiunta carnalmente.

I Taviani citano – non sappiamo quanto volutamente – il tonaca movie italiano, sottogenere del cinema bis che per anni ha raccontato storie di preti impenitenti, frati gaudenti e monache lussuriose. Tra le righe fa capolino anche il decamerotico, ma l’impianto dei Taviani è di ben altra fatta, ché il film è un capolavoro di tecnica e poesia, fotografia artistica delle colline senesi e laziali, sceneggiatura impeccabile. Perfetta la scelta dei racconti, non tutti notissimi, a parte Calandrino e l’elitropia, dove eccelle per bravura un allucinato Kim Rossi Stuart. Sotto l’abile guida dei Taviani, comunque, sono tutti bravi, anche se una menzione particolare la meritano Scamarcio, Smutniak (di una bellezza solare), Riondino e Trinca. Un film da non perdere e da far circolare nelle scuole.

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Regia: Paolo e Vittorio Taviani. Soggetto: Giovanni Boccaccio (Decameron). Sceneggiatura: Paolo e Vittorio Taviani. Fotografia: Simone Zampagni. Montaggio: Roberto Perpignani. Produttori: Luigi Musini e Donatella Palermo. Musiche: Giuliano Taviani e Carmelo Travia. Scenografia: Ermita Frigato. Costumi: Lina Nerli Taviani. Interpreti: Lello Arena, Kasia Smutniak, Michele Riondino, Carolina Crescentini, Paola Cortellesi, Riccardo Scamarcio, Vittoria Puccini, Flavio Parenti, Kim Rossi Stuart, Josafath Vagni, Jasmine Trinca, Rosabell Laurenti Sellers, Melissa Anna Bartolini, Eugenia Costantini, Miriam Dalmazio, Camilla Diana, Barbara Giordano, Nicolò Diana, Moisé Curia, Fabrizio Falco, Rocco Di Gregorio, Beatrice Fedi, Ilaria Giachi.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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