Rassegna stampa estera

Scandali di casa nostra e missioni “impossibili” alla corte dei “Grandi” del Mondo. Questo quanto si legge in questi giorni sui media internazionali. Dalle brillanti analisi sulle reali possibilità di riuscita di Berlusconi  scritte da Ridet per le Monde e Mark Duff per BBC, all’affaire Incalza, al Giubileo della Misericordia, ma anche i tentativi di entrare nel gioco più grande, quello di avere un ruolo da protagonista sullo scacchiere internazionale. Interessante l’editoriale di The Economsit sui rapporti tra Renzi e Putin.

Ancora strascichi lasciati dall’assoluzione da parte della Cassazione dell’ex Premier Silvio Berlusconi. Philippe Ridet su Le Monde si chiede se si possa veramente credere ad un ritorno al centro della scena politica di Berlusconi. “ (…) Una sensazione di déjà-vu. Perché il tono delle pagine e pagine che sono state scritte su questo evento (forse il termine non è appropriato) è più o meno lo stesso che, nel Luglio del 2014, aveva salutato o condannato una decisione identica della Corte d’Appello (…) Ma è sensato interrogarsi ancora una volta sul futuro politico di Silvio Berlusconi come se, assolto da un’accusa, potesse ritrovare la sua credibilità? E’ veramente sufficiente che dichiari, il viso incipriato come una  prostituta, gli occhi cerchiati come un pugile e il braccio alzato da nostalgico di Mussolini: ‘Torno sul terreno per vincere, riprendere il Partito e rendere l’Italia migliore’, per credergli?” Severo il giudizio di Ridet, ma pragmatico, che sottolinea anche come i giornali italiani, e non solo quelli di destra, diano l’impressione di essere rammaricati per questa assenza. “Oh! Periodo benedetto dove, direttore d’orchestra dell’isteria italiana, una sola parola uscita dalla sua bocca portava i suoi supporter al nirvana e gettava i suoi oppositori in un abisso di rabbia, vergogna e tristezza.” Un po’ teatrale come definizione, ma perfettamente calzante. Secondo il giornalista francese comunque  “molta acqua è passata sotto i ponti del Tevere” e molti sono i dubbi su di un suo ritorno in primo piano: ancora processi, interdizione al Parlamento fino al 2018 e…l’età. Per Ridet inoltre, il declino di Berlusconi non è “colpa dei giudici”, ha fatto prova nel corso della sua lunga carriera imprenditoriale e politica di cavarsela benissimo ai loro assalti. La sua caduta è innanzitutto politica, e l’inizio risale al golpe, non riuscito, di Gianfranco Fini. Passata l’euforia, Berlusconi ora deve fare i conti con un partito alla deriva e con elettori “sedotti” dai due “Matteo”. “Secondo i sondaggi – conclude Ridet – i suoi fedeli valgono 13/15% dei voti. Un po’ poco per ‘cambiare l’Italia’.

La stessa domanda se la pone Mark Duff della BBC, la risposta che si da è dello stesso tenore del collega francese. Scrive Duff: “Coloro che amano i loro politici insaporiti da un’infarinatura di scandali e farsa devono aver tirato un sospiro di sollievo questa settimana. La notizia che la più alta corte italiana avesse prosciolto Silvio Berlusconi dall’accusa di aver fatto sesso con una prostituta minorenne significa che l’uomo capace di mettere il sorriso sul volto delle notizie dal mondo potrebbe tornare (…) Se è vero che deve ancora affrontare diversi tribunali e un panorama politico irriconoscibile da quando ha lasciato, il suo potenziale ritorno dall’isolamento imposto dalle corti di giustizia ci da la possibilità di capire come abbia avuto tanta presa sulla psiche degli italiani e se tale presa si sta indebolendo”. Il giornalista britannico racconta di come i suoi suoceri, calabresi di estrazione molto semplice emigrati in Inghilterra negli anni’60, fossero stati “stregati” da quest’uomo, per la sua furbizia, vitalità, astuzia e soprattutto faccia tosta. Ammette poi Duff che tutta la stampa estera ha sogghignato  intenzionalmente, ci siamo accigliati sentenziando con il nostro modo di fare paternalistico tutto nord europeo, di tanto in tanto ci siamo sentiti veramente inorriditi dal fatto che quell’uomo fosse il volto pubblico del suo Paese. Ma la verità è che, se il mondo vede Berlusconi attraverso la lente deformante delle notizie dell’informazione-spettacolo, lui  ne è felice e riconoscente. A lui veramente non importa ciò che il mondo esterno pensa – non più di quanto faccia il suo vecchio amico Vladimir Putin”. Ma c’è un ma a tutta questa spettacolarità, se è vero che la sua “maggiore potenza è nata dalla sua maestria nell’utilizzare i mass media”, scrive Duff, “la padronanza nei mass media tradizionali è stata sovrastata dalla crescita dei social media”. Beppe Grillo è stato il primo a dargliene una dimostrazione. Ricorda anche il giornalista che il “vecchio ordine generazionale si sta sgretolando” e dalle macerie emergono ancora i loro nomi: Renzi e Salvini. Conclude con una nota personale, riferendosi alla suocera ormai vedova dice: “troverete difficile ottenere un’analisi più solida sulle possibilità di riuscita di Berlusconi. ‘Berlusconi, dice Ines, è fortunato. Le persone lo amavano perché era ricco e speravano a loro accadesse lo stesso. Oggi non sono più così sicuri. Renzi è giovane, inteliligente e sta facendo bene. L’economia si sta riprendendo. Se Berlusconi è fortunato potrebbe tornare. Ma avrà bisogno di molta fortuna’. Una risposta semplice che arriva da gente semplice, quella che ha sostenuto il Caimano per più di un ventennio.

Finiti gli scandali? No… Faremo una rapida “carrellata” sulla nuova squallida storia di normale corruzione che si lega in qualche modo all’annuncio fatto dal Santo Padre che l’8 Dicembre di quest’anno si aprirà il “Giubileo della Misericordia”. I nostri giornali stanno ampiamente parlando di Incalza e per la stampa estera non è una notizia, o quasi. Sicuramente è un nome che va ad aggiungersi a tanti altri. Titola Romandie Une Rolex, un ministre: une affaire de corruption secoue l’Italie . “Un nuovo caso di corruzione nei lavori pubblici scuote l’Italia la cui stampa di delizia in dettagli, come un lussuoso Rolex regalato da uno degli accusati al figlio del Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi (…) Tra gli arrestati figura Ercole Incalza, ex capo del dipartimento che ha diretto per decenni.”  Anche Silvia Ognibene e Isla Binnie su Reuters parlano di “nuovo scandalo di corruzione che colpisce gli appalti pubblici “. Scrivono ancora: “La corruzione endemica continua a incombere sugli affari e sulla politica italiani nonostante le promesse del Premier Matteo Renzi di affrontare il problema. L’Italia è classificata 69° posto nel Corruption Perceptions Index di Trasparency International”.  Per un Paese che tra poche ore aprirà l’Expo i cui cantieri sono ancora aperti e che ha bisogno di nuovo investitori come l’aria, non ci voleva proprio, come sembra titanica la sfida lanciata a Roma sulle gestione del Giubileo straordinario. Non ancora si è finito di parlare di Mafia Capitale che si mette in mano alla città una scommessa più che azzardata. Controllo non solo della “correttezza” e “trasparenza” degli appalti ma della “sicurezza”… Come ricorda Philippe Ridet “(…) Tuttavia Roma negli ultimi mesi si è distinta per la scoperta di una vastissima rete di corruzione che ha visto coinvolti politici e mafiosi, infiltrati negli appalti come topi in una forma di Emmenthal.” Da Marino ad Alfano, passando per Sabella, sono “tutti pronti”. Vedremo.

Strained relations, Rapporti tesi. Così titola The Economist il suo editoriale dedicato all’aggiornamento dei rapporti UE-Russia, rapporti nei quali si è letteralmente incuneato il nostro Primo Ministro, fino a poco tempo fa “estromesso” dalle grandi trattative. Benché l’Europa stia decidendo in queste ore se inasprire o meno le sanzioni alla Russia, “un Paese  affatto desideroso di arrivare a nuove sanzioni è l’Italia, che non si trova per niente a suo agio davanti alla frattura avvenuta tra la Russia e l’Occidente. Il Primo Ministro italiano Matteo Renzi, vorrebbe ancora tentare di riportare nella partita il Presidente russo Vladimir Putin. I suoi motivi, sia di politica interna che geopolitici, hanno le loro radici nella storia.” Una Storia che noi conosciamo bene dai Governi DC del dopoguerra filoamericani, la forza del PCI, la Fiat, i rapporti solidi della Russia post muro, a prescindere dal colore del Governo, da Prodi a Berlusconi. La visita del 5 Marzo scorso di Renzi in Russia aveva fatto già storcere il naso a qualcuno, era “la prima visita ufficiale di un importante leader europeo dopo la crisi scoppiata in Ucraina”, come ricorda l’Economist. Renzi aveva tre punti fondamentali da chiarire al suo ordine del giorno: Ucraina e applicazione degli accordi di Febbraio firmati a Minsk da Germania, Francia e Russia e Ucraina, suggerendo peraltro di usare come modello il Trentino Alto Adige; Medio Oriente, soprattutto nel contrastare la crescita di Isis in Libia, uno dei maggiori fornitori di petrolio dell’Italia; salvaguardare gli  interessi economici italiani che le sanzioni verso la Russia stanno particolarmente danneggiando. “Questo terzo punto è molto importante per Renzi, data la fragile situazione economica italiana. La Lega Nord, Partito di destra anti UE e che si oppone alle sanzioni contro la Russia, sta guadagnando forza. Putin ha incontrato più volte il suo leader, Matteo Salvini, a supporto della sua politica di sostegno ai partiti euroscettici di tutta Europa. A Maggio ci saranno le elezioni regionali in Italia, compresa la regione imprenditrice del Veneto dove la Lega Nord è molto forte. Questa pressione politica è un altro fattore che fa leva su Renzi nel dimostrare che anche lui vuole mantenere viva la partnership italo-russa.” Non fa una piega.

Philippe Ridet, Peut-on croire à un retour de Berlusconi?, Le Monde, 12 marzo 2015; Mark Duff, Can Berlusconi stage a political comeback?, BBC News, 15 marzo 2015; Silvia Ognibene, Isla Binnie,  Italy hit by new public contracts corruption scandal, Reuters, 16 Marzo 2015; AFP per Romandie, Une Rolex, un ministre: une affaire de corruptio secoue l’Italie, 17 Marzo 2015; Philippe Ridet, Avec son ‘jubilé de la miséricordie’ le Pape met Rome au défi, Le Monde, 17 Marzo 2015; The Economist, Strained Relations, 17 Marzo 2015.

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