Venezia, tagli ai Corsi di laurea IUAV
Tagli e ridimensionamento dei corsi di studio all’università IUAV di Venezia. Perché – forse non tutti lo sanno ancora – IUAV non è solo Architettura, ed è fondamentale un progetto economico e culturale per questo ateneo affinché gli indirizzi di arti multimediali, moda e teatro vengano preservati. In Italia la formazione in questi settori è decisamente carente, quasi nulla. Senza la didattica vengono a mancare le figure professionali relative, e da ciò derivano l’impoverimento dell’intero mercato del lavoro e della cultura nazionale, per un’Italia sempre meno competitiva.
La laurea magistrale in Scienze e Tecniche del Teatro, unica in Italia, verrà quasi sicuramente chiusa o trasformata in master e i due attuali indirizzi magistrali Arti Visive e Moda del Dipartimento di Culture del progetto dal prossimo anno diventeranno un unico indirizzo Arti Visive e Moda. Per il corso di laurea triennale in Design della moda è confermato i posti disponibili passano da 60 a 100. Per quanto invece riguarda la magistrale, l’ateneo prevede la contrazione a un indirizzo unico. All’interno dell’indirizzo unico sono però mantenuti attivi, il prossimo anno, materie specifiche e i laboratori progettuali sulla moda per permettere agli studenti di chiudere il ciclo. È necessario trovare velocemente i fondi per evitare la sospensione della magistrale; per altro, la quota di docenti strutturati che devono insegnare in un corso di laurea costringe alla rinuncia dei docenti a contratto, fondamentali per i laboratori in quanto professionisti che portano la loro esperienza del mondo del lavoro.
L’obiettivo è risparmiare il più possibile per il prossimo triennio e recuperare il buco di circa di 4,5 milioni di deficit per il 2015; 5 milioni nel 2016 e 5,5 milioni nel 2017. Come si è arrivato a questo buco? Nessuno ha una risposta. Voci di corridoio dicono che per un anno i corsi potrebbero rimanere, ma è da anni, almeno dal 2002, che il focolaio di proteste si affolla attorno a un ateneo fragile, in continuo agguato per minacce di riforme insensate.
Studenti e parte dei ricercatori e dei docenti, si oppongono. Movimento IUAV raccoglie tutti coloro che attivamente chiedono informazioni e spiegazioni sulla scelta improvvisa del Senato Accademico. La lettura del bilancio per individuare gli sprechi e il ripristino degli assetti accademici attraverso il voto della maggioranza, sono gli strumenti per giungere a una soluzione. Del resto, è necessario trovare nuove risorse. Il Movimento IUAV è numeroso, compatto, puntuale, cosciente di sé. Non organizza incontri e assemblee per discutere.
Il silenzio in sede di consiglio di dipartimento di Culture del Progetto rivela le tensioni di politica interna tra i professori. Al di là delle problematiche economiche, è sorta una questione: qual è il progetto culturale dello IUAV? Nel marasma degli interessi personali, inaspettatamente alcuni docenti del Dipartimento si sono per primi schierati con gli studenti. Manca il dialogo all’interno delle diverse componenti dell’università, tanto che nemmeno i docenti non erano stati informati in merito alle riforme calate dall’alto.
La campagna di sensibilizzazione e protesta studentesca ha agito mediante il linguaggio dell’arte e della cultura. La prima performance è di mattina avvenuta sul Ponte di Calatrava. Una decina di studenti ha dato voce ai poster con foto segnaletica che tappezzano la città, urlando frasi come: “Si parla di soldi o di cultura?”, “IUAV mi cancella”, “Immatricolato, ferito, abbandonato”, “Messaggero dell’indignazione”, “Mi tolgono il futuro”. Il secondo happening ha invece avuto luogo nel pomeriggio in Campo San Bortolomio. Un altro gruppo di giovani ha piazzato sui masegni del campo una decina di croci nere a mo’ di lapide con l’intitolazione a bomboletta spray bianco riportante il logo “IUAV”. Gli studenti hanno distribuito un volantino esplicativo, quasi una press release dell’azione.
Sono state raccolte più di 500 firme per la petizione in supporto della loro causa. Si cerca di trasformare quelle che sono inchiostro su carta in adesioni vere e proprie al Movimento. Ma solo la riunione operativa con il rettore e i direttori dei dipartimenti può portare rimedio. Intanto, quattro gli incontri previsti, ultimo quello sul bilancio, per affrontare i problemi ambito per ambito. A rischio è pure la ricerca. Tutto ciò in vista del 31 marzo, data in cui il Senato Accademico si riunirà per l’approvazione definitiva dei nuovi assetti accademici, appena poco prima del limite ministeriale per le università italiane.