Ahmed, Down di Siria

Ahmed è un bimbo siriano di 5 anni. Un ragazzino innocente che si trova in una situazione di grande degrado e povertà: è uno dei tanti profughi che dalla Siria sono arrivati in Libano cercando una vita migliore. O forse addirittura solo cercando una vita. Ahmed è uno dei 2,5 milioni di siriani che hanno già lasciato il loro Paese, dei quali oltre un milione di bambini. La grande maggioranza dei rifugiati sono oggi in Libano, Giordania, Turchia, Egitto e Iraq. 6,5 milioni di cittadini siriani sono invece stati costretti a lasciare le loro case e sono oggi sfollati all’interno dei confini nazionali. Sono questi i dati che riporta l’UNHCR, agenzia dell’ONU che si occupa di rifugiati.

Lui, piccolo, innocente vittima della stoltezza umana, è affetto dalla Sindrome di Down. In questo momento di grave disagio suo e della famiglia, la mamma è il punto focale; il suo affetto, le sue attenzioni aiutano il piccolo a vivere, a sopportare, a ridere e giocare come dovrebbe essere suo diritto. Ma stavolta le cose non sono andate così.

In questo stagno di emozioni umani che sono i campi profughi, la compassione, il legame materno, la misericordia, sono state inghiottite dalla melma. La madre lo ha venduto. È andato con lui a fare il mercato, lo ha venduto e ha avuto in cambio un bimbo sano. Le dinamiche della cosa non sono chiarissime; pare che il bimbo sia stato affidato da un intermediario, a una madre che aveva subito una perdita. Ma le notizie sono tante e contraddittorie. Su tutte aleggia anche il sospetto che si potesse trattare di mercato degli organi. L’unico dato certo è lui, Ahmed, un bimbo Down.

Perché è successo tutto questo? La madre di Ahmed ha vissuto questo figlio come un problema fin dalla sua nascita? Nella sua miserabile esistenza ha forse pensato di volere qualcosa di meglio? Ha pensato che un figlio sano sarebbe stato meno difficile? Non so capire e non mi interessa. Tutte queste storie vengono dalla sottocultura urbana generatasi da anni di stenti, povertà, sporcizia. Ahmed ora ha trovato chi si occupa di lui:  alcuni volontari stanno cercando di organizzare una raccolta fondi per ottenere le risorse necessarie a curarlo (perché tra l’altro Ahmed soffre di epilessia) e per donargli un’esistenza degna.

Ecco, la dignità: la base dell’essere umano. La dignità che inizia con il possedere abiti caldi e scarpe resistenti. Tutte robe banali e quotidiane che spesso, spessissimo sono latenti in questi grandi ghetti moderni. Non ci sarà pace senza dignità; chi si rigenera e guadagna grazie al sangue delle proprie vittime lo sa bene. E per questa ragione le cose non cambiano.

©Futuro Europa®

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