Gli ecoreati entrano nel Codice Penale
Il disegno di legge sugli ecoreati è in dirittura d’arrivo: il presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci, primo firmatario del ddl, ha infatti annunciato che l’esame della proposta di legge è stato calendarizzato per il il 27 aprile in Aula alla Camera. “Il varo in tempi stretti della legge sugli ecoreati, insieme a quello del ddl sull’anticorruzione e alla riforma della prescrizione su cui è al lavoro il Senato, sono tutte facce della stessa medaglia: una battaglia per la legalitá – ha detto Realacci – contro mafie e corruzione, che metterà in poche settimane il Paese in condizione di ridurre lo spread di legalità che ci separa dal resto d’Europa”.
Quando verrà approvato, il ddl sugli ecoreati segnerà una data storica. Fino ad oggi infatti è stato difficile perseguire i reati contro l’ambiente, che non sono contemplati del codice penale e che risultano quasi sempre come reato ‘secondario’ in quanto conseguenze di altri reati perpetrati in genere a fini di lucro. E’ facile immaginare quale risultato avrebbe avuto il giudizio su casi come l’Ilva di Taranto, la Terra dei Fuochi o il processo Eternit, quest’ultimo chiuso per prescrizione dei reati ipotizzati che non erano di tipo penale, oltre a non essere contro l’ambiente. Per questo il varo di una legge necessaria per contrastare gli ecoreati e’ stato richiesto da anni con forza da venticinque associazioni firmatarie dell’appello ‘in nome del popolo inquinato’. Una iniziativa non estrema né solo italiana, ma in sinergia con quanto accade in Europa, con l’appello di dieci associazioni per estendere le competenze della Corte penale internazionale dell’Aja ai più gravi reati ambientali allo scopo di poterli giudicare quali crimini contro l’umanità, e per istituire il Tribunale penale europeo dell’Ambiente.
Un cambiamento radicale dunque, l’introduzione degli ecoreati nel codice penale: intervenendo al convegno ‘Delitti contro l’ambiente, prospettive di una riforma attesa’ organizzato dalla Commissione parlamentare ecomafie, il presidente del Senato Pietro Grasso ha infatti definito ‘rivoluzionarie’ molte novità contenute nel ddl e si è detto “orgoglioso” del “primo importantissimo passo contro gli ecoreati che è stato compiuto” con l’approvazione del disegno di legge in Senato. Il Presidente della Commissione, Alessandro Bratti, ha rilevato come quella ambientale sia una tipologia di reati non circoscritta ad alcune aree ma che interessa ormai tutto il Paese. Per il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, già Ministro dell’Ambiente, il ddl sugli ecoreati “interviene su un terreno su cui non si interveniva da molto tempo. Infatti, mentre la corruzione è tema che chiama in causa una patologia del sistema, una legge come questa mette in discussione ‘il sistema”. Per Orlando “la zona grigia tra aziende in regola e non è sempre piú larga”. Sembra sempre più facile “aggirare regole, ma bisogna capire che chi trucca il modo in cui ricicla i rifiuti non fa solo male all’ambiente ma droga il mercato e altera le regole della concorrenza. Non dobbiamo investire su un modello di sviluppo quantitativo”.Per l’attuale Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti “oggi c’è una differenza tra come la gente percepisce l’ambiente e la normativa, che è molto più indietro rispetto al valore che la gente attribuisce all’ambiente. Riavviciniamo queste due cose e diamo un grande contributo a tutto il territorio nazionale con l’approvazione del ddl ‘Ecoreati’.
Ora inizia il pressing per l’approvazione definitiva del ddl. Auspicata da tutti gli esponenti di governo, ma in sintonia con il Paese, l’economia e le imprese: intervenendo al convegno, il Direttore Generale di Confindustria, Marcella Panucci, ha “smentito chi afferma che Confindustria non sia favorevole” ed ha ribadito anzi che “Confindustria è assolutamente favorevole al ddl sugli ecoreati”, perché questo strumento costituirebbe uno strumento di tutela delle imprese sane del Paese. Le associazioni, a cominciare da Legambiente, tengono alta la guardia ricordando che l’introduzione degli ecoreati nel codice penale costituirebbe “una riforma di civiltà che aspettiamo da vent’anni e che non può essere più rimandata, perché solo fermando gli ecocriminali si potrà tutelare in maniera concreta l’ambiente, la salute dei cittadini, l’economia sana del Paese e tutte quelle imprese oneste che subiscono concorrenza sleale”. Per Stefano Ciafani, vicepresidente dell’associazione, “fino ad oggi nel contrastare le ecomafie abbiamo combattuto senza gli strumenti adeguati, ora le cose stanno finalmente per cambiare: se la Camera approvasse definitivamente il ddl che introduce i reati ambientali nel codice penale, il Paese avrebbe un fondamentale strumento per contrastare la criminalità organizzata, per aiutare la magistratura e le forze di polizia nel loro lavoro, ed evitare che si ripetano altri disastri come quello della Terra dei Fuochi e casi di ingiustizia impunita”. E mentre il giorno della verità in aula si avvicina, anche il M5s ha chiesto che il ddl sugli ecoreati venga approvato al più presto.
[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]