Cosa ci fa NCD nel Governo?

Finché si è riusciti a venderla come un atto di responsabilità nei confronti del Paese, la propria classe dirigente ed il suo elettorato hanno ingoiato il boccone amaro dell’alleanza di governo con il PD di Renzi. Ma da quando i pesi di coalizione si sono prepotentemente spostati verso sinistra, in molti hanno cominciato a mostrare atti di insofferenza.

Il Nuovo Centro Destra sta vivendo un momento difficile della sua breve vita politica dettato soprattutto dalla scarsa capacità di farsi valere quale “socio alla pari” del Governo Renzi. L’ultimo sgarbo istituzionale ha di fatto creato  –  specie al Nord – uno strappo netto di dirigenti e base nei confronti soprattutto di Alfano. Le “obbligate” dimissioni di Maurizio Lupi, e il conseguente invito ai sottosegretari PD a non seguire la strada dell’Ex Ministro delle Infrastrutture, hanno reso ben chiara la posizione del Presidente del Consiglio nei confronti dei propri alleati “responsabili”.

La persistenza al governo del partito di Alfano sta creando non pochi problemi a tutto il centrodestra: da una parte la Lega di Salvini ha deciso con fermezza di escludere ogni alleanza NCD, creando a sua volta un certo imbarazzo di Forza Italia che cerca di ricavarsi il ruolo di mediatore politico tra i due partiti.

Insomma una situazione tutt’altro che facile. Non facile soprattutto al Nord, più precisamente nella Lombardia dell’ex Ministro Lupi e del leghista Maroni. L’entourage dell’ex Vicepresidente della Camera e più o meno il partito tutto, stanno cominciando a mostrare forti segni di insofferenza verso l’atteggiamento di Alfano. L’impressione è quella di non voler mollare la poltrona anche a scapito del rapporto con elettori e dirigenza, a difesa di non si capisce bene quale “alleanza di governo”.

Tra NCD e Maroni la volontà è quella di voler replicare l’esperienza lombarda di buon governo e buoni rapporti, non solo nelle regioni che andranno al voto, ma anche come modello per il futuro del centrodestra. La Regione padana si sta quindi facendo promotrice di un sentimento che sta animando tutto il centrodestra: la voglia di correre tutti assieme e la necessità di abbandonare la linea morbida filogovernativa per una più concreta opposizione al totalitarismo renziano. Ma come detto sono diverse le voci di opposizione all’interno del partito, prima fra tutte la già “segata” Nunzia De Girolamo, che accusa Alfano di una deriva sinistroide molto pericolosa.

Insomma, le acque sono estremamente agitate. Il rischio maggiore è quello che, tirando troppo la cinghia e rimanendo sulle posizioni attuali, Alfano potrebbe far collassare la struttura da lui stesso creata. Molti sembrano voler far ritorno all’ovile (in Forza Italia) con il rischio però di trovarsi in posizioni non di rilievo, ma anche continuare su questa strada – come mostrano i sondaggi – sembrano condurre sulla via della disfatta. L’unica occasione vera, anche per recuperare il rapporto con la Lega, sarebbe quella di staccare la spina all’attuale Governo, ricucendo i rapporti nel centrodestra e, perché no, sulla scia del successo francese della Destra di Sarkozy, ridare impulso a quel progetto che fu vincente per tanto tempo.

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