Enel e Greenpeace, insieme per l’energia
La Conferenza sui cambiamenti climatici, la “COP21”, che si svolgerà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre, si avvicina. I rappresentanti di 194 paesi che fanno parte della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) hanno partecipato ai negoziati intermedi che si sono tenuti a metà febbraio a Ginevra per avviare i preparativi alla Conferenza di Parigi (COP21). L’appuntamento di dicembre sarà fondamentale per il destino del clima e sottoporrà, si spera, alle firme delle parti, il testo di un nuovo accordo globale, che vincolerà tutti i Paesi a ridurre le emissioni di CO2 e a impegnarsi nella lotta al riscaldamento globale.
La Conferenza segnerà, quindi, una tappa decisiva nei negoziati del futuro “Accordo internazionale per il dopo 2020”, con l’adozione dei grandi orientamenti, come deciso a Durban. Il suo scopo è di far sì che tutti i Paesi, fra cui i maggiori emettitori di gas a effetto serra: Paesi sviluppati e Paesi in sviluppo, si impegnino a trovare un accordo universale costrittivo sul clima. L’Accordo dovrà poi attuare un cambiamento di paradigma, prendendo atto che la sfida climatica non è un qualcosa esclusivamente di necessario: “condivisione degli effetti negativi” delle emissioni, ma, anche, un’opportunità di creazioni di posti di lavoro e di ricchezza, di invenzione di nuovi modi di produzione e di consumo.
E’ questo lo scenario in cui arriva la notizia del comunicato congiunto di ENEL-Greenpeace con il quale annunciano di voler “iniziare a lavorare insieme su aree di comune interesse per lo sviluppo d’interessi economici, sociali e ambientali in un’ottica di sostenibilità avanzata e globale. (…) La convergenza di vedute tra ENEL e Greenpeace, la cui delegazione era guidata dal direttore esecutivo di Greenpeace International Kumi Naidoo (foto) e da Andrea Purgatori presidente di Greenpeace Italia, su questi ed altri temi, costituisce un importante punto di partenza, per verificare le rispettive proposte metodologiche e il modo in cui è possibile realizzare politiche di sostenibilità necessarie ed una più consapevole “gestione ambientale”. Il tema dell’Energia, del resto, è tra le principali sfide che l’Europa si trova a dover affrontare.
La “Strategia Europa 20-20-20”, ovvero gli obiettivi che l’Unione Europea, in tema di Energia, si propone di raggiungere entro il 2020, in ambito europeo, punta a realizzare un approvvigionamento energetico sicuro, garantito e sostenibile, a prezzi accessibili. Vuole ridurre le emissioni inquinanti e cercare di frenare i cambiamenti climatici: 20% di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990, 20% dell’energia consumata proveniente da fonti rinnovabili, 20% di miglioramento delle prestazioni energetiche. I leader europei hanno, inoltre, proposto di ridurre del 30% le emissioni di gas serra dell’UE, se altri grandi produttori di emissioni, sia tra i paesi sviluppati che tra quelli in via di sviluppo, si impegneranno a fare la loro parte. L’obiettivo a lungo termine è di ridurre le emissioni di gas serra dell’80-95%, rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050, assicurando, contemporaneamente, l’approvvigionamento e la competitività. È per questo che attualmente i leader dell’UE stanno cercando di attuare un quadro strategico, per la politica, in materia di energia e clima, solido, da estendere oltre il 2020, che fornirà sicurezza agli investitori, promuoverà le tecnologie a basse emissioni di carbonio e favorirà l’occupazione nel settore energetico dell’UE.
Il quadro in materia di energia e clima per il 2030 dovrà favorire progressi verso un sistema energetico sicuro e concorrenziale, per garantire a tutti energia a prezzi accessibili, migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico nell’UE, ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia, creare nuove opportunità di crescita e posti di lavoro. Per questi motivi ed in linea a quanto previsto dall’Unione Europea, ENEL, con la nomina del vertice aziendale e con la sua nuova strategia industriale vuole ottenere uno sviluppo migliore e maggiore delle fonti rinnovabili, l’efficienza energetica, le “smart grids” e realizzare i sistemi di accumulo (storage).
L’efficienza energetica, del resto, è un obiettivo centrale per il 2020 e rappresenta uno strumento chiave per conseguire gli obiettivi europei a lungo termine in materia di energia e clima e il modo economicamente più efficace per ridurre le emissioni, rendere più sicuro e competitivo l’approvvigionamento energetico, contenendo il costo dell’energia. Anche se non saranno pochi, nei prossimi anni, gli investimenti necessari per preparare l’infrastruttura energetica europea di oggi alle esigenze del futuro. Efficienza energetica, che rappresenta una degli elementi strutturali anche dell’ “Unione Energetica”, presentata non molto tempo fa dal Presidente della Commissione UE Jean Claude Junker a Bruxelles. Sono, infatti, oltre l’efficienza, la solidarietà, la libertà nei flussi di energia, le basse emissioni e la leadership energetica, gli elementi costitutivi della nuova strategia per l’Unione Energetica, che si propone di diminuire la dipendenza energetica dall’estero. L’Energia rappresenta, per il futuro dell’Unione, una sfida politica e in questo senso, l’Unione Europea, vuole riunire gli Stati membri per stimolare la crescita economica, la competitività e l’occupazione nel settore energetico. Perché nessuno Stato membro è in grado di soddisfare, da solo, la necessità di un’energia stabile, sostenibile, accessibile e competitiva.
La nuova strategia UE punta a una “politica energetica integrata”, con l’intenzione di dare completezza al mercato unico europeo dell’energia, con famiglie e imprese che non hanno accesso a una maggior concorrenza e prezzi più bassi. L’Unione Energetica cerca, inoltre, di garantire l’approvvigionamento energetico così come una produzione di energia elettrica più sostenibile. ENEL si è impegnata ad abbandonare, progressivamente, nuovi investimenti nella filiera del carbone e a condividere, invece, nel medio – lungo termine, un sistema energetico per larga parte basato su generazione da fonti rinnovabili e sull’efficienza energetica. I nuovi imperativi strategici di una delle sette maggiori aziende elettriche al mondo, che intende porsi come progressive company del settore energetico internazionale, sono in linea con gli obiettivi di Greenpeace.
La rappresentanza guidata dall’amministratore delegato Francesco Starace (foto) ha espresso le preoccupazioni di ENEL sul clima globale, manifestate da gran parte della comunità scientifica internazionale e condivide l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2°C. Per questa ragione, anche in vista della Conferenza di Parigi sul Clima, ENEL è pronta ad affrontare questa grande sfida e a porsi alla guida del settore per il raggiungimento di questo obiettivo. I nuovi vertici del gruppo ritengono fattibile il conseguimento della propria “carbon neutrality” anche prima del termine del 2050, aumentando in particolare i suoi già rilevanti investimenti nello sviluppo delle rinnovabili e nella promozione dell’efficienza energetica. ENEL ha già ridotto le emissioni specifiche di CO2 di oltre il 36% rispetto al 1990. Nel periodo 2007 – 2013 la riduzione è stata del 15%, raggiungendo così in largo anticipo l’obiettivo che era stato prefissato per il 2020 di 395 g/KWh.