Italia-Cambogia, timidi segnali di disgelo

Il Regno di Cambogia è una nazione dalle enormi contraddizioni: è una delle mete privilegiate da parte degli investitori occidentali: ha una forte crescita economica da più di un decennio che non accenna a fermarsi. D’altro canto ha grandi problemi sociali come la corruzione endemica, la prostituzione minorile ed una sproporzione nella distribuzione del benessere.

Sta nascendo un consolato ed una Camera di commercio Cambogiana in Italia, questo porterebbe il nostro paese ed aprire sia dei canali commerciali per il Made in Italy sia un canale sociale più mirato e attento e non da ultimo uno scambio attraverso le università. Un percorso, questo, idoneo per la Cambogia per uscire dalla blak list e finalmente aprirsi al mondo. Va da sé che isolare la Cambogia non è utile a nessuno, non aiuterebbe la popolazione a vedere migliorata la propria situazione e non aiuterebbe neppure le nostre aziende. La soluzione è tendere al dialogo, allo scambio, alla graduale creazione di meccanismi che diano benessere e garanzie ad entrambe le parti.

Occorre cercare contatti qualificati, conoscersi, superare le diffidenze reciproche, in questo senso va inquadrato e visto positivamente il recente incontro che Antonio Russo dei Popolari per l’Italia ha presenziato a Piubega (MN) invitato dalla “Associazione Buddismo e Cultura Cambogiana in Italia” nel giorno di Pasqua di quest’anno, incontro cui ha partecipato attivamente anche il Sindaco Stefano Arienti ed  il Prof. Spartaco Santi del CNR di Bologna. Un invito servito, oltre che per festeggiare la ricorrenza del capodanno Cambogiano assieme, per muovere i primi passi nella direzione della reciproca conoscenza, raccogliere informazioni, identificare problemi e soluzioni. L’inizio del cammino che possa portare a relazioni stabili tra Italia e Cambogia, passando prima per la fase commerciale, poi per quella consolare ed infine, se tutto funzionerà in termini di garanzie ed accordi, arrivando a relazioni diplomatiche e politiche tra i due paesi.

Una questione estremamente importante alla quale occorre riservare tutta l’attenzione che merita, anche per permettere all’Italia di ricominciare ad essere un attore qualificato nel Sud Est Asiatico, una zona che sta diventando sempre di più il centro a maggior crescita economica del mondo.

©Futuro Europa®

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