Trash (Film, 2014)
Trash è un’interessante pellicola britannica che il regista Stephen Daldry ha confezionato – grazie a una sceneggiatura di Curtis e Braga caratterizzata dal ritmo del thriller – partendo dal soggetto di Andy Mulligan, autore di un buon romanzo pubblicato nel 2010. Un esperimento riuscito, di scuola pasoliniana, perché tra attori statunitensi di provata esperienza (Mara e Sheen) spicca la presenza di tre ragazzini delle favelas di Rio de Janeiro che interpretano il romanzo della loro vita con straordinaria bravura.
Vediamo in sintesi la trama. Trash significa spazzatura e infatti ci troviamo a Rio de Janeiro, dove tre ragazzini della favela si guadagnano da vivere selezionando rifiuti in una discarica. Un giorno uno di loro trova fra l’immondizia il portafoglio di José Angelo, un uomo eliminato dalla polizia per nascondere la corruzione del futuro sindaco Santos e l’ingiusta reclusione di un importante uomo politico di opposizione. I tre ragazzini si trovano coinvolti in un gioco più grande di loro, un incredibile intrigo politico nel quale la polizia interpreta il ruolo più sporco, tra inseguimenti, sparatorie e atti di violenza che conducono lo spettatore verso un rocambolesco finale. Non anticipiamo altro, perché il meccanismo del thriller è così ben oliato che la suspense risulta fondamentale per gustare appieno il film, privo di punti morti, violento e crudo al punto giusto, realistico e sconvolgente.
Il regista realizza un ritratto veritiero del Brasile prima della democratizzazione, con gli squadroni della morte impegnati a infrangere le regole del vivere sociale, a uccidere dissidenti e ragazzini, con totale sprezzo dei diritti civili. Scenografia di una favela di Rio straordinaria, ricostruita tra palafitte e miseria, esterni in Brasile ma anche a Porto Rico (Vecchia San Juan), fotografia sporca e color ocra di un Brasile mai da cartolina, raffigurato in tutta la problematica disperazione dei quartieri marginali. Trash ha vinto con merito il premio del pubblico al Festival del Film di Roma, perché è la dimostrazione di come si possa fare cinema impegnato utilizzando gli strumenti del genere. Trash, infatti, è a tutti gli effetti un thriller che non rinuncia ad un discorso politico-sociale di grande attualità, ricostruendo la vita di una favela brasiliana e riconoscendo i meriti di una chiesa cattolica che con i suoi missionari si è fatta carico di problematiche enormi, trascurate dalle istituzioni.
Cercatelo nei circuiti d’essai, nelle sale affiliate alla FICE di Domenico Dinoia, le sole ancora capaci di guardare con occhio attento al cinema di qualità.
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Regia: Stephen Daldry. Soggetto: Andy Mulligan. Sceneggiatura: Richard Curtis, Felipe Braga. Fotografia: Adriano Goldman. Montaggio: Elliot Graham. Scenografia: Tulé Peak. Costumi: Bia Salgado. Trucco: Sandro Valerio. Produttore: Tim BEvan, Eric FEllner, Kris Thykier. Produttore Esecutivo: Bel Berlinck. Casa di Produzione: 02 Filmes, Pea Pie Films, Working Title Films. Distribuzione: Universal Pictures. Paese di Produzione: Regno Unito. Durata: 113’. Genere: Thriller Sociale. Interpreti: Rooney Mara (Olivia), Martin Sheen (Padre Juillard), Wagner Moura (José Angelo), Selton Mello (Frederico Gonz), Rickson Tevez (Raphael), Eduardo Luis (Gardo), Gabriel Weinstein (Rato), André Ramiro (Marco), Stepan Nercessian (Antonio Santos), José Dumont (Poliziotto Carlos), Jesuita Barbosa (Turk), Christiane Amanpour (sé stessa).
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]