Prevedibili incertezze

Immaginare oggi quale sarà il risultato delle prossime elezioni amministrative regionali è un’impresa ardua se non impossibile. Unica certezza prevedibile, purtroppo, è il forte astensionismo che ancora una volta caratterizzerà il verdetto delle urne. Le ragioni? Sconcerto degli elettori di destra, centro, sinistra, di fronte alle quotidiane disarticolazioni nei partiti e dei partiti che rappresentano, o almeno dovrebbero rappresentare, quell’elettorato.

Per ciò che riguarda noi popolari italiani, l’unica speranza è che un magro risultato possa spingere tutti verso un nuovo approccio unitario che impedisca l’irreparabile: l’assenza dei moderati cattolici, laici, liberali e riformisti nel contesto politico delle nostre istituzioni per decenni. Istituzioni oggi sempre più occupate da una reale minoranza di sinistra che sinistra non è più, senza però diventare qualcosa di realmente positivo per questa irriconoscibile società in cui viviamo.

Crisi valoriali, ideali, economiche, si sommano alla mancanza di autorevolezza della classe dirigente dedita solo al “particulare” della sopravvivenza dei singoli attori. Non esiste alcuna vera strategia nazionale, europea, in grado di consentirci di avere un ruolo nel contesto internazionale come premessa della ripresa economica del Paese. Siamo ormai ridotti a fare notizia solo per una imbelle politica di accoglienza dei profughi africani che confonde umanità con razionalità.

Renzi incomincia a lanciare segnali di scricchiolamento della sua forza bruta. Perché perdere questa occasione continuando a vivere di reciproci rancori, precostituite discriminazioni, veti incrociati tra i responsabili di un’area legittimamente alternativa? Perché non dare corpo all’appello di Mario Mauro di costruire un Ump italiano quale unica soluzione in grado di mettere insieme i cocci di un centrodestra dilaniato, disarticolato, non in grado di sostenere la vita del Paese e delle amministrazioni locali?

Basterà un giorno far salva la propria coscienza individuando solo le colpe di chi ci ha portato a tanto per cecità personale, per esigenze di sopravvivenza individuale? C’è solo da augurarsi, come spesso succede nella storia di un Paese, che dopo il disastro delle prossime elezioni ci sia finalmente una resipiscenza in grado di modificare questo disastroso stato di cose. Facciamo in modo che tale speranza diventi certezza.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo è Vicepresidente nazionale dei Popolari per l’Italia e Membro del Bureau PPE a Bruxelles]

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