Il 9 maggio Festa dell’Europa

Il 9 maggio di ogni anno è il giorno in cui si celebra il primo passo di un lungo percorso che ha portato alla costruzione dell’Europa unita che oggi conosciamo. Un’Unione Europea in cui i singoli Paesi europei si sono uniti solidalmente.

Popoli Solidali, consapevoli di avere culture analoghe o complementari, che hanno il comune interesse di elaborare nuove possibili politiche di coesione, di ricercare la pace e la prosperità per tutti i cittadini dell’Unione, per scongiurare l’orrore e la distruzione di una nuova guerra mondiale ed esplorare nuove forme di dialogo.

Fu con la consapevolezza e con la coscienza di queste urgenze che i Paesi fondatori dell’Europa, tra cui l’Italia, cominciarono a mettere in comune le proprie ricchezze, a intrecciare in maniera irreversibile il proprio avvenire, nella certezza che solo se il futuro “fosse diventato unico”, per tutta l’Europa, il fardello della guerra poteva essere definitivamente cancellato.

Il 9 maggio è il giorno in cui, nel 1950, Robert Schuman presentò il “Piano Schuman” per la promozione della cooperazione economica ideato da Jean Monnet. Il Piano segnò l’inizio del processo di cooperazione e integrazione europea. Una strada lunga, anni complicati, segnati dal raggiungimento di traguardi importanti e da fasi di arresto del processo di integrazione territoriale e politica dell’Unione. Un’Unione Europea costituita da una moltitudine di popoli, di lingue, di tradizioni, una comunità variopinta ed estremamente ricca.

Proprio per la peculiarità dell’estrema eterogeneità culturale ed identitaria che la compone, il ruolo dell’Europa, sulla scena internazionale, è uno dei temi più importanti e delicati che si possano affrontare. Tanto che anche il Capo dello  Stato Sergio Mattarella, lo scorso 2 marzo, ha voluto che la Sua prima visita di Sato estera si svolgesse nello scenario europeo: prima a Berlino, dove, incontrando il Presidente federale tedesco Joachim Gauck  e il Cancelliere federale Angela Merkel, ha ribadito il ruolo fondamentale svolto dall’Unione sui vari temi che ogni giorno rendono incandescente il dibattito politico-sociale europeista. Per il Presidente Italiano occorre “fare di più in materia economica e monetaria”: “La crisi ha provocato molte difficoltà, ma anche la nascita di strutture solide in Europa. Occorre una spinta maggiore per l’integrazione in Europa, necessaria sempre più”, ha spiegato. “L’Europa deve cambiare passo”, ha ribadito il Presidente. Secondo Mattarella l’Unione “deve risolvere le crisi che la scuotono all’interno”, che “hanno monopolizzato il dibattito europeo degli ultimi anni, ma hanno anche contribuito, pur a costo di pesanti sacrifici, a far crescere la costruzione dell’edificio europeo”. Ora, ha aggiunto, l’Europa “deve riprendere a crescere” perché “solo così si potrà continuare ad alimentare le speranze delle nuove generazioni. Queste sono le più duramente colpite dalla crisi e aspirano traguardi di crescita ambiziosi e alla loro portata”. Proseguendo, poi, il 3 marzo per Bruxelles dove, incontrandosi con i vertici delle Istituzioni europee: nella sede del Parlamento europeo con Martin Schulz, proseguendo con Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera UE, con il Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk e il Presidente della Commissione Europea Jean Claude Junker. Testimoniando, così, nei fatti, di quanto gli stia a cuore il “nodo europeo”.

Lo vediamo quotidianamente quanto sia nevralgica una politica estera europea saggia e opportuna, nelle questioni di geopolitica internazionale. L’Europa può dare un contributo notevole, ogni giorno constatiamo che dall’Iraq alla Palestina, dall’Africa all’Asia, bisogna ancora lavorare assiduamente per portare e promuovere la pace. Per questo è importante che l’Europa sia matura. Solo un’Europa matura è un’Europa forte, in grado di sostenere la propria filosofia delle relazioni internazionali, in grado di proporre il suo modello di convivenza pacifica a livello globale. Oggi in Europa ci sono ancora “troppi problemi sociali ed economici” e l’UE deve “rispondere alle attese delle nuove generazioni”. Si fa largo nella coscienza dell’Opinione pubblica (come abbiamo visto, anche,  in occasione delle ultime elezioni) la voglia di partecipazione alle dinamiche europee, in un flusso che parte dal basso: cittadino, per arrivare al vertice: Bruxelles. Anche la scelta dei maggiori partiti gruppi politici di affidarsi a figure di rilievo internazionale e di presentarsi a dibattiti elettorali testimonia uno spostamento dell’opinione pubblica verso l’Europa.

E come potrebbe essere altrimenti dato che tra Bruxelles e Strasburgo (e Francoforte) si prendono le decisione che inevitabilmente condizionano la vita di centinaia di milioni di persone. Dalla standardizzazione dei processi produttivi alle scelte di politica monetaria e finanziaria. Oggi giorno l’Europa è un urgenza ineludibile e in questo senso le parole del nuovo Capo dello Stato Sergio Mattarella, che, richiamando i Padri fondatori dell’Unione europea: “…ha ancora una volta sottolineato non solo l’irreversibilità del processo di integrazione europea ma l’assoluta necessità di un suo avanzamento celere”.

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