Trattato di Londra del 1949, nasce il Consiglio d’Europa
“Oggi trova la sua forma definitiva in questo trattato che apre la strada alla speranza di una nuova vita per l’Europa. Siamo testimoni, per la prima volta nel nostro vecchio continente, della nascita di un’istituzione democratica comune”. Con queste parole Ernest Bevin, Segretario di Stato per gli affari esteri britannico pronunciò il discorso d’apertura del consesso di dieci nazioni, Belgio; Danimarca; Francia; Irlanda; Italia; Lussemburgo; Paesi Bassi; Norvegia; Gran Bretagna; Svezia; riunite a Londra a seguito di quanto deciso durante il Congresso dell’Aia dell’anno precedente. Questa riunione dei dieci stati portò alla stipula del Trattato di Londra firmato nel palazzo di Saint James il 5 maggio 1949.
Il trattato istituì il Consiglio d’Europa, definendone gli scopi, decidendone gli organi, fissò la sede del Consiglio a Strasburgo. Le due lingue ufficiali assunte per il funzionamento del consiglio furono l’inglese ed il francese, ed è stato depositato negli archivi del governo del Regno Unito, il quale ne ha trasmesso delle copie certificate conformi ai governi firmatari. Al 2011 è stato ratificato complessivamente da 47 stati europei.
L’art.1 dello Statuto recita: “Il Consiglio d’Europa ha lo scopo d’attuare un’unione più stretta fra i Membri per tutelare e promuovere gli ideali e i principi che sono loro comune patrimonio e per favorire il loro progresso economico e sociale.”. I due pilastri su cui si sorregge la struttura sono un’Assemblea Parlamentare con compiti propositivi, ed un Comitato di Ministri dove siedono i Ministri degli Esteri dei paesi membri e che detiene il potere di azione. Un’Assemblea senza poteri ed un Comitato con i poteri, ma bloccato dalla necessità dell’unanimità e dal diritto di veto tarparono le ali alla neonata istituzione, ma da qui discese poi una fondamentale innovazione, la CEDU. La Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali fu successivamente firmata a Roma nel novembre del 1950 e portò alla nascita della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, organo giurisdizionale indipendente con il compito di giudicare le violazioni ai principi del Trattato nell’ambito dei paesi aderenti.
La storia del Trattato di Londra ha varie implicazioni storico-politiche come sempre negli scenari internazionali, frutto di trattative e sottili equilibri di potere. La sede scelta fu un machiavellico equilibrio tra la Francia, europeista convinta sotto la guida di Schuman, ma ancora fragile nel momento post-bellico, ed un Regno Unito paralizzato tra i diversi desiderata di tories e labour. Con un colpo da maestro gli inglesi uscirono da un immobilismo che non era più al passo dei tempi portando la sede delle trattative sotto il Big Ben, pur lasciando poi che il Consiglio d’Europa ponesse i suoi palazzi a Strasburgo, in terra francese. In pratica tutti ebbero qualcosa da portare in dono alla propria parte, i laburisti l’avere fermato il progetto federalista francese, ed i francesi di avere messo la sede dell’istituzione sul loro territorio.
D’altronde l’istituzione del Consiglio d’Europa rappresenta una tappa fondamentale nel processo d’integrazione europea, introducendo e mettendo in pratica per la prima volta, una forma strutturata di rappresentatività parlamentare ed è anche la prima istituzione a carattere sovranazionale in ambito europeo.