La Terra e i suoi miti in mostra al Colosseo

Roma – Il Colosseo riscopre le origini più antiche ospitando fino al 11 Ottobre una mostra che celebra la Terra e tutti i culti che si sono sviluppati intorno ad essa. Terrantica. Volti, miti e immagini della Terra nel mondo antico, inaugurata giovedì scorso, abbraccia ogni genere d’arte dalle testimonianze storiche, come i reperti archeologici, alle più recenti fotografie dimostrazione di un culto sacro che ancora impregna i luoghi più remoti con la sua magia.

La Terra, scenario di vita e di morte, è stata più volte invocata dai più grandi poeti e scrittori a noi noti, come Omero che si rivolge a lei con queste delicate parole: “Mi accingo a cantare alla Terra, Madre universale dalle solide fondamenta, vecchia venerabile, che nutre quanto si trova sulla superficie di essa.[…] Da te procede la fecondità e la fertilità, o Sovrana, e da te proviene dare e togliere la vita agli uomini mortali. Beato colui al quale tu, benevola, rendi onori; questi ha tutto in abbondanza [… ]dea augusta, generosa divinità! Salve, Madre degli dei, sposa del Cielo stellato! Concedimi una vita felice come premio al mio canto! D’ora in poi mi ricorderò di te nei rimanenti canti” (Ode alla Madre Terra vv. 1-3, 6-9, 17b-20).

Con quest’animo i curatori della mostra, Maurizio Bettini e Giuseppe Pucci, hanno raccolto il materiale messo loro a disposizione da Roberta Valtorta del Museo della Fotografia Contemporanea; nonché dall’intervento della Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area archeologica di Roma. L’esposizione si suddivide in aree tematiche, ognuna delle quali è legata ad un aspetto fondamentale di essa e sarà trattato approfonditamente dai contributi di storici, archeologi, letterati e antropologi presenti nel catalogo edito da Electa.

Il percorso della mostra si apre con una sezione dedicata a statuette in terracotta, marmo bianco, calcare, serpentino; tra queste risaltano la Venere del Trasimeno e la Marmotta dalle forme arrotondate di età preistorica, eccezionale prestito del Museo Pigorini di Roma. Di altrettanto pregio sono le statuette femminili, collezione Goulandris, provenienti dal Museo di Cagliari. Da qui si giunge alla sezione dedicata alle divinità greche e alla loro genealogia, che ospita il vaso attico a figure rosse del pittore Hermonax raffigurante Atena che riceve Eretteo da Gaia proveniente dall’Antikensammlungen di Monaco di Baviera. Di notevole bellezza è la statua votiva di epoca gallo-romana proveniente dal Museo di Alesia in Francia che raffigura Demetra con il ventre pieno di frutti. Splendida anche la testa di Cerere del Museo di Antichità di Torino.

Nella sezione dedicata al regno dei morti, il sottosuolo, sono esposte l’immagine di Ade del rilievo marmoreo proveniente dai Musei Capitolini, il lekytos (vaso) raffigurante l’immagine di Hermes su fondo bianco di proprietà dell’Antikensammlungen di Monaco di Baviera. I reperti di oggetti che accompagnavano le anime nel regno dei defunti come la laminetta dorata, solitamente riportavano incise le istruzioni per i defunti, proveniente dal museo archeologico di Vibo Valentia. Per risalire alla luce bisogna attraversare il regno dei sogni, come illustrato sul cratere apulo a volute dal pittore di Baltimora dove l’indovino della città di Argo si presenta al cospetto di Ade proveniente dall’ Antikenmuseen di Basilea. Vi è anche un rilievo in marmo proveniente dal Museo Archeologico Nazionale di Aquileia che raffigura la fondazione della città di Roma come descritta da Plutarco ne La Vita di Romolo.

Accanto ai reperti archeologici sono state collocate una serie di fotografie dei più importanti autori italiani contemporanei, da Gabriele Basilico a Raffaela Mariniello, che danno risalto alla Terra e agli elementi che la compongono, nelle sue varie forme e manifestazioni, esaltando la sua sacralità e magia.

Immagini prive di manifestazione umana, che lasciano spazio all’orizzonte, l’intento è quello di rendere percepibile quella sensazione di infinito mistero su cui gli antichi si interrogavano, ormai lontana dal nostro quotidiano, e su cui hanno fondato le loro credenze.

©Futuro Europa®

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