Italicum alla prova della Camera

Il messaggio è chiaro: “Se non passa l’Italicum, il governo cade”. Se non si tratta di una prova di forza, poco ci manca. Il premier, Matteo Renzi, ospite in tv da Lilli Gruber a Otto e mezzo, spiega senza giri di parole che il destino dell’esecutivo è legato all’approvazione in aula del testo che cambia la legge elettorale. “Martedì – dice Renzi – il governo deciderà se porre la questione di fiducia. Se l’Italicum non passa, il governo cadrà. Io – aggiunge – non sono qui per stare con la terga attaccata alla poltrona. I signori del Parlamento hanno l’occasione di mandarmi a casa. Lo facciano”.

Il clima si scalda, proprio a ridosso del passaggio alla Camera della nuova legge elettorale. Il fronte interno di dissidenti dem resta forte e compatto, insomma il rischio che il partito si spacchi c’è. “Credo che faranno passare la legge”, rassicura premier, ponendo l’accento sul fatto che l’Italicum “sta in un pacchetto di proposte” avanzato in varie occasioni e discusso. “Altrimenti che si fa, facciamo finta di niente? Possono mandarmi a casa, ma non fermarmi”. I nervi sono tesi, soprattutto dalla parte di chi contesta questa riforma. Nel giorno della Liberazione, parole tutt’altro che distensive sono arrivate dell’ex segretario, Pier Luigi Bersani: “Quella di Renzi, che dice che se la legge non passa cade il governo, è una pressione sul Parlamento indebita. Dopodiché io sono affezionato alla mia “ditta”, il Pd, che però ha una regola: davanti a temi costituzionali ogni singolo parlamentare si assume liberamente la sue responsabilità”.

Il numero uno del Senato, Pietro Grasso è ottimista sull’approvazione e si dice “fiducioso e certo che si possa lavorare bene fino in fondo alla legislatura”. A buttare benzina sul fuoco è stato anche l’ex premier, Enrico Letta, che su Facebook ha risposto alle osservazioni dei costituzionalisti Barbera, Ceccanti e Clementi alla sua posizione sull’Italicum: “Esprimere dubbi sull’opportunità di approvare riforme a maggioranza risicata, con la contrarietà di tutte le opposizioni, esterne e addirittura interne, è, a mio avviso, una semplice questione di buon senso”. Renzi, invece, non sembra curarsi troppo di un’eventuale maggioranza stretta tanto da farsi scappare una battuta: “Maggioranza risicata? Se passa la legge elettorale offro da bere, sono anni che non passa la riforma della legge elettorale”.

Il governo, d’altronde, ha puntato molto, se non tutto, sulle riforme. Questa settimana sarà un banco di prova importante per capire quanto il Pd resterà compatto e chi deciderà di votare o meno la legge. Molto, comunque, dipenderà dalla decisione del presidente del Consiglio di porre o meno la fiducia sulla questione Italicum. Renzi punta anche a recuperare l’intera Area Riformista, la componente che fa capo a Roberto Speranza, una parte della quale si è già pronunciata per un voto favorevole all’Italicum. Area Riformista raccoglie 85 deputati e un suo completo schieramento a favore renderebbe ininfluenti i voti contrari di dissenso degli irriducibili, tra cui Pippo Civati, Stefano Fassina e via dicendo. Le opposizioni voteranno contro oppure abbandoneranno l’aula. Il governo Renzi, sull’Italicum, si gioca la faccia.

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