Indignazione

Con l’età si impara a non stupirsi di nulla, ma non si perde, per fortuna, la capacità di indignarsi. E alcuni fatti della scorsa settimana suscitano francamente indignazione.

Mi hanno  profondamente indignato quegli sciagurati che alla manifestazione di Milano per la Liberazione hanno contestato nel modo più sbracato e volgare la Brigata Ebraica, che – ricordiamolo subito – non sfilava con le bandiere dello Stato di Israele. La Brigata attuale rievoca quella che ha combattuto valorosamente contro il nemico comune, fianco a fianco con i partigiani di tutte le tendenze che hanno animato la Resistenza, e ne è stata parte integrante. Questo è stato sempre pacificamente riconosciuto, proprio da quella sinistra di cui le reti sociali rappresentano l’ala spuria. Al di là di questo, come non ricordare che la Liberazione ha significato la fine vittoriosa di una lunga lotta al nazismo e che del nazismo gli ebrei sono stati la maggiore vittima? Che il sacrificio di sei milioni di martiri non susciti, se non il rispetto, almeno il silenzio di questa gente  prova solo il livello a cui essa è caduta ed è chiara manifestazione di quella intolleranza che, appunto, fu combattuta e vinta in quegli anni. E non ci sono simpatia e appoggio – in sé legittimi – alla causa palestinese,  che tengano. Questa è barbarie nuda e cruda. Quelli che sfilavano erano cittadini italiani come noi e meritano lo stesso rispetto di tutti. Bene ha fatto il PD a sfilare al lato loro e ringraziamo, una volta di più, le Forze dell’Ordine che hanno impedito violenze fisiche. Non potevano, ovviamente, impedire quelle verbali: quattro scalmanati  gridavano “Sionisti, carogna, tornate nella fogna”.  Loro nella fogna non hanno nessun bisogno di tornarci, ci sono già.

Ma, sempre restando in tema di Liberazione, mi indigna il fatto che da certe parti, anche nelle istituzioni, si sia voluto accreditare una sorta di identità tra i valori di allora e quelli che riguardano l’immigrazione. Non  confondiamo cose che non hanno nulla in comune. Lottare contro un occupante straniero dai metodi duramente repressivi è un conto: accogliere da noi, senza neppure il limite della ragione, i diseredati della Terra (non sto parlando del soccorso a chi naufraga in mare, che è cosa umanissima e doverosa). Che ci sia un dovere morale dei paesi più nei limiti della compatibilità fisiologica, solo se si è in grado di offrire loro un lavoro e una vita degna, e non si creino solo candidati alla miseria e all’emarginazione. Non occorre essere Salvini per capirlo. Ma, ripeto, con i valori della Liberazione tutto questo non c’entra niente e confondere le acque è fare torto a chi lottò e morì per la libertà della Patria. Di quella Patria di cui sarebbe bene che cercassimo tutti di preservare i valori fondazionali di civiltà. Civiltà che è figlia della nostra lunga e illustre Storia, del Cristianesimo, del Rinascimento, dell’Illuminismo. E del Risorgimento, che oggi questa gente vorrebbe farci dimenticare o svilire. Non di qualche estremista islamico che predica solo odio e distruzione.

Parlando di immigrazione, mi pareva che l’Unione Europea avesse adottato decisioni serie e non certo disumane (che siano coraggiose e sufficienti è dubbio). Parte di esse è la possibilità di distruggere i barconi vuoti prima della loro partenza. Che sia un mezzo, certo non l’unico e neppure il migliore in assoluto, ma sperabilmente efficace, per combattere il moderno schiavismo e prevenire il sacrificio di altre centinaia o migliaia di vite umane, è cosa che parla al senso comune.  In una nota precedente, avevo detto quello che pensavo delle opinioni  manifestate in proposito dalla signora Boldrini. Ora vedo che il Vaticano entra in lizza condannando anche lui quella possibilità definendola “atto di guerra”. Atto di guerra?  Ma certo! Atto di guerra contro gli ignobili negrieri che stanno insanguinando il Mare Nostro, e al di là di essi a chi, per le sue demenziali trame di colonizzazione dell’Occidente, profitta di questo sinistro movimento. Per il Vaticano non è giusto combatterli?  Non è giusto prevenire altre tragedie in mare? E se non con la forza, come? Con il solito “dialogo”?  Bene, allora però non ci si stracci le vesti contro l’indifferenza della Comunità internazionale e non si spargano lacrime e accorate proteste al prossimo naufragio!

Infine, mi  indignano alcune vicende del teatrino politico. Mi  indigna che il Premier faccia il braccio di ferro su una Legge elettorale che meriterebbe una larga basedi consenso almeno nella maggioranza e dovrebbe essere messa al riparo dal rischio di incostituzionalità. Mi indigna però anche che esponenti del suo proprio partito (il cui disaccordo sul fondo è ovviamente legittimo e comprensibile) trattino il proprio leader, scelto a grande maggioranza da militanti e membri  del PD, di affossatore della democrazia, perdendo, mi sembra, ogni senso delle proporzioni. Lo ha fatto tra gli altri l’ineffabile signora Bindi, a cui consiglio di lasciare queste trovate all’opposizione, che ha tutto il diritto di servirsene. Dove vogliono andare? Vogliono far cadere Renzi e tornare a consegnare il Paese ai loro avversari di sempre? Non sarebbe la prima volta!

E parlando di opposizione, come non indignarsi vedendo Forza Italia presentare una mozione di incostituzionalità contro una Legge elettorale che è frutto in buona parte della volontà di Berlusconi, che FI ha votato al Senato e i cui difetti (che conosco e deploro) sono comunque minori di quelli del Porcellum voluto dalla destra? Ma certe gente, come può guardarsi nello specchio senza ridersi in faccia?

©Futuro Europa®

Condividi
precedente

Dalle agenzie stampa

successivo

Potito Salatto (Ppi): l’Italicum e la democrazia autoritaria di Renzi

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *