Primo maggio habanero
Oggi a Cuba tutti festeggiano. A L ‘Avana ci sarà un’immensa parata, mai numerosa come adesso in Piazza della rivoluzione. Questa volta ci saranno delegazioni straniere giunte da 68 paesi con quasi 1800 rappresentanti che parteciperanno ai festeggiamenti nella piazza cuore della capitale e simbolo di tanti avvenimenti e vittorie. E poi, grande evento, saranno fisicamente presenti i cinque eroi cubani, recentemente liberati dalle autorità degli Stati Uniti.
Insomma Cuba apre, ma il socialismo, la lotta per Patria, il senso di appartenenza alla nazione rimane ben radicato. Per questa gente il Primo maggio è una vera festa, non sono obbligati a partecipare: partecipano per il loro piacere e attaccamento al Paese.
E questa è la proprio marcia in più di Cuba; si vive la storia in diretta senza filtri; ci sono nuove battaglie e nuovi obiettivi, specie quella di togliere l’embargo, un vero genocidio come lo intendono qui. Ed è vero sostengo io: come si può “punire” un popolo così a lungo?
Al lato di tante soddisfazioni e promesse che rendono a L’Avana l’aria frizzante, ci sono i soliti noti, i cosiddetti oppositori da daiquiri, gente che ha fatto quattro pesos divulgando notizie non vere, raccontando fatti non accaduti, vessazioni, arresti, porcherie e torture che non sono mai state. Solo per soldi e perché essere contro faceva fico. Purtroppo, chi senza mai esser venuto qui sostiene che Castro è il diavolo, ci ha creduto.
Ma ai cubani veri di questi non frega nulla, nessuno si oppone a loro perché contano quanto il due di briscola, perché raccontano storie non vere. La loro stella di oppositori si sta sciogliendo come una massa di temporale, i fatti parlano, alla fine Cuba vince sempre, come le sue contraddizioni certo, ma soprattutto con la sua grande dignità.