La stanza del figlio (Film, 2001)

La visione di Mia madre ha fatto tornare d’attualità La stanza del figlio, il capolavoro riconosciuto di Nanni Moretti, un film drammatico di pura fiction, a tematica intimista, del tutto avulso da esperienze di vita.  Giovanni (Moretti) è uno psicanalista di Ancona – la città dove Visconti ambientò Ossessione – mentre la moglie Paola (Morante) è un piccolo editore. I coniugi hanno due figli adolescenti: Irene (Trinca, che rivedremo ne Il caimano) e Andrea (Sanfelice); trascorrono un’esistenza normale e tutto sommato felice, anche se il padre vorrebbe che il maschio fosse più determinato, più desideroso di vincere. Un giorno Giovanni invece di andare a correre con Andrea risponde alla chiamata di un paziente (Orlando) e così il figlio decide di partecipare a un’immersione subacquea con gli amici. Il figlio muore per un tragico incidente modificando la vita dell’intera famiglia. Niente è più come prima: la figlia diventa aggressiva, la madre si rifugia nei ricordi, il padre non si perdona di essere andato dal suo cliente invece di restare con Andrea. Sensi di colpa che lasciano il posto a un odio intenso nei confronti del paziente che secondo lui ha provocato la morte del figlio, fino a quando non deciderà di sospendere il suo lavoro. Giovanni non riesce a osservare con distacco la vita degli altri, si rende conto d’un tratto che la sua vita ha perduto la fragile stabilità. Una lettera di una fidanzatina del figlio riaccende una piccola speranza, – il nome di Arianna è tutto un programma -, sarà lei a riaprire la stanza del figlio Andrea e a regalare un sorriso a tutta la famiglia. Un lungo viaggio a Mentone, da dove Arianna deve partire per una vacanza francese con il nuovo ragazzo, apre le porte a un nuovo inizio, alla metabolizzazione del dolore per poter ricominciare.

La stanza del figlio è un film tragico e disturbante, scritto e sceneggiato con professionalità, senza dialoghi altisonanti, ma capace di mostrare dolore e sofferenza ricorrendo a sguardi intensi e grandi prove interpretative. Moretti racconta la storia dei rapporti familiari, tra coniugi e con due figli adolescenti, prima e dopo lo scatenarsi dell’imponderabile, di una tragedia capace di sconvolgere il vivere quotidiano. Il regista non si abbandona al melodramma, anche se avrebbe tra le mani materiale a sufficienza non si lascia mai tentare dal cinema strappacuore, ma confeziona una pellicola minimalista che indaga tra silenzi e lacrime, sconforto e abbandono, voglia di mollare e desiderio di ricominciare. Molta letteratura (Carver con La poesia del piede) e tanta musica, come sempre, con alcuni vezzi morettiani: l’armadio pieno di scarpe da ginnastica e la canzone cantata a squarciagola in auto (Insieme a te non ci sto più). Nicola Piovani scrive una colonna sonora straordinaria, una sinfonia al pianoforte che ricorda la musica dei vecchi lacrima movie, ma non dimentichiamo Synchronising di Michael Nyman e By this river di Brian Eno, due canzoni amate dal figlio. A un certo punto Moretti va al Luna Park, elemento immancabile nei vecchi lacrima movie, qui vissuto come contrasto dolore – felicità, in funzione di ricordo dei giochi adolescenti. In questo frangente ascoltiamo Siamo gli eroi (Rizzo e Righini), cantata da Paola Turci. La fotografia di un’Ancona portuale e marinara è straordinaria, lunghe soggettive di Moretti che corre verso il porto, tra le strade cittadine, montagne alle spalle, e intensi flashback onirici nei quali rivede il figlio, immaginando una scelta che gli avrebbe salvato la vita. Gli interpreti sono straordinari. Nanni Moretti è sempre sé stesso anche nel ruolo di attore, in una parte complessa, diversa dai personaggi autobiografici. Laura Morante è una perfetta madre addolorata, sconvolta, in lacrime, segnata da una ferita profonda che le cambia la vita. Bravi i ragazzi, sia Jasmine Trinca (figlia ribelle) che Giuseppe Sanfelice (figlio che muore), ma anche la carrellata di assurdi pazienti è un momento interessante del film. Non possiamo dimenticare l’aspirante suicida Silvio Orlando che quando si ammala davvero decide che vuole vivere e neppure il sessuofobo Stefano Accorsi, in preda a una folle esaltazione quando lo psicologo decide di abbandonare la professione.

La stanza del figlio è un film sulla perdita, su come una famiglia normale affronta una variabile che sconvolge il quotidiano, un film sull’inutilità della vita di fronte a tanto dolore. Il finale – un intenso piano sequenza sulla spiaggia di Mentone dopo un sorriso che riunisce l’intera famiglia – pare lasciare spazio a un briciolo di speranza, apre le porte al nuovo inizio, per trovare il coraggio di ricominciare. Girato da maestro, tra soggettive e piani sequenze, notturni malinconici e ricordi onirici, intriso di un tono triste e decadente, un piccolo capolavoro che merita l’attenzione internazionale e la Palma d’Oro a Cannes ventitré anni dopo L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi.

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Regia: Nanni Moretti. Soggetto: Nanni Moretti. Sceneggiatura: Linda Ferri, Nanni Moretti, Heidrun Schleef. Fotografia: Giuseppe Lanci. Montaggio: Esmeralda Calabria. Musica: Nicola Piovani (scritta, orchestrata e diretta). Edizioni Musicali: Emergency Music Italy. Brani Musicali citati: Insieme a te non ci sto più (Conte, Pallavicini, canta Caterina Caselli), By This River (Eno, Roedelius, Eno, canta Brian Eno), Water Dances (M. Nyman). Poesia: Le dita del piede (Raymond Carver). Aiuto Regista: Andrea Molaioli. Direttore di Produzione: Gianfranco Barbagallo. Suono in Presa Diretta: Alessandro Zanon. Assistente alla Regia: Adriana Conte. Costumi: Maria Rita Barbera. Operatori di Macchina: Franco Bruni, Roberta Allegrini.  Operatori steady-cam: Tani Canevari, Giovanni Gebbia. Scenografia: Giancarlo Basili. Microfonista: Angelo Amatulli. Fotografo di Scena: Umberto Montiroli. Mixage: Danilo Moroni. Produttori: Angelo Barbagallo e Nanni Moretti. Case di Produzione: Sacher Film (Roma), Bac Films Studio Canal + (Parigi), con la collaborazione di Rai Cinema e Tele +.  Sviluppo e Stampa: Cinecittà. Macchine da Presa: Technovision, Pellicola: Kodak. Interni: Le Studio Canal +. Esterni: Ancona.  Interpreti: Nanni Moretti (Giovanni), Laura Morante (Paola), Jasmine Trinca (Irene), Giuseppe Sanfelice (Andrea),  Silvio Orlando, Stefano Accorsi, Stefano Abbati, Toni Bertorelli, Claudia Della Seta, Daria Cantarelli, Eleonora Danco,  Luisa De Santis (Pazienti), Sofia Vigliar (Arianna), Renato Scarpa (Preside), Roberto Nobile (prete), Paolo De Vita (padre di Luciano), Roberto De Francesco (commesso negozio di dischi), Claudio Santamaria (commesso negozio sub), Antonio Petrocelli (Enrico), Lorenzo Alessandri (padre di Filippo),  Alessandro Infusini (Matteo), Silvia Bonucci (Carla), Marcello Bernacchini (Luciano), Alessandro Ascoli (Stefano), Emanuele Lo Nardo (Filippo). Premi: Palma d’Oro al 54° Festival di Cannes, David di Donatello, Globo d’Oro, Nastro d’Argento, Ciak d’Oro, European Film Award, Premi César.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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