Expo e tute nere

L’inaugurazione dell’EXPO in tempo è sicuramente una buona notizia. E sarebbe ingiusto disconoscere l’impegno speciale che vi hanno posto le Autorità ai vari livelli e i responsabili tecnici. In occasioni del genere, l’euforia è comprensibile, ed è comprensibile che voli la retorica delle grandi speranze, dei grandi propositi, come se si trattasse ogni volta di un evento fondatore, dopo del quale le cose non saranno più le stesse. Il Premier ha parlato, con il solito ottimismo, di ripartenza del destino d’Italia. Il Papa ha augurato che sia stimolo a combattere la fame e le ingiustizie nel mondo. Uno può magari sorridere, perché c’è in tutto questo una dose di accettabile ingenuità.

Resta il fatto che l’EXPO è davvero un’occasione per rilanciare il turismo, mostrare al mondo le qualità del lavoro e del talento italiani e ridorare l’immagine di Milano, e mettere in moto un circuito virtuoso di nuovi imprendimenti e commerci. Ad ogni modo, ingenua o no, io credo che per un Paese scettico e in crisi sia vitale ogni tanto una iniezione di ottimisno, di ritrovata fiducia in sé stesso. Da studenti universitari si studia che le aspettative sono un fattore importante per l’andamento di produzione, investimenti e consumi e quindi dell’economia nel suo insieme, e dunque ben venga un’ondata di ottimismo per l’EXPO e grazie a quelli che questo ottimismo cercano di infonderlo, contrastando la perpetua lagna dei profeti di sventura. Mi sento dalla loro parte e penso meritino simpatia, a qualsiasi parte appartengano.

Sul fronte opposto ci sono quelli che si oppongono a tutto quello che porti uno sviluppo “borghese”, in nome di oscure ideologie che la Storia ha condannato e dovrebbe aver sepolto. Il loro è un linguaggio, non di costruzione, ma di violenza cieca e distruttiva. Regolarmente tornano a sporcare e imbarbarire le nostre città, a danneggiare beni altrui, a mettere a rischio sicurezza e incolumità di tutti.

Manifestare pacificamente le proprie idee è legittimo in una democrazia aperta. Chi è contro la TAV, o l’EXPO, sfili con ordine e senza violenza. Nessuno pensa di vietarglielo. Ma parlare a mezzo delle spranghe e delle bombe incendiarie, spaccare o imbrattare vetrine, bruciare automobili, attaccare le Forze dell’Ordine, no, non è lecito, si tratta di un reato particolarmente odioso e come tale va trattato, senza remore, alibi o compiacenze ideologiche di alcun tipo.

I professionisti della violenza che accorrono, anche da fuori, ogni qualvolta ci siano eventi di significato mondiale, utili a migliorare le prospettive e la vita di tutti, sono nemici della stragrande maggioranza della gente, che vuole pace, sicurezza e una vita degna. Distruggono beni che appartengono a tutti, o a privati innocenti, impoveriscono le risorse comuni, proiettano su tutto una sinistra ombra plumbea. E lo fanno da vigliacchi, nascondendosi dietro tute e maschere nere, per non essere riconosciuti e sfuggire così alla mano della legge. Non c’è ideologia, non c’è preoccupazione, neppure ambientalista, che li giustifichi. Per loro serve solo la legge, in tutto il suo rigore.

Ringraziamo una volta di più le Forze dell’Ordine che, senza riuscire a impedire del tutto la violenza di questa gentaglia, sono riuscite almeno a contenerla. A loro deve andare l’ammirazione della gente, non ai criminali dei Centri sociali e ai loro complici e compagni di violenza. Per questi, solo il rigetto della gente e la giusta punizione di legge.

©Futuro Europa®

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Un Commento

  • Post Scriptum.
    Vedo che adesso uno dei “teppisti figli di papá” – come li ha definiti il Premier – si é pubblicamente pentito e ha chiesto scusa. Meglio cosí, ma non basta. Pentiti o no, gli autori della violenza devono essere castigati. Non hanno fatto una ragazzata, ma una serie di gravi reati. Non la si giustifichi come il frutto di una giovinezza pronta per sua natura a mobilitarsi per i suoi ideali. Quando io ero ragazzo,noi “figli di papá” andavamo in piazza (senza fare danno a nessuno) per reclamare Trieste italiana. Non era la stessa cosa. Visto che credo si tratti, per buona parte, di giovanotti di famiglie abbienti,siano chiamati a ripagare i danni provocati. Toccare la gente nel portafoglio é sempre una buona lezione per il futuro.

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