Corsi e ricorsi
Mai come in questo periodo mi torna alla mente la tesi di Giambattista Vico sui corsi e ricorsi storici. Mussolini: “Vinceremo”. Renzi: “Non ci fermeranno”. Mussolini: “Spezzeremo le reni ai greci”. Renzi: “Sconfiggeremo i gufi”. Mussolini: “Non molleremo mai”. Renzi: “Molti cercano di fermarmi, ma io non mollo”.
Molte altre frasi potrebbero essere riprese spulciando su internet. Per brevità ci fermiamo qui. Ciò che, però, più mi stupisce e mi amareggia è quell’atteggiamento di fatalismo che aleggia nell’odierna società italiana. La connivenza tacita di chi, per esempio, richiamandosi al popolarismo di De Gasperi, Schuman, Adenauer, in realtà condivide e sostiene riforme, metodi, atteggiamenti, che nulla hanno a che fare con il concetto di democrazia.
Vedo aggirarsi tanti Pétain pronti a collaborare con l’occupazione tedesca. Per non parlare poi di quel “Partito della Nazione” vagheggiato da Renzi, paragonabile al partito unico di mussoliniana memoria nato con le elezioni dell’aprile 1924 dopo la legge Acerbo del 1923. Legge che eliminò, di fatto, il sistema proporzionale prevedendo un assurdo premio di maggioranza pari ai due terzi dei seggi, approfittando della disunione delle forze di opposizione, incapaci di offrire un’alternativa valida al “listone”.
Tutto questo sappiamo com’è tragicamente fallito. Se è vero che “la storia si ripete” (Tucidide) c’è solo da augurarsi che quanto oggi sta avvenendo nel nostro Paese a danno della democrazia sia fermato non con il sangue di chi si ribella. Italicum o non Italicum, gli elettori sapranno prima o poi decidere di porre fine democraticamente a ogni scempio di tipo populista. Noi Popolari per l’Italia saremo tra questi con orgoglio!
[NdR – L’autore dell’articolo è Vicepresidente nazionale dei Popolari per l’Italia e Membro del Bureau PPE a Bruxelles]