Rassegna Stampa estera
Questa settimana apriamo la Rassegna Stampa con un editoriale dell’Economist che racchiude in poche righe quello che si percepisce di noi all’estero. E’ vero che questa testata non è mai stata tenera nei nostri confronti, tanto meno con Berlusconi, ma è innegabile la sua influenza nel Mondo. L’articolo in questione si intitola Italian Politics: still a puppet master (The Economisti 28 Settembre 2013), il catenaccio si sviluppa con la seguente affermazione : “Silvio Berlusconi tiene l’Italia sulle spine”. Vengono presi di mira tutti quegli ormai innumerevoli talk show nei quali i nostri politici sguazzano con tanta leggerezza. Scrive l’autore del pezzo:”Violente dispute al vetriolo si intrecciano nei talk show sull’attualità in onda alla televisione italiana, specchio della politica del Paese (…) Negli otto mesi passati dalla sentenza definitiva che lo ha visto condannare a 4 anni di reclusione (…) gli Italiani sono stati sottoposti più che mai alla macchina del fango. E sono stati tenuti sulle spine sulla possibilità di sopravvivenza della fragile coalizione del Governo di Enrico Letta”. Prosegue il giornalista: “I falchi e le colombe che circondano Berlusconi disquisiscono sull’uscita dalla coalizione, creando incertezza sul come l’Italia possa essere governata. I problemi urgenti rimangono irrisolti, in modo particolare la questione del bilancio per il prossimo anno, mezzo per ognuna delle coalizioni di guadagnare punti tra gli elettori (…) Il 23 Settembre Giorgio Napolitano, il Presidente, aveva chiesto ai politici di evitare una rottura e di nutrire i deboli segnali di miglioramento economico (…) La lentezza della giustizia italiana è parzialmente da incolpare per questa incertezza. Pur confermando la sentenza, la Corte Suprema ha rimandato ad un’altra corte di appello la questione della durata della proscrizione di Berlusconi dai pubblici uffici.” (…) In poche righe sono chiaramente schematizzati tutti i nostri problemi: giustizia, economia, credibilità.
Anche Guy Dinmore sul Financial Times sottolinea quanto questa situazione faccia male alla nostra economia. Nel suo articolo del 26 Settembre dal titolo Silvio Berlusconi faction sparks political crisis, afferma che “i sostenitori di centrodestra di Silvio Berlusconi hanno messo in crisi la coalizione di Governo minacciando di dimissionare dal Parlamento se la Commissione del Senato voterà il mese prossimo di toglierli il suo seggio da senatore. La minaccia, espressa giovedì sera, sembra rovesciare un accordo tra l’ex Primo Ministro, che la scorsa settimana aveva parlato dell’importanza della stabilità politica e aveva detto che i Ministri del suo Partito, parte della coalizione di sinistra-destra di Enrico Letta avrebbero continuato a lavorare sul programma economico (…) Come reazione all’incertezza politica, la Borsa di Milano ha perso giovedì quasi il 2%, mentre lo spread sfiorava i 250 punti.” (…)
Continua sulla stessa linea Lorenzo Totaro (insieme a Andrew Frey e Chiara Vasarri) su Bloomberg titolando il suo pezzo Italian President Says Threat by Berlusconi Allies ‘Unsettling’ (Bloomberg 26 Settembre 2013). Scrive Totaro: “Il Presidente italiano Giorgio Napolitano ha detto essere molto preoccupato per la minaccia dei deputati di Silvio Berlusconi che hanno dichiarato voler dimissionare in massa se la condanna per frode fiscale portasse alla cacciata dell’ex Primo Ministro dal Senato (…)
Anche Paolo Biondi su Le Nouvel Observateur mette l’accento sulla incertezza politica che caratterizza, più che mai, la nostra “Storia”. Scrive il giornalista: “(…) Il Presidente Giorgio Napolitano, che doveva assistere giovedì ad una Conferenza su Alcide De Gasperi, uomo politico del dopoguerra, ha annullato la sua partecipazione per ‘uno sviluppo politico istituzionale imprevisto’. Ha in seguito definito le minacce di dimissioni della destra ‘preoccupanti’ e che avrebbero reso più fragile il funzionamento dell’assemblea (…) Incidentalmente ha definito ‘assurde’ le dichiarazioni che assimilavano la condanna di Silvio Berlusconi a un ‘colpo di Stato’ o a un atto ‘sovversivo (…) Le minacce di FI arrivano poche ore dopo il tentativo dell’attuale Presidente del Consiglio, in visita a Wall Street, di convincere gli investitori stranieri della stabilita ed affidabilità del suo Paese (…) Il Capo di Stato (…) non è favorevole ad indire nuove elezioni. Ma le tensioni ricorrenti che scuotono il Governo Letta ostacolano gli sforzi di riforma dell’esecutivo.” (…) (L’incertitude politique grandit en Italie, 26 Settembre 2013) Dominique Baillard per RFI descrive un’Italia “impantanata nella recessione, la più lunga dal dopoguerra”. Un’analisi precisa della situazione economica attuale il cui immobilismo è da attribuire a riforme strutturali mai attuate.” Il giornalista fa notare come l’Italia non sia più nel gruppo in testa tra i Paesi membri dell’UE, ma è passato in quello intermedio, insieme a Portogallo, Grecia, Slovenia. (L’Italie embourbée dans la récession, la plus longue depuis l’après guerre, RFI 25 Settembre 2013).
Come scrive Philippe Ridet su le Monde di qualche giorno fa, “per il Governo Letta il confronto diventa guerriglia”. Ma vogliamo chiudere con un articolo apparso sull’iraniana Press.Tv. Il Presidente Rouhani è convinto che l’Italia debba far parte del tavolo di trattative sul nucleare iraniano. “Il Presidente Hassan Rouhani ha reiterato la volontà del Paese di calmare le presunte preoccupazioni sul suo programma nucleare, affermando che l’Italia può essere parte della soluzione del problema”. Rouhani ha inoltre sottolineato quanto profonde fossero le radici dei rapporti tra i due Paesi, accentuando l’importanza di migliorare i legami economici, politici, culturali e andare incontro ai bisogni energetici del nostro Paese.
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