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Trivelle: anche Chiesa dice no, adesione Arcidiocesi a manifestazione, difesa vita e ambiente tornino al centro – “La politica tutta, dal Parlamento nazionale fino ai Consigli comunali, realizzi la necessaria svolta per rimettere la difesa della vita umana e dell’ambiente al centro del proprio agire, perché coloro che hanno a cuore il bene comune s’impegnino a difendere questa meravigliosa terra che è la Costa Teatina, con tutti gli uomini, le donne e gli esseri viventi che vi abitano”. Lo afferma il responsabile Pastorale Sociale dell’Arcidiocesi di Lanciano-Ortona, don Carmine Miccoli, nell’annunciare l’adesione alla manifestazione di Lanciano del 23 maggio contro la deriva petrolifera. L’augurio del religioso è che, con l’evento, si possa essere “esempio vivo di come contrastare non solo un’economia che uccide la vita e il futuro, ma anche di una politica che ha smarrito il suo interesse per il bene comune e per la costruzione di un ordine sociale fondato sulla giustizia e la pace”. “A tutti – aggiunge – chiedo di impegnarsi per fermare Ombrina Mare, Elsa 2 e ogni progetto, non solo petrolifero, di sfruttamento selvaggio dell’ambiente naturale. Tale compito si impone soprattutto a coloro che, dicendosi credenti, hanno il dovere di tutelare ad ogni costo il valore della vita, la dignità della persona in tutte le sue dimensioni, la promozione della giustizia e della pace, la solidarietà e la difesa dei più poveri, perché partecipino in maniera consapevole e solidale alla costruzione di un mondo sempre piú somigliante al ‘sogno di Dio’ per le sue creature”. “A coloro che si stanno impegnando per il bene comune e per la salvaguardia del Creato, del presente e del futuro dell’Abruzzo, dell’Adriatico e di tutte le nostre terre, credenti e non credenti – dice ancora don Carmine Miccoli – esprimo, tramite il mio ufficio, la vicinanza della Chiesa e dei suoi Pastori. Saremo insieme a coloro che parteciperanno a quest’evento, espressione di democrazia reale e di amore responsabile per i luoghi di cui siamo custodi”. (ANSA).

Expo nutre il pianeta ma butta il cibo – Quando i numeri fanno impressione, come se fossero volti. In un solo giorno di Expo, soltanto dal supermercato della Coop, erano pronti per la spazzatura trecento chili di carne e pesce freschi. Non era un giorno speciale: martedì 5 maggio, giorno di settimana come tanti. Tre quintali di carne e pesce come ‘scarto’ della giornata di un supermercato: merce esposta sui banconi che il giorno dopo non può più essere venduta. A recuperare carne e pesce, e questa è la buona notizia, la Caritas, grazie a un accordo con Coop che ha portato tutto quel cibo nelle mense e avviato un progetto per mettere in sicurezza e salvare dal macero ciò che i visitatori di Expo non mangiano e che è destinato a marcire. Tantissima roba. All’Expo ‘Nutrire il pianeta. Energia per la vita’ le contraddizioni del cibo che viviamo ogni giorno sono più evidenti, come in un’istantanea che le fotografa insieme. E la moltiplicazione dei pani e dei pesci della Caritas è un tentativo concreto, fatto con tecnologie innovative che aiutano a salvare, mettere in sicurezza, sigillare, e alla fine distribuire lo ‘scarto’ nelle mense dove sempre più persone fanno la fila per un pasto. (Il Giornale.it | Milano)

Rifiuti:sequestro discarica abusiva, denunciato imprenditore Area usata per smaltimento fanghi e scarti lavorazione marmo – Una discarica abusiva di mille metri quadrati è stata sequestrata a Roggiano Gravina (Cosenza) dal personale del Nucleo Investigativo del Corpo Forestale. L’area era usata come discarica aziendale da una ditta che opera nel settore dell’edilizia. Il personale del Corpo forestale dello Stato ha trovato nella discarica fanghi e scarti provenienti dalla lavorazione del marmo. Il titolare dell’impresa edile che utilizzava la discarica è stato denunciato. (ANSA).

Montagna: Borghi (Uncem), servizi e sviluppo chiave futuro – “Servizi e sviluppo sono la chiave del futuro per un luogo in cui, se ci crediamo, sarà possibile realizzare un nuovo modello di sviluppo sostenibile”. A dirlo è stato il presidente dell’Uncem Enrico Borghi, intervenuto a Torino all’Assemblea generale dell’unione dei comuni montani, alla quale seguirà  il XVI Congresso. i nodi affrontati da Borghi, le unioni di Comuni che, ha sottolineato, “non si fanno solo per i servizi, ma per far sì che producano sviluppo attraverso gli strumenti che lo Stato e l’Europa mettono in campo. Bisogna smontare il mito – ha aggiunto – che basta mettere insieme le cose per risparmiare e farle funzionare, gli effetti si producono se sappiamo guidare il processo di unificazione”. Parlando, poi, della crisi della politica e della rappresentanza, il presidente Uncem ha osservato che “noi abbiamo resistito e possiamo rilanciare un’idea di futuro, perché la montagna ha una base sociale strutturata su cui si stanno già provando nuove esperienze dell’Italia di domani”. Non mancano, però, le criticità che, per Borghi, sono una priorità da affrontare: “accessibilità, connettività e servizi”, ha precisato il presidente Uncem ricordando che secondo i dati del ‘Rapporto Montagne Italia’ “solo il 33% della popolazione montana risulta avere servizi adeguati”. Infine le risorse. “I Comuni ha concluso non possono continuare a fare i donatori di sangue. Gli Enti Locali – ha concluso – hanno già dato”.(ANSA).

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