Il racconto dei racconti (Film, 2015)
Matteo Garrone sorprende tutti passando dai contenuti politico – sociali al cinema fantastico, spettacolare e a tinte horror, adattando per il grande schermo tre fiabe del 1600, tratte da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile: La regina, La pulce, Le due vecchie. Tre storie che sì intersecano tra loro e procedono come un film a episodi ma con il medesimo filo conduttore di amore e morte. Un budget di 14,5 milioni di dollari, per un capolavoro girato in lingua inglese, interpretato da un cast internazionale in quattro mesi di riprese italiane: Napoli (Palazzo Reale), Toscana (Sovana, Sorano, Castello di Sammezzano di Reggello, Palazzo Vecchio di Firenze), Puglia (Castel del Monte, Gioia del Colle, Mottola e Statte), Sicilia (Castello di Donnafugata, Gole dell’Alcantara) e Abruzzo (Castello di Roccascalegna).
Il racconto dei racconti è candidato alla Palma d’oro a Cannes in una stagione che vede tre pellicole italiane tra le favorite, forse non vincerà perché non è il film che ti aspetti da Garrone e neppure da un italiano, ma a nostro parere è il miglior film del regista romano, il più ispirato e il più risolto. Chi parla di fantasy non coglie l’essenza di un’opera che non si rivolge agli appassionati di Harry Potter e de Il trono di spade. Nel film di Garrone ci sono le fiabe nere di Calvino e della tradizione italiana, l’estetica del colore di Mario Bava, il senso della morte di Ingmar Bergman. Computer grafica ridotta al minimo, effetti speciali artigianali, nel rispetto della tradizione italiana, con mostri che sembrano usciti dalla fantasia di Vittorio Rambaldi. Garrone affronta grandi temi in tre storie nere dai contorni fantastici, inserisce draghi marini, creature infernali, orchi, fate, gemelli albini che nascono grazie a pasti immondi, ma non esagera con sequenze di battaglie e scontri epici. Il regista vuole realizzare un film spettacolare capace di affrontare temi universali: desiderio di maternità, ansia di giovinezza, egoismo del genere umano.
Tre storie di donne, in fondo: la figlia di un re che sogna il grande amore e finisce tra le mani di un orco, una regina che per restare incinta spinge alla morte il marito e si ciba del cuore di un drago marino, una vecchia orribile che riesce a sposare un re diventando giovane e bella. Un film sulle ossessioni di tre donne, con gli uomini che rivestono ruoli passivi, persino patetici e grotteschi, come il re che per vincere la solitudine alleva pulci gigantesche. Interpreti eccellenti, su tutti Salma Hayek, John C. Reilly, Toby Jones e Vincent Cassel, con piccole parti in ruoli circensi per Alba Rohrwacher e Massimo Ceccherini. Un film che non lascia indifferenti. Fotografia molto colorata che ricorda il cinema gotico, scenografie fantastiche prese dalla realtà, senza aiuti digitali, effetti speciali artigianali privi di sbavature. Una grande opera barocca, un affresco fiabesco che diventa gioia per gli occhi, ai confini del cinema di animazione.
Non mancano suspense e tensione, delitti efferati, scene truci e un pizzico di erotismo. Tra le sequenze più disturbanti ricordiamo il pasto orribile della regina che si ciba del cuore di un drago e la vecchia scorticata che s’illude di tornare giovane ma finisce per morire dissanguata. Citazioni del vecchio cinema italiano, da Mario Bava a Joe D’Amato, passando per l’horror estremo di Lucio Fulci. Interpretazione autentica di Garrone nelle note di regia: “Definirei Il racconto dei racconti come un fantasy con incursioni nell’horror. In modo obliquo ma palpabile, questi due generi – il fantasy e l’horror – si intravedono, si respirano già nel mio percorso artistico precedente: in L’imbalsamatore e in Primo Amore gli accenti horror sono già evidenti; in Reality il piglio fiabesco ispira sia la storia che lo stile; e persino in Gomorra, oltre il realismo delle situazioni, lo spirito di alcuni episodi è quello di vere e proprie favole nere.” Da non perdere.
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Regia: Matteo Garrone. Soggetto: Giambattista Basile (Lo cunto de li cunti, raccolta di 50 fiabe in lingua napoletana pubblicata postuma tra il 1634 e il 1636). Sceneggiatura: Mattia Garrone, Edoardo Albinati, Ugo Chiti, Massimo Gaudioso. Fotografia. Peter Suschitzky. Montaggio: Marco Spoletini. Effetti Speciali: Andrea Eusebi, Elio Terribili, Andrea Giomaro. Musiche: Alexandre Desplat. Scenografia. Dimitri Capuani, Alessia Anfuso. Costumi: Massimo Cantini Parrini. Trucco: Diego Prestopino. Produttori: Matteo Garrone, Jean Labadie, Jeremy Thomas. Produttori Esecutivi: Nicki Hatting, Alessio Lazzareschi, Annie Sheehan. Case di Produzione: Rai Cinema, Archimede, Le Pacte, Recorded Picture Company. Paesi di Produzione: Italia, Regno Unito, Francia. Distribuzione: 01 Distribution. Durata: 125’. Genere: Fantastico. Interpreti: Salma Hayek, Vincent Cassel, Toby Jones, Shirley Henderson, Hayley Carmichael, Bebe Cave, Stacy Martin, Christian Lees, Jonah Lees, Guillame Delaunay, Alba Rohrwacher, Massimo Ceccherini, John C. Reilly.
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]