Dublino, capitale di startup

Chi vuole creare una Startup, spesso va via dall’Italia: Silicon Valley, Berlino, Londra o Dublino, dove trova capitali, competenze, ottimismo; e un posto in cui farcela. Per avviare un’attività, molti nostri connazionali trovano terreni fertili all’estero  e dalle loro “Business Idea” rivoluzionarie, hanno fondato Web Companies di successo che sbaragliando la concorrenza si sono imposte in tutto il mondo. Per ogni Startup in fuga dal Belpaese, l’ecosistema dell’innovazione Italiano perde una grande occasione.

Uno dei Paesi più accoglienti per chi vuole iniziare un’attività imprenditoriale è l’Irlanda, per la crescita economica e le opportunità professionali. Dopo un periodo di grave recessione seguita alla crisi mondiale del 2008, l’Irlanda ha iniziato la sua rimonta e nel 2014 è stata l’economia più forte d’Europa con un Pil cresciuto del 4,8%. È questo il Paese in cui un trentenne italiano può andare, aprire la sua startup e godere di regole, opportunità e mentalità decisamente favorevoli. La “tigre celtica”, così come è soprannominata, è la seconda nazione europea per quantità di investimenti stranieri. Non richiede capitali minimi per aprire un’attività indipendente e prevede solo quattro operazioni burocratiche di avvio. Il regime fiscale è particolarmente favorevole: quella irlandese è la tassa sulle società più bassa d’Europa.

Sarà anche per questi motivi che a Dublino sono attive 9 delle prime 10 aziende mondiali di farmaceutica, le prime dieci del mondo del Web e 8 appartenenti alle prime dieci della tecnologia. Nel corso del 2013 le startup irlandesi hanno raccolto 100 milioni di euro di investimenti, quasi quanto quelle italiane, ma con una popolazione e un Pil di molto inferiori. E alcune di loro, a cominciare dalla società di pagamenti online Stripe, sono diventati degli “unicorns”, come vengono chiamate le giovani aziende che superano il miliardo di dollari di valutazione. Un tetto che nessuno in Italia è ancora riuscito a sfondare.

L’Irlanda è il primo – e per ora unico – Paese dell’area UE ad avere adottato lo Startup VISA, un visto speciale che favorisce l’accesso di stranieri interessati a creare impresa nel Paese rilasciante.  Questa e altre scelte politiche hanno fatto sì che nel report “Doing Business 2013” della Banca Mondiale l’Irlanda compaia oggi tra i Paesi migliori al mondo in cui poter avviare un’impresa e fare business. Il Paese ha introdotto lo Startup VISA già nel 2010, proprio mentre attraversava il periodo più nero della sua crisi economica e si apprestava a richiedere l’intervento della Troika.

“Lo startup VISA è stato ideato per attirare tutti quegli imprenditori stranieri che hanno la voglia e la capacità di creare startup innovative e di diventare player internazionali. L’adozione di questo strumento fa sì che si creino nuovi posti di lavoro all’interno della nostra nazione e si pongano le basi per una ulteriore crescita economica”, ha dichiarato Lorcan O’Sullivan, uno dei responsabili del programma Enterprise Ireland, l’agenzia governativa che si occupa dello sviluppo delle imprese nei mercati internazionali. “Ai titolari di startup VISA – continua O’Sullivan – che riusciranno ad avviare una nuova impresa in Irlanda verranno garantiti gli stessi benefici fiscali di cui godono gli altri imprenditori che gestiscono imprese simili nel Paese: ossia, corporate tax rate al 12.5% e un credito di imposta su attività R&S del 25% rimborsabile in 3 anni”.

La partecipazione all’Enterpreuner Visa Programme consente agli imprenditori stranieri di ricevere un finanziamento di 75.000 euro per creare una impresa nel territorio irlandese purché sussistano determinati requisiti, primo fra i quali l’assunzione di almeno dieci dipendenti ed il fatturato di un milione di euro entro tre o quattro anni. Il contesto giuridico ed economico favorevole alla creazione di startup in territorio irlandese e la possibilità di importare capitale umano dall’estero hanno fatto di Dublino la capitale tecnologica d’Europa, dotata di personale altamente qualificato: manager, mentor e investitori dotati di un’ottima conoscenza del settore tecnologico.

E l’Italia? Senta a mettersi in moto. Seppure in ritardo, il nostro Paese ha per ora avviato, per iniziativa del Ministero per lo sviluppo economico, un programma per consentire ai giovani stranieri già dotati di permesso di soggiorno di rimanere qui. Il programma si chiama Italian Startup Hub ed è stato varato a dicembre 2014. Si tratta di un’iniziativa molto recente, di cui non si conoscono ancora i frutti.

©Futuro Europa®

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