Illuminiamo l’Italia

Ormai ovunque ti giri senti dire: “Il mondo è cambiato”, “la politica non è più quella di una volta!”. Come dare torto a un sentire comune come questo?

Nella Prima Repubblica, quella che ha condotto, pur tra luci e ombre, l’Italia del Dopoguerra al boom economico, le forze politiche, la classe dirigente, erano sensibili e attente agli umori della società. Ciò valeva per le forze di maggioranza nell’individuare atti di governo e per l’opposizione nel rappresentare civilmente e istituzionalmente il dissenso. Così come il Sindacato, con la regola della “concertazione”, riusciva a tutela gli interessi dei lavoratori. L’unica accusa diffusa era quella del cosiddetto “consociativismo” per denunciare il fatto che spesso si governava con continue mediazioni fra governo, opposizione, forze sociali. Ma questa moderazione ha consentito per decenni di avere pace sociale, sviluppo, crescita.

Oggi invece abbiamo un Governo, sindaci (non ultimo quello della Capitale Marino), presidenti di Regioni che credono di poter fare tutto e il contrario di tutto, ignorando tensioni e dissensi che caratterizzano in maniera sempre più generale e diffusa il nostro vivere quotidiano. Il risultato è che la situazione va sempre più peggiorando, che la classe politica va vista con sospetto se non con sfiducia, che il trasformismo prevale sull’idealità, che il Paese non fa nulla per riprendersi.

Sono tutti contro tutto e tutti, senza un minimo di resipiscenza, convinto ognuno di poter comandare sull’altro e, comunque, di ritenere i cittadini, gli elettori, dei sudditi ininfluenti. La conseguenza ovvia in presenza di questo clima conflittuale, è che sono i poteri forti economici e finanziari a menare una danza cinica e bara.

Ecco le ragioni di quella crescente disaffezione dal voto che certo non fa bene alla democrazia, non produce effetti significativi, consente a pochi di governare in maniera sempre più autoreferenziale, autoritaria, sorda ai reali problemi che affliggono la società, vantando percentuali di voto che in realtà sono minoritarie e virtuali.

Per fortuna la Storia insegna che dopo ogni disastro, i Paesi sanno riprendersi e tornare a brillare. Noi, Popolari per l’Italia, alla luce dei positivi insegnamenti di Papa Francesco, ci sentiamo impegnati ad illuminare oggi il futuro anche con un cerino, sperando che, prima o poi, anche con la nostra azione la luce risplenda su questa Italia ormai avvolta dalla nebbia e da una oscurità politica, culturale, economica che fa torto alla nostra storia.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo è Vicepresidente nazionale dei Popolari per l’Italia e Membro del Bureau PPE a Bruxelles]

Condividi
precedente

Salvini contestato, democrazia a rischio?

successivo

Palma amara

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *