ENEA, Italia e USA insieme per l’agrobiodiversità

Sulla scia di quanto approvato dal Parlamento dell’Unione Europea con il 7° Programma d’Azione per l’Ambiente: “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta”, nel 2012, i cui obiettivi dovranno essere raggiunti nel 2020, è stato realizzato dalla collaborazione di ricercatori italiani e statunitensi uno strumento per salvaguardare la biodiversità nel settore agricolo.

Tutti siamo a conoscenza delle sempre maggiori minacce causate dai cambianti climatici, scaturite dall’uso indiscriminato dei prodotti chimici, provocate dalla diffusione di specie vegetali esotiche invasive, come il batterio della “Xylella fastidiosa” o della “cicalina” che mettono in pericolo l’ulivo e la vite causando danni non indifferenti alla biodiversità dell’agricoltura e  dell’ecosistema.

La Commissione Europea con il 7° Programma Quadro aveva stabilito gli obiettivi di stimolare la crescita sostenibile, proteggere la natura, promuovere la costruzione di un futuro di prosperità e benessere per i cittadini dei Paesi dell’Unione, nel rispetto dell’ecosistema che ci circonda e sfruttando in tal senso  i vantaggi provenienti dalla Legislazione dell’U.E. in materia di ambiente, anche con l’utilizzo delle scoperte ed innovazioni del patrimonio scientifico disponibile in tema di politica ambientale. Programma Quadro che si contestualizza all’interno della Strategia globale “Europa 2020” finalizzata alla costruzione di una “crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva” alla quale tutti gli Stati dell’Unione devono essere protesi.

In questo scenario si comprende il perché un tale “strumento” sia stato presentato ad Expo 2015. L’Esposizione Universale in corso a Milano il cui Tema: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” che affronta, appunto, il problema della nutrizione e del cibo per gli uomini, nel rispetto della Terra su cui vivono. Ad Expo si affrontano le questioni legate, quindi, alla qualità del cibo, alla tecnologia, all’innovazione, alla cultura, alla tradizione e alla creatività nel campo del cibo e dell’alimentazione a livello universale e per riflettere sull’educazione alimentare. Nella prospettiva di un’alimentazione sana, sicura e sufficiente per ogni abitante della Terra, passando in rassegna i progressi compiuti in ambito scientifico e mettendo in risalto le prospettive per il futuro.

Lo “strumento” messo a punto dall’alleanza tra ricercatori italiani e statunitensi consiste in una tecnologia realizzata nell’ambito del progetto “Global Change Biology”, coordinato dall’Enea e sviluppato dalla sinergia tra l’Università californiana di Berkeley e il consorzio scientifico no-profit “Casa Global” e presentato nel corso del convegno “Un mondo (bio) diverso: l’agrobiodiversità in un mondo che cambia”.

Con tale strumento e grazie alla tecnologia Enea è possibile intervenire, per la prima volta, su base “scientifica quantitativa per affrontare le criticità determinate dagli stress intensi e molto rapidi a cui l’agroecosistema è oggi sottoposto” come spiega l’agronomo ed entomologo Enea Luigi Ponti “mediante un software che simula il funzionamento di un ecosistema nei suoi elementi essenziali e secondo appositi scenari”.

Nello specifico, il software consente di tracciare una mappa del rischio rappresentato da possibili insetti invasivi, valutando la loro possibilità di diffusione e quantificando il danno potenziale, che possono arrecare a livello territoriale, utilizzando dei modelli che simulano le variazioni nella crescita e nella diffusione di coltivazioni e specie infestanti, in relazione all’adattamento all’habitat in cui si trovano, alla modificazione della loro fisiologia e in funzione, anche, del mutare delle differenti condizioni climatiche. Con i cambiamenti climatici e la globalizzazione a cui stiamo assistendo le specie invasive sono destinate ad aumentare, come è dimostrato dalla proliferazione di insetti tropicali e di vegetali estranei al nostro habitat nel bacino del Mediterraneo. I consumatori e gli agricoltori, come gli allevatori, i nutrizionisti, gli economisti, gli esperti di sicurezza alimentare o di politiche agrarie sono tutti coinvolti e tutti interessati alla promozione di uno sviluppo sostenibile, imparando a condividere una visione comune del mondo. Quindi vediamo sia necessario per l’agricoltore stabilire relazioni con i cittadini/consumatori, con il territorio ed il mercato impostate su basi diverse. E come il consumatore debba acquisire percezione diretta dei vari componenti della filiera e delle implicazioni etiche anche a lungo termine che le proprie scelte possono avere sulle risorse dell’ecosistema.

©Futuro Europa®

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