Frontex
L’Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea (Frontex) è stata istituita con il regolamento (CE) n. 2007/2004 del Consiglio del 26 ottobre 2004 (GU L 349 del 25.11.2004) ed ha iniziato la sua attività il 3 ottobre 2005. Si tratta di una istituzione dell’Unione europea la cui sede è stata posta a Varsavia, in Polonia. Il suo scopo è il coordinamento del pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime e terrestri degli Stati della UE, oltre questi compiti tattici, deve perseguire il raggiungimento di accordi con i Paesi confinanti con l’Unione europea per rimpatrio dei cittadini extracomunitari respinti lungo le frontiere.
Diretto dal francese Fabrice Leggeri, Frontex ha il compito di coordinare le operazioni degli stati membri e di rafforzare la cooperazione operativa tra stessi in materia di gestione delle frontiere esterne; assistere la formazione delle guardie nazionali di confine con programmi di formazione; preparare analisi dei rischi; seguire l’evoluzione delle ricerche in materia di controllo e sorveglianza delle frontiere esterne; aiutare gli Stati membri che devono affrontare circostanze tali da richiedere un’assistenza tecnica e operativa. L’agenzia è dotata di mezzi operativi propri, non di veri e propri agenti, ma in casi di emergenza ed impossibilità può intervenire con in appoggio agli stati membri, su loro richiesta, con il RABIT (Rapid Boarder Intervention Team), un gruppo di intervento rapido sovranazionale, in situazioni eccezionali e urgenti, per aiutare il rimpatrio dei migranti. In questi casi agisce agli ordini delle guardie di frontiera nazionali e non può effettuare rimpatri di propria iniziativa.
Le attività di Frontex si svolgono in stretto collegamento con altri organismi comunitari e dell’UE responsabili in materia di sicurezza alle frontiere esterne, come EUROPOL, CEPOL, OLAF, i campi di intervento toccano anche il settore delle dogane e dei controlli fitosanitari e veterinari, al fine di garantire la coerenza complessiva del sistema.
La delicatezza dei compiti dell’agenzia ha dato origine a numerosi procedimenti giudiziari nati dalla distonia tra il Regolamento di Dublino che regolamenta il rimpatrio dei clandestini e la CEDU, in vari casi la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato stati membri, Italia compresa, per la violazione degli articoli 3 (“nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”), articolo 13 (“ogni persona i cui diritti e le cui libertà riconosciuti nella presente Convenzione siano stati violati, ha diritto a un ricorso effettivo davanti a un’istanza nazionale, anche quando la violazione sia stata commessa da persone che agiscono nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali”) e l’articolo 4 del Protocollo n. 4 allegato (“le espulsioni collettive di stranieri sono vietate”).
In una recente intervista Leggeri ha ricordato come il pericolo dell’infiltrazione dell’Isis tra i migranti ci sia, ma che al momento non ci sono casi verificati di questo tipo. Il Direttore ha anche chiarito le competenze assegnate, mentre il soccorso spetta allo Stato membro, l’agenzia Ue fornisce invece aiuti: “Non c’è contraddizione tra la missione di Triton ed il suo contributo alle operazioni di ricerca e salvataggio. Sono complementari. L’operazione Triton è sotto la catena di comando italiana”. In caso di soccorso in mare, il comando italiano interessato si coordina con Frontex e “Triton interrompe le operazioni di controllo delle frontiere e rende disponibili i mezzi di Frontex per la ricerca e il salvataggio fino a quando c’è necessità. Dal primo novembre un terzo delle vite sono state salvate grazie al nostro contributo”.