Bundesrepublik, cosa pensano di noi

Berlino – Dall’Italia, commentando il voto tedesco, Enrico Letta ha esclamato: “la grande coalizione ci farà capire di più”. Ma come ci vedono i tedeschi in questi ultimi anni?

La fase berlusconiana è stata un periodo di grandi interrogativi, o forse sarebbe meglio dire di grandi risate, ci hanno guardato con stupore e spesso ci chiedevano come fosse possibile, ma poi sotto sotto e dietro l´angolo si divertivano del cabarettista dalla gaffe facile. Certo è che il discredito politico in quegli anni è stato immenso e per fortuna che ad un certo punto la saga è finita e Monti (di cui si possono fare altre critiche) è riuscito a riportare lustro alla nostra immagine.

Ma esistono comunque due piani di giudizio, uno politico ed uno umano. DI quello politico abbiamo detto, e forse possiamo solo aggiungere che di sicuro la scelta che farà la Merkel su quale governo dare al suo Paese potrà come dire di portare delle affinità nuove tra i due paesi.

Ma sul piano umano in realtà tutto il mondo è paese e forse i tedeschi ne sono più consapevoli degli orgogliosi italiani. Forse possono essere infastiditi dal nostro pressapochismo e dalla leggerezza con cui prendiamo certe decisioni fondamentali, ma contemporaneamente invidiano il nostro saperci reinventare e la nostra capacità di sorridere quasi sempre. Ci vogliono bene i tedeschi quando sappiamo dare il nostro meglio, attraverso la conservazione delle nostre caratteristiche migliori, ovvero la passione per la semplicità tutta italiana che produce bellezza e buon gusto. L´Italia piace quando è vera, quando generosamente condivide con gli altri i frutti migliori che la natura le regala. L´olio extra vergine d´oliva, il vino buono, l´artigianato a regola d´arte, ma anche il calore di un sorriso e di un abbraccio tutto italiano, fanno gola ai tedeschi e probabilmente non solo a loro.

Certo in questi ultimi anni noi italiani abbiamo fatto di tutto per essere come il resto del mondo e scordarci queste caratteristiche uniche. Ma loro non dimenticano e continuano a cercare in noi quello che a loro manca.