Milano, quest’anno la Triennale si fa Xtra
La Triennale di Milano non manca all’appello quest’anno. Expo 2015 permettendo, la Triennale fa della sua flessibilità virtù, trovando una soluzione creativa, così acquisendo una nuova forma durante quest’edizione. Il progetto, in collaborazione con la Regione, dal nome Triennale Xtra, vedrà avvicendarsi 11 mostre distribuite sul territorio lombardo. Si assisterà alla possibilità di conoscere direttamente in situ le eccellenze regionali nella sfera artistica, architettonica e del design. A ciò si aggiunge ITER, un’iniziativa interregionale promossa dal Direttore Generale della Triennale, Andrea Cancellato.
Adibito lo storico Palazzo dell’Arte, in viale Emilio Alemagna 6, all’Expo, come padiglione Arts & Foods. Rituali dal 1851: Un Viaggio nel Tempo tra Cibo, Arte e Sensorialità con la dibattuta curatela di Germano Celant, unico polo espositivo ufficiale in città per l’Esposizione Universale 2015, la Triennale cede la propria sede principale da all’incirca 7 mila m². 12 sono le province e appena 11 le esposizioni, tra cui ne figurano 2 in provincia di Milano. Eppure tutti i capoluoghi di provincia dovrebbero quantomeno essere rappresentati, se non equamente.
L’idea è quella di proporre una riflessione trasversale sul tema del territorio. Le esposizioni presentano personaggi importanti dell’architettura e dell’arte italiane, come Aldo Andreani e Giuliano Mauri; temi d’attualità, come la scuola o i centri storici, ma anche il lascito di Le Corbusier nella città ambrosiana; offrono riflessioni aggiornate sull’architettura alpina o quella autostradale; ripercorrono le vicende di luoghi legati alla storia come i Sacri Monti di Varese e Ossuccio, ma si occupano anche di questioni come l’automatizzazione dei processi di produzione edilizia, la trasformazione di grandi aree industriali dismesse e, ancora, l’evoluzione del design legata al digitale, verso la costruzione dell’immagine contemporanea del nostro Paese.
Si è iniziato l’8 maggio con l’inaugurazione a Lodi della prima mostra in programma, Giuliano Mauri Architetture dell’Immaginario (fino al 20 settembre), antologica dell’opera dell’artista lodigiano scomparso nel 2009. Ci si è posti l’obiettivo di valorizzare e rendere noto il lavoro di Mauri, presentandolo in uno spazio della sua città, la Chiesa di San Cristoforo, con una mostra che ne proponga le opere e ne evidenzi la dimensione poetica e progettuale. In parallelo, in associazione con l’Archivio Storico di Giuliano Mauri e con il patrocinio di Expo, il Comune di Lodi ha concordato di dare vita alla Cattedrale Vegetale, lungo la riva dell’Adda opposta al centro storico, lì dove il Maestro l’aveva pensata.
Pensare una mostra in concomitanza con l’impianto della Cattedrale Vegetale permette di suggerire un percorso di avvicinamento ideale tra le due sponde del fiume, tra la città dell’uomo e l’ambiente naturale fluviale. Mauri, d’altronde, ha operato come tessitore e creatore di ponti, mostrando la possibilità dell’uomo di avvicinarsi alla natura non solo per sfruttarla, ma anche per imparare da essa e ricominciare ad abitarla in una condizione armoniosa. Questo è quello che raccontano gli studi per le sue opere e il trasformarsi delle opere stesse una volta insediate nelle loro sedi naturali.
“Tra vent’anni la gente si accorgerà che c’è stata la creazione della natura che ha dialogato con l’uomo. Che è poi quello che l’uomo ha sempre fatto. La dimenticanza è solo la nostra di non sapere, di non riconoscere più”. La Cattedrale Vegetale, progetto estremamente ambizioso, era già stata realizzato vicino a Malga Costa, Trento. Si tratta di una vera cattedrale gotica a tre navate alte dodici metri e di un metro di diametro, formate da ottanta colonne di rami intrecciati.
E oggi, per non dimenticare, da quel progetto prende avvio un nuovo omaggio all’artista carpentiere: la costruzione di una più grande Cattedrale Vegetale – ben settanta metri di lunghezza per ventidue di larghezza, disegnati da colonne dell’altezza di venti metri, che crescerà seguendo il desiderio di Mauri. Tra i rami di castagno e nocciolo raccolti e riuniti in fasci, per la costruzione delle grandi strutture di sostegno, gli alberi cresceranno arrivando a maturazione in una trentina d’anni.
Non da ultimo, ITER: Architettura del Moderno nasce dalla volontà della Triennale di Milano e della Regione Lombardia di promuovere e valorizzare il patrimonio architettonico contemporaneo, dal ‘900 ai giorni nostri, e di convertirlo in attrazione turistica. 564 edifici sono stati messi in rete, come suggerisce la veste grafica del logo Iter come Reti letto al contrario, in modo da fornire a ciascun utente la possibilità di pianificare e creare il proprio itinerario, nella realtà digitale e fisica. Opere oramai imprescindibili, come gli edifici di Gio Ponti e Giuseppe Terragni, ma anche architetture più recenti, e le nuovissime produzioni come ad esempio i cambiamenti registrati dallo skyline di Milano. È offerta, inoltre, l’opzione di estendere percorsi regionali alle regioni Emilia Romagna, Liguria e Piemonte.