Narcotraffico latinoamericano dietro Podemos?
I giornali di questi giorni sono pieni di notizie e di commenti sulle elezioni spagnole e sul successo della nuova formazione di estrema sinistra “Podemos”. Ma, proprio in questi giorni, dal Sudamerica arrivano notizie su questo fenomeno che non trovano alcun ascolto nei mezzi di informazione spagnoli e italiani.
Dal Brasile, un ampio servizio giornalistico del popolare settimanale Veja ci informa sui possibili rapporti tra i trafficanti di cocaina di alcuni stati autoritari della regione e il nuovo partito spagnolo. Infatti il settimanale brasiliano, nell’edizione di sabato 10 maggio scrive che, in un documento supersegreto firmato dal colonnello boliviano German Romulo Cardona, sei anni fa lo scomparso Chavez, Maduro e il presidente della Bolivia avevano creato una associazione chiamata Centro di studi politici e sociali (CEPS) con la finalità di finanziare politici spagnoli di sinistra sotto la guida di Paolo Iglesias (attuale leader di “Podemos”) che, una volta conquistato il potere, avrebbe aperto una porta diretta per l’ingresso di cocaina in Europa. Il colonnello Cardona è stato consigliere giuridico dell’ottava divisione dell’esercito, professore universitario, direttore dell’ospedale militare di Santa Cruz de la Sierra e membro degli alti comandi dell’esercito. Veja dice che Cardona il 20 febbraio ha inviato il suo rapporto al capo dell’esercito boliviano. Pochi giorni dopo, è stato costretto a fuggire in Spagna, essendo diventate note le sue accuse di coinvolgimento delle alte sfere dell’esercito boliviano nel narcotraffico. Il rapporto di Cardona rivela che aerei C 130 portano dalla Bolivia carichi di droga verso il Venezuela, da dove ritornano con armi e auto rubate. Veja scrive che le relazioni tra governi autoritari del Sudamerica sono strette e forti.
Il giornale spagnolo El Pais nel giugno dell’anno passato rivelò che il CEPS ha ricevuto 3,7 milioni di euro dal Governo venezuelano tra il 2002, quando fu fondato, e il 2012. Tra il 2006 e il 2007 Paolo Iglesias ha lavorato in quel paese. In più, nel 2007, esperti del CEPS, diretto dallo spagnolo Iglesias, fornì “assistenza ideologica” per redigere l’attuale costituzione boliviana, in assenza di tutta l’opposizione. Veja ricorda come, nel gennaio del 2015, Juan Carlos Monedero, dottore in scienze politiche, fu costretto a dimettersi da Podemos, era stato accusato di aver ricevuto 425.000 euro dai governi di Bolivia, Venezuela, Nicaragua e Ecuador per una utopica Unità Monetaria dell’America Latina.
Sugli stretti legami tra Podemos, i seguaci di Chavez e del suo successore Maduro si sono aggiunte in questi giorni notizie provenienti dagli USA che rischiano di produrre nuove e grandi tensioni. Il Wall Street Journal ha rivelato che la magistratura americana sta investigando Diosdato Cabello per narco traffico. Cabello è, non solo il presidente dell’Assemblea Nazionale Venezuelana, ma anche l’uomo più forte del paese dopo Maduro. Secondo la magistratura USA, Cabello sarebbe uno, se non il capo, del potente cartello della droga chiamato “cartel de los soles”, formato da narcotrafficanti e alte sfere dell’esercito venezuelano. Secondo giornali boliviani, il cartello invierebbe cinque tonnellate di cocaina in Europa tramite il narco-stato africano della Guinea Bissau.