Mattarella alla London School of Economics
Londra – Questa settimana con la prima visita ufficiale di Sergio Mattarella da presidente, l’Italia ha voluto ribadire con forza i propri legami d’amicizia e cooperazione con il Regno Unito. Nonostante i cordiali rapporti diplomatici suggeriscano un’ampia intesa, è però alquanto evidente che la visione d’Europa dei due paesi è piuttosto discordante su molti temi, in particolare quello dell’immigrazione.
Nel suo intervento alla London School of Economics Mattarella ha, infatti, sottolineato “l’urgenza” di affrontare la crisi migratoria che ha colpito l’Italia in modo diretto, e l’Europa nel suo complesso. Secondo il capo dello Stato la risposta europea è stata tardiva “troppi morti sono stati necessari per risvegliare la coscienza collettiva”, ponendo l’accento sulla necessità di un “cambio di marcia” che sia all’altezza della grandezza dell’Europa. Mattarella indica come “solidarietà e il dare l’esempio” debbano essere le linee guida da seguire per affrontare il flusso migratorio. L’appello alla solidarietà del presidente stride però molto con la politica del “lavarsi le mani” di Londra, il governo ha già di fatto annunciato che utilizzerà la possibilità di “opt-out” da qualsiasi nuova legislazione europea in materia di giustizia e affari interni, incluso sull’asilo politico. Infatti, a Cameron proprio non piace la proposta UE di ripartizione non-volontaria che prevede il trasferimento degli immigrati in base a criteri quali popolazione, PIL, disoccupazione e numero di richiedenti già accolti.
Altro tema di discordia tra i due paesi è quello di una maggiore integrazione a livello europeo. Mattarella ha insistito sull’esigenza di un’Europa che vada oltre il mercato unico, definito come “area troppo limitata per affrontare le sfide future”, un’Europa che sia più forte e in grado “di parlare con una sola voce”, rimarcando la necessità di una politica estera comune “senza approcci ideologici” e sottolineando come solo attraverso “una maggiore integrazione” i Paesi europei potranno essere all’altezza del proprio compito. Pare del tutto evidente come il governo Cameron stia invece andando nella direzione opposta, ovvero quella di un “cherry picking” delle regole che più convengono ai singoli stati membri. La promessa di referendum sul Brexit è il più chiaro segnale, una “minaccia” verso Bruxelles che serve come leva per rinegoziare i termini più sgraditi di un’unione che pare tale sulla carta. Infatti, nella “checklist” personale di Cameron c’è la proposta non solo di contenere l’immigrazione esterna ma anche quella interna, limitando il libero movimento delle persone all’interno dell’UE, uno dei principi sacrosanti sui quali si fonda il progetto europeo.
Altra questione cara al governo britannico è la riscrittura delle regole finanziare in modo da salvaguardare la centralità della City di Londra come epicentro finanziario europeo e globale. A tal proposito, Mattarella ha voluto ricordare come anche dalla crisi finanziaria l’Europa sia stata capace di riprendersi producendo come risultato un’unione bancaria che abbia proprio come obiettivo principale quello di limitare possibili crisi future. Il messaggio di fondo del Presidente della Repubblica Italiana è quindi che si tratti di crisi finanziarie, d’immigrazione, o di politica estera le “singole visioni di breve periodo non sono sufficienti” ad affrontare le sfide che l’Europa ha davanti a sé, secondo Mattarella, occorre invece una “visione coerente di lungo periodo” che punti a una sempre maggiore integrazione e quindi a “più Europa”.