Chef (Film, 2012)
Per una volta divaghiamo e parliamo di commedia francese, anche per sottolineare quanto negli ultimi tempi i prodotti comici dei cugini d’oltralpe siano sempre più divertenti, pieni di ritmo e sostenuti da buone interpretazioni. Chef di Daniel Cohen è una commedia furbetta perché segue una moda, quelle dei cuochi televisivi diventati personaggi e delle trasmissioni che parlano di cucina, ma lo fa con eleganza e un pizzico di originalità. La coppia comica Reno-Youn è ben dosata, funziona alla grande, il primo non lo scopriamo oggi, visto che è uno dei migliori interpreti del cinema francese, ma il secondo rappresenta una piacevole rivelazione.
In breve la trama. Jacky Bonnot (Youn) sogna di far diventare un mestiere la sua passione per la cucina, vuole smettere di fare il cuoco nei fast-food dove serve piatti a persone che non lo meritano, non vorrebbe più vivere facendo mestieri che non ama. Finisce per impiegarsi come imbianchino in una casa di riposo per garantirsi uno stipendio fisso e per sposare la compagna che attende un figlio. Nel tempo libero si mette a cucinare per la casa di riposo e consiglia ai tre cuochi della mensa – che diventano amici inseparabili – ricette sfiziose non sempre comprese dagli anziani degenti. Alexandre Lagarde (Reno) è un grande chef in crisi di ispirazione dopo il divorzio dalla moglie e rischia di essere licenziato dal prestigioso ristorante Cargo Lagarde se perderà una stella a causa di una cucina troppo tradizionale. Bonnot è un fan di Lagarde, conosce a memoria tutte le sue ricette ed è capace persino di migliorarle secondo le molte varianti della cucina francese. I due cuochi s’incontrano per caso alla casa di riposo e Lagarde decide di assumere Bonnot che si dimostra un ottimo collaboratore. Il giovane allievo aiuterà il grande chef in crisi a mantenere la stella, realizzando un mix tra tradizione e nuova cucina molecolare, sempre più di moda. Finale romantico con il vecchio chef che lascia il ristorante al suo erede – diventato prima padre e poi marito – per una scelta d’amore che gli consente di riconquistare l’ispirazione giovanile.
Qualcosa d’italiano c’è in questa commedia sofisticata, leggera e divertente, dai tempi comici perfetti: la colonna sonora del grande Nicola Piovani. Non si tratta di una presenza minore, perché molte sequenze vivono di immagini e musica, con un curioso mix di sonorità popolari francesi, italiane e spagnole che ricordano la grande commedia all’italiana. Chef non è un capolavoro, la sceneggiatura è abbastanza prevedibile, ma grazie a un cast di attori ispirati e a un ritmo che scandisce tempi comici senza sbavature, fa trascorrere due ore di sano divertimento. Reno e Youn truccati da giapponesi al tavolo del ristorante molecolare per spiare le ricette del rivale ricordano Tomas Milian e Lino Banfi impegnati in identici travestimenti, ai tempi in cui la nostra commedia – alta e bassa – riempiva le sale e faceva divertire proprio come quella francese. Consoliamoci con il fatto che Daniel Cohen sembra aver preso ispirazione dai nostri modelli del passato.
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Regia: Daniel Cohen. Soggetto e Sceneggiatura: Daniel Cohen. Produttore: Sidonie Dumas. Fotografia. Robert Fraisse. Montaggio: Géraldine Rétif. Musiche: Nicola Piovani. Casa di Produzione: Gaumont. Distribuzione Italia: Videa CDE. Durata. 84’. Genere. Commedia. Interpreti: Jean Reno, Michaël Youn, Raphaëlle Agogué, Julien Boisselier, Salomé Stevenin, Serge Larivière, Issa Doumbia, Bun-hay Mean, Pierre Verner, Santiago Segura.
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]