Food for Soul, Nutrire l’Anima
Milano – Il Refettorio Ambrosiano: Food for Soul, Nutrire l’Anima ha aperto il sipario a un progetto inclusivo, lanciato nel semestre Expo, e destinato a permanere anche dopo tale evento. Solidarietà e arte trovano casa all’interno del neo-ristrutturato teatro della parrocchia di San Martino, nel quartiere periferico Greco. La struttura degli anni ’70, affacciata su Piazza Greco, dopo un anno di lavori, è pronta ad accogliere alla propria tavola 96 ospiti, utenti Caritas, dei centri di ascolto, del Rifugio per senza tetto della Stazione Centrale, e dei servizi specializzati.
L’iniziativa consiste nella realizzazione di un’idea nata a Massimo Bottura, chef la cui Osteria Francescana a Londra si è avvalsa recentemente della nomina di secondo miglior ristorante mondiale, e Davide Rampello, ex-presidente della Triennale di Milano, attualmente curatore del Padiglione Zero di Expo Milano 2015 e del palinsesto eventi Expo. Caritas Ambrosiana, in collaborazione con la Diocesi di Milano, gestirà sin da subito la struttura, inserendola in una rete integrata di servizi alla persona capaci di offrire un percorso completo di accompagnamento e promozione umana, verso l’autonomia.
Il cibo deriva dagli scarti e dagli eccessi dell’Expo. Un accordo firmato con Coop, a cui si stanno aggiungendo altri operatori, ha già consentito dal 6 maggio a oggi il recupero di oltre 3 tonnellate di cibo fresco proveniente dal punto vendita aperto dall’azienda di distribuzione nel sito espositivo e da altri esercizi. I prodotti sono stati lavorati dalla cooperativa il Grigio di Lecco e ridistribuiti alle ai centri di ascolto delle parrocchie e alle mense della città.
Hanno risposto all’appello 43 cuochi pluripremiati, 13 designer e 5 artisti, e sponsorizzazioni. Ha aperto il ciclo di residenze gastronomiche lo stesso Massimo Bottura, assieme allo svizzero Daniel Humm, chef del ristorante Eleven Madison Park di New York. Una riflessione sulla mancanza di cibo, sul consumo e sulla cultura dello spreco, risultano nel recupero di quanto destinato a divenire rifiuto. Ricette semplici propongono il riciclo, per la rigenerazione e il ristoro del corpo e dello spirito presso questa mensa. I cuochi della Caritas continueranno l’opera.
Il messaggio di rigenerazione viaggia pure attraverso la location. I professori Remo Dorigati e Francesco Fuoco, del Politecnico di Milano, ne sono stati i progettisti. La platea è stata convertita nella sala del refettorio, mentre la scena nella cucina. Il vuoto della torre è stato trasformato in un unico, ampio camino, internamente ricoperto di rame, da cui scende la luce e attraverso il quale salgono i fumi di cottura. I tavoli di alto design, in durabile e resistente legno di rovere, non sono altro che tavola di condivisione, in linea con il cenacolo cristiano. Una comunità di pari, che si apprestano al recupero, apprezzano il bello e il buono. I tavoli sono stati venduti all’asta presso lo Spazio Rossana Orlandi, a Milano, in associazione con la casa d’asta Piasa. Il ricavato della vendita dei tavoli, ciascuno con la firma dell’autore e il marchio dell’azienda Riva1920, è stato devoluto in beneficienza alla Caritas per la gestione della mensa. In dotazione permanente, come sembra lo saranno anche i tavoli, le opere di 5 artisti contemporanei, Mimmo Paladino, Terry Dwan, Gaetano Pesce, Carlo Benvenuto, e Maurizio Nannucci. Del resto, la rigenerazione presenta all’individuo la bellezza della vita, che non è altro che la necessità di affrontare il dramma della vita, nei suoi drammi e nei suoi dolori.
Il portale d’entrata, in terracotta, ad opera di Mimmo Paladino, accoglie gli utenti, presentando gli elementi primari della vita, ovvero l’acqua, il pane, ma anche la terra, i piedi e l’eterno trasmigrare dei popoli. Dal banco di Terry Dwan, viene operata la distribuzione del pane. Gaetano Pesce ha realizzato una scultura, in schiuma rigida multicolore, sul tema dell’acqua; finalizzando un prototipo del 1973: La Chiesa dell’Isolamento. Enzo Cucchi ha affrescato da 4 pannelli, rappresentanti un bastone, simbolo di forza, volontà e sostegno, e murati nella parete interna della mensa, lunga all’incirca dodici metri e alta tre. Sempre nella Sala, di Carlo Benvenuto, la stampa fotografica Senza Titolo, prodotto di fotografia analogica a doppia esposizione, per un incastro di due visioni: il pane, un’astrazione metafisica fattasi realtà e la luce che annulla la logica. Infine, lungo la facciata esterna, le lettere di Maurizio Nannucci, in neon blu, si illuminano in notturna, componendo la frase NO MORE EXCUSES.