Immigrazione, Piano B

In una lunga intervista al Corriere della sera, Matteo Renzi difende l’azione dell’esecutivo e manda un monito all’UE sull’immigrazione. Se l’Europa – dice chiaro e tondo – non ci ascolta sui migranti, l’Italia “ha un piano B”. Quello dell’immigrazione, per il Presidente del Consiglio, è un tema grave. I bivacchi nelle stazioni e nei parchi delle città italiane, ripresi dalle televisioni nazionali, danno un’immagine pessima della nostra capacità di gestire l’emergenza. Se nei prossimi giorni “il consiglio europeo sceglierà la solidarietà, bene – afferma -. Se non lo farà, abbiamo pronto il piano B. Ma sarebbe una ferita innanzitutto per l’Europa. Vogliamo lavorare fino all’ultimo per dare una risposta europea

Finora, la delicata questione è stata regolata dal Trattato di Dublino 2, firmato in Grecia nel 2003 in sostituzione della Convenzione del 1990 . Alla base del trattato vi è il principio che del profugo si deve occupare il primo Paese nel quale questo mette piede. Da allora i tempi sono cambiati e nessuno, tantomeno i greci, si sarebbe aspettato un esodo come quello attuale.

E’ proprio col trattato di Dublino che se la prende Angelino Alfano: “Noi abbiamo un regolamento che vogliamo cambiare, Dublino 2. Un regolamento che è una sorta di muro che recinge il Paese d’ingresso”, ha detto il ministro dell’Interno, “Andava bene tanti anni fa ma non adesso”. I francesi, però, non sembrano essere di quest’opinione. “Le regole di Dublino devono essere rispettate”, ha dichiarato  il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, ricordando che il trattato prevede che i richiedenti asilo devono risiedere nel Paese UE di ingresso: “Quando in Francia arrivano migranti che sono transitati e sono stati registrati in Italia, si applica il diritto comunitario e devono essere restituiti all’Italia”, ha aggiunto, “Non hanno il diritto di passare e devono essere gestiti dall’Italia. Questo va fatto per garantire l’accoglienza di quanti sono rifugiati. Ci deve essere una politica di fermezza”. E ancora: “Dall’inizio dell’anno abbiamo avuto circa 8mila passaggi e abbiamo fatto riammettere in Italia circa 6 mila migranti. Non devono passare, è l’Italia che deve farsene carico. Bisogna rispettare le regole di Schengen”.

L’Italia finora non ha saputo o voluto schedare in entrata i nuovi profughi, separandoli per provenienza ed avviando così le procedure per separare i possibili richiedenti asilo da chi emigra per ragioni economiche. L’Europa, d’altro canto, si mostra poco collaborativa per quanto riguarda l’attuazione dei recenti accordi, secondo i quali gli Stati membri dovrebbero accogliere 40 mila siriani ed eritrei dall’Italia (24 mila) e dalla Grecia (16 mila).

Il titolare del Viminale non rivela il piano B che il governo avrebbe in serbo se il negoziato in Europa fallisse. Ma sono almeno due le ipotesi alle quali il governo potrebbe affidarsi nei prossimi giorni. Il Piano B di Renzi prevedrebbe lasciapassare temporanei per i richiedenti asilo. Secondo le indiscrezioni del Corriere della Sera il Governo starebbe pensando a documenti di viaggio validi tre mesi che consentirebbero di circolare liberamente all’interno dell’UE. Permessi che sarebbero rilasciati dalle prefetture ai richiedenti asilo. Per far questo, ci si potrebbe appellare all’articolo 17 del Trattato di Dublino, che prevede la possibilità, per uno Stato membro, di “poter derogare ai criteri di competenza per motivi umanitari e caritatevoli” – e quindi di esaminare una domanda di protezione internazionale presentata in un altro Stato membro. La seconda, che peraltro Bruxelles vede favorevolmente, è quella di una stretta sui rimpatri dei migranti economici illegali. Un punto sul quale, secondo la bozza di accordo circolata nelle ultime ore, anche l’UE vuole un’accelerazione. I rimpatri, tuttavia, necessitano di accordi internazionali con i Paesi d’origine dei migranti (l’Italia ha firmato trattati bilaterali con Tunisia, Marocco, Nigeria ed Egitto). E, soprattutto, hanno costi piuttosto elevati. Per questo, la richiesta di una stretta dovrà essere accompagnata da quella di un sostegno economico, sia nelle operazioni coordinate da Frontex sia in quelle nazionali.

Sulla questione migranti, l’UE si gioca molta della sua identità contro forze anti-europee, che avanzano un po’ dappertutto. Il concetto è stato ribadito anche dal premier, che prima del Consiglio UE incontrerà le Regioni, incluse la Lombardia ed il Veneto, che nei giorni scorsi hanno dichiarato di non poter accogliere altri migranti. “Il nostro Paese intende lavorare fino all’ultimo per dare ai problemi una risposta europea. Mi piacerebbe che l’intero sistema istituzionale facesse il tifo per l’Italia”, è l’appello di Renzi.

©Futuro Europa®

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