Affaire Azzollini, Governo a rischio?
Il 24 giugno è la data, probabile, della votazione della Giunta delle autorizzazioni sul caso Azzollini. La notizia è stata confermata dal presidente Dario Stefano nei giorni scorsi, ma nel frattempo il presidente della commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzollini, ha presentato ricorso al tribunale del Riesame contro la richiesta di arresto trasmessa, nei suoi confronti, a Palazzo Madama.
La vicenda giudiziaria è nota ormai da giorni. La procura di Trani ha chiesto l’arresto del senatore Ncd per presunti atti di favoreggiamento nei confronti della Casa Divina Provvidenza. I militari della Guardia di Finanza di Bari hanno eseguito una decina di arresti nei confronti di persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e altri reati per il crac delle case di cura Divina Provvidenza. Le indagini riguardano un crac da circa 500 milioni di euro subìto dalla Congregazione Ancelle Divina Provvidenza, con sedi a Bisceglie, Foggia e Potenza.
Questioni giudiziarie a parte, la faccenda – naturale immaginarlo – rischia di avere delle ripercussioni sul governo. L’esecutivo di Matteo Renzi, inutile negarlo, è sempre più in difficoltà e sta vivendo il “momento più complicato da inizio legislatura”, secondo la stessa ammissione del premier. La Lega di Matteo Salvini, complice anche il buon risultato ottenuto alle Regionali, continua imperterrita ad attaccare il governo che nella vicenda arresto si gioca molto. Analizziamo i pro e i contro. La maggioranza vorrebbe negare il consenso, ma il timore è che così facendo all’elettorato passi l’idea di paura, che cioè si agisca per evitare un terremoto all’interno della coalizione di governo. Dall’altra parte, invece, l’opposizione spera che Azzollini diventi una sorta di capro espiatorio per scardinare l’alleanza di governo e sferrare l’attacco finale.
Moralisti contro garantisti. In un Paese in cui tutti i cittadini dovrebbero essere considerati innocenti fino al terzo grado di giudizio, l’ipotesi di manette per un senatore della maggioranza aprirebbe scenari difficilmente immaginabili. La Giunta, prima di esprimersi a favore o meno dell’arresto dovrebbe – e si spera lo farà davvero – analizzare quelle che sono le prove oggettive a sostegno delle accuse della Procura che chiede una misura cautelare così restringente. Il pericolo, però, è che una vicenda scatenata dalla magistratura finisca poi per diventare una resa dei conti politica. Con buona pace dell’imputato.
A proposito, Azzollini è accusato di sfruttare il suo impegno alla Divina Provvidenza per allargare il suo bacino elettorale. In altre parole, per aumentare i suoi consensi. Atteggiamento deprecabile, certo, ma quale altro politico non lo farebbe? La decisione della Giunta può diventare una sfida politica. Moralismo e garantismo ma, soprattutto, tenuta o meno del governo Renzi. Purtroppo tutto potrebbe ridursi ad una banale scusa dietro cui nascondere gli interessi politici di maggioranza ed opposizione, come avvenuto altre volte in passato.