Fondo Europeo per gli Investimenti
Il FEI è un’istituzione europea il cui scopo principale è sostenere la creazione, la crescita e lo sviluppo delle piccole e medie imprese (PMI). È stato istituito nel 1993 sulla base di una idea del Consiglio europeo di Edimburgo del dicembre 1992. Il Fondo ha sede in Lussemburgo, trattasi di banca multilaterale di sviluppo con propria personalità giuridica ed è una joint venture tra pubblico e privati. Nato con una dotazione iniziale di 2 miliardi di euro, è stato poi integrato fino a 3 miliardi suddivisi in 3.000 azioni. Attualmente i soci del FEI sono la BEI che possiede il 61.2% del capitale, la Commissione Europea con il 30% del capitale e diverse banche e istituti finanziari europei che detengono l’8,8% del capitale. Le banche del nostro Paese azioniste del FEI al 2010 sono Dexia Crediop S.p.A., IMI Investimenti S.p.A. ed Intesa San Paolo S.p.A.. Altre banche fondatrici come Banca di Roma e Monte dei Paschi di Siena sono poi uscite dal capitale del FEI.
I redditi del FEI sono esenti da imposte dirette e a norma dell’art.2 dello Statuto e le attività devono coprire rischi e spese garantendo che vengano perseguiti criteri di redditività e secondo i principi bancari e commerciali. La governance si base su tre pilastri, l’Assemblea Generale che è composta dai soci del Fondo ed autorizza le operazioni finanziarie, decide sul regolamento, sull’ingresso dei nuovi soci, approva il bilancio; il Consiglio di Amministrazione formato da sette membri nominati dall’Assemblea generale tra quelli designati dai soci del Fondo, è responsabile per le azioni del Fondo, emana direttive e compila proposte da presentare all’Assemblea, fissa condizioni e criteri per l’operatività; L’amministratore unico dirige il Fondo in piena autonomia e risponde del proprio operato al Consiglio di amministrazione. L’amministratore unico è nominato per un periodo di 5 anni e la sua nomina può essere rinnovata, decide sull’ordinaria amministrazione ed opera secondo le direttive del Consiglio di Amministrazione, redige il bilancio annuale, la carica dal 16 marzo 2014 è coperta da Pier Luigi Gilibert. Esiste poi anche un collegio sindacale composto di tre sindaci nominati dall’Assemblea generale che ne verifica la contabilità.
La sua mission è perseguire gli obiettivi dell’UE (crescita, impiego e innovazione), conducendo l’attività secondo corretti principi bancari e secondo gli altri principi e pratiche commerciali applicabili. I compiti assegnati vengono essenzialmente portati a termine con la prestazione di garanzie o intervenendo direttamente nel capitale delle imprese. Per fare ciò, il FEI può contare su una dotazione finanziaria di una di ventina miliardi di euro, provenienti sia da risorse proprie sia da risorse conferite dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI) e dall’Unione europea principalmente, ma anche dagli Stati membri o da terze parti.
Principalmente opera attraverso Strumenti azionari, con investimenti in venture capital, fondi e trasferimenti di tecnologia. Con la concessione di garanzie e contro-garanzie per portafogli di micro-credito, prestiti e leasing alle PMI nei confronti di banche , compagnie di leasing e altre istituzioni finanziarie, allo scopo di migliorare la loro capacità di credito e la disponibilità e le condizioni dei prestiti alle Piccole e medie imprese. Il FEI può operare negli Stati membri dell’Unione europea, così come nei Paesi candidati e nei Paesi dell’EFTA (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera).
Inizialmente il FEI doveva investire nelle infrastrutture delle reti transeuropee dei trasporti, nelle telecomunicazioni e settori dell’energia (RTE), nelle medie e piccole imprese (PMI). In seguito alle decisioni del Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000, il FEI promuove dal 2007 l’iniziativa JEREMIE (Joint European Resources for Micro-to-Medium Enterprises) varata dalla Commissione Europea e dalla Banca Europea per gli Investimenti BEI. Tale progetto ha lo scopo di potenziare la disponibilità a livello regionale di finanziamenti sostenibili a favore delle micro-imprese e delle PMI consentendo agli Stati membri di utilizzare le risorse dei Fondi strutturali in prodotti finanziari. Ovviamente questo ha permesso di ampliare in misura notevole i campi di intervento del FEI.