Laura Antonelli, da Malizia a Divina creatura
Siamo stati tutti innamorati di lei negli anni Settanta-Ottanta. Ha inventato un genere e un personaggio: la cameriera maliziosa che fa intravedere le sue grazie per far innamorare ragazzini e uomini maturi. Non è stato solo merito di Samperi. Senza di lei non sarebbe accaduto niente. Io e Laura Antonelli abbiamo in comune la data di nascita: 28 novembre, segno zodiacale irrequieto del sagittario, lei 1941, io 1960. Diciannove anni di differenza che mi hanno permesso di eleggerla simbolo di un’adolescenza irrequieta. Adesso che non c’è più penso che ho perduto una parte della mia giovinezza, sottratta da un destino ineluttabile, come un sogno perduto.
Laura Antonelli, istriana di Pola, diplomata al liceo di Napoli, laureata all’ISEF insegnante di educazione fisica. Nel 1966 debutto televisivo (Carosello) e cinematografico con il Franco & Ciccio movie Le spie vengono dal semifreddo di Mario Bava, Le sedicenni di Luigi Petrini e Scusi, lei è favorevole o contrario? di e con Alberto Sordi. Nel 1969 è la volta de La rivoluzione sessuale di Riccardo Ghione, Un detective di Romolo Guerrieri, L’arcangelo di Giorgio Capitani e il tv movie Gradiva di Giorgio Albertazzi. Parte da sexy protagonista in Venere in pelliccia di Massimo Dallamano, citata anche come Le malizie di Venere o Venere nuda. Ottima l’interpretazione di Laura Antronelli che in questo film dimostra tutte le sue attitudini di nascente diva sexy. Nel 1970 si passa da un anonimo Sledge di Giorgio Gentili e John Sturges (1970) a Incontro d’amore a Bali di Ugo Liberatore e Paolo Heusch (1970), citato da Nanni Moretti in Io sono un autarchico (1976), quando il regista si dichiara innamorato di Laura Antonelli. Il merlo maschio di Pasquale Festa Campanile (1970) è il film che lancia Laura Antonelli come simbolo sexy in un Buzzanca movie, tratto dal racconto Il complesso di Loth di Luciano Bianciardi. Due film francesi: Gli sposi dell’anno secondo di Jean Paul Rappeneau (1971) e Trappola per un lupo (1972) di Claude Chabrol, con protagonista Jean Paul Belmondo le fanno conoscere l’attore e comincia così una lunga relazione. Laura Antonelli torna accanto a Buzzanca nel film All’onorevole piacciono le donne di Lucio Fulci (1972), una satira graffiante e riuscita dell’Italia democristiana.
L’anno fondamentale della carriera è il 1973 con l’exploit di Malizia per la regia di Salvatore Samperi. Il film è il capostipite di tutte le malizie all’italiana che verranno ed è il primo di una lunga serie di sexy commedie a base di docce nude, reggicalze ammiccanti e voyeurismo spicciolo. Il grande successo fa notare la Antonelli da Dino Risi che la dirige magistralmente in Sessomatto (1973), nove episodi da protagonista insieme a Giancarlo Giannini. Samperi la vuole ancora con sé per ricostruire l’accoppiata vincente di Malizia con Alessandro Momo. Il film è Peccato veniale (1974), altro successo senza precedenti, pure se più debole di Malizia. Simona di Patrick Longchamps (1974) è un altro film erotico che la vede recitare molto disinibita accanto a Raf Vallone. Tra il 1974 e il 1976 Laura Antonelli viene diretta da tre grandi registi con interpretazioni che la decretano attrice di grande livello. I contesti sono dannunziani e decadenti: Mio Dio come sono caduta in basso di Luigi Comencini (1974), Divina creatura di Giuseppe Patroni Griffi (1975) e L’innocente di Luchino Visconti (1976). Laura Antonelli torna a interpretare un ruolo erotico con Mogliamante di Marco Vicario (1977). Gran bollito di Mauro Bolognini (1977) è una favola nera ispirata alla vicenda reale della saponificatrice di Correggio. Letti selvaggi di Luigi Zampa (1979) è la classica commedia a episodi che vede Laura Antonelli impegnata per Un pomeriggio noiosetto con lei che spara a un presunto corteggiatore ma prima si fa vedere nuda e per La donna d’affari che la presenta invaghita di un direttore d’orchestra. Il malato immaginario (1979) di Tonino Cervi la vede accanto al grande Alberto Sordi per una rivisitazione in chiave erotico-romanesca della commedia di Moliere. Mi faccio la barca di Sergio Corbucci (1980) presenta la Antonelli a fianco di Johnny Dorelli. Un puro film erotico – malizioso lo dirige ancora Samperi: Casta e pura (1981), che cerca di ricreare le atmosfere erotiche di Malizia in un contesto diverso. Viuuulentemente… mia di Carlo Vanzina (1982) va riscoperto perché è uno dei migliori film del periodo terrunciello di Diego Abatantuono. Porca vacca (1982) di Pasquale Festa Campanile è ambientato nella Prima Guerra Mondiale, con la Antonelli nei panni di una contadina. Sesso e volentieri di Dino Risi (1982) è un modesto film a episodi caratterizzato da tematiche sexy. La gabbia (1985) di Giuseppe Patroni Griffi è un insolito thriller erotico, un buon soft d’autore. Grandi magazzini di Castellano e Pipolo (1986) fa parte di una tipologia di film che vogliono far sorridere senza dar fastidio a nessuno. Laura Antonelli fa una breve apparizione senza veli, ma niente di eccezionale. Rimini Rimini (1986) di Sergio Corbucci è più divertente, anche se certe commedie sono alla frutta e la televisione è alle porte. La Venexiana (1986) di Mauro Bolognini (1986) è una commedia ambientata nella Venezia del Settecento che mostra con generosità la Antonelli senza veli. Roba da ricchi di Sergio Corbucci (1987) presenta un cast con Serena Grandi, Renato Pozzetto, Paolo Villaggio, Lino Banfi Claudia Gerini e Laura Antonelli. L’avaro (1990) di Tonino Cervi è un altro adattamento erotico di Molière con Alberto Sordi nei panni di un Arpagone romanesco tenutario di un bordello che presta i soldi al Papa.
Laura Antonelli purtroppo gira l’inutile Malizia 2000 (1991) di Salvatore Samperi, che non solo non ripete il successo del film simbolo ma soprattutto ne segna l’amara e definitiva uscita di scena, causata dalle conseguenze di inadatte cure cosmetiche. Alcune iniezioni di siero antirughe le deturpano il volto, la faccia gonfia mostruosamente, le foto del disastro fisico fanno il giro del mondo e contribuiscono al flop della pellicola. Laura Antonelli chiede tre miliardi di danni alla produzione che non si prende nessuna responsabilità. Laura Antonelli si abbandona a crisi mistiche ed è coinvolta in tristi vicende giudiziarie. Il 27 aprile 1991 viene arrestata nella sua casa, a Cerveteri. La polizia trova 36 grammi di cocaina. Comincia il calvario, isolata dal mondo dello spettacolo e abbandonata dai falsi amici, vive sola, distrutta nel fisico e nell’anima. Il 17 marzo 2000, dopo nove anni, la Corte di Appello di Roma assolve Laura Antonelli perché il fatto non costituisce reato. La giustizia italiana pone rimedio al misfatto e le riconosce un danno d’immagine causato dal processo. Un modesto risarcimento di diecimila euro che non restituisce la serenità perduta a una donna segnata nel fisico e nel morale. Sandro Bondi mette in moto la procedura per riconoscere gli effetti della Legge Bacchelli a favore dell’attrice caduta in disgrazia. Lino Banfi e altri colleghi si mobilitano per risolvere una precaria situazione economica, ma lei afferma che vuole essere dimenticata e che non è più interessata alla vita terrena.
Laura Antonelli resterà per sempre la cameriera di Malizia che sale con sensualità i pioli di una scala galeotta. Noi siamo in basso e attendiamo di vedere le calze nere e la giarrettiera provocante. Non può morire un mito.
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FILMOGRAFIA DI LAURA ANTONELLI: Le spie vengono dal semifreddo di Mario Bava (1966), Le sedicenni di Luigi Petrini (1966), Scusi, lei è favorevole o contrario? di Alberto Sordi (1966), La rivoluzione sessuale di Riccardo Ghione (1969), Un detective di Romolo Guerrieri (1969), L’arcangelo di Giorgio Capitani (1969), Gradiva di Gioirgi Albertazzi (Film tv) (1969), Venere in pelliccia o Venere nuda di Massimo Dallamano (1969) (mai uscito in Italia), Sledge di Giorgio Gentili e John Sturges (1970), Incontro d’amore a Bali di Ugo Liberatore e Paolo Heusch (1970), Il merlo maschio di Pasquale Festa Campanile (1970), Gli sposi dell’anno secondo di Jean Paul Rappeneau (1971), Trappola per un lupo (1972) di Claude Chabrol, All’onorevole piacciono le donne di Lucio Fulci (1972), Malizia per la regia di Salvatore Samperi (1973), Sessomatto di Dino Risi (1973), Peccato veniale di Salvatore Samperi (1974), Le malizie di Venere di Massimo Dallamano (1974) (rielaborazione tagliata di Venere nuda), Simona di Patrick Longchamps (1974), Mio Dio come sono caduta in basso di Luigi Comencini (1974), Divina creatura di Giuseppe Patroni Griffi (1975), L’innocente di Luchino Visconti (1976), Mogliamante di Marco Vicario (1977), Gran bollito di Mauro Bolognini (1977), Letti selvaggi di Luigi Zampa (1979), Il malato immaginario di Tonino Cervi (1979), Mi faccio la barca di Sergio Corbucci (1980), Casta e pura di Salvatore Samperi (1981), Viuuulentemente… mia di Carlo Vanzina (1982), Porca vacca di Pasquale Festa Campanile (1982), Sesso e volentieri di Dino Risi (1982), La gabbia di Giuseppe Patroni Griffi (1985), Grandi magazzini di Castellano e Pipolo (1986), Rimini Rimini di Sergio Corbucci (1986), La Venexiana di Mauro Bolognini (1986), Roba da ricchi di Sergio Corbucci (1987), L’avaro di Tonino Cervi (1990), Malizia 2000 di Salvatore Samperi (1991)
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]