Londra, NY, Mosca: nuovi direttori agli Istituti Italiani di Cultura
Manca sempre meno all’insediamento dei nuovi direttori degli Istituti Italiani di Cultura di Londra, New York e Mosca, rispettivamente Marco Delogu, Giorgio van Straten e Olga Strada. La nomina risale a fine marzo e il cambio della guardia avverrà non prima di metà luglio. Nuove prospettive per la cultura italiana in terra estera, a seconda delle esperienze settoriali dei candidati, sono in cantiere.
Paolo Gentiloni, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha proceduto lì dove i mandati in scadenza richiedevano l’elezione di sostituti. La commissione, formata, tra gli altri, da una rappresentanza del MiBACT e del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, ha selezionato personaggi “di chiara fama”; questo è stato il criterio primario, sicuramente di validità limitata, sempre che sia un “criterio”.
Dopo due anni di operazione, all’uscente Natalia Quintavalle, si avvicenderà Delogu (Roma, 1960) al civico 39 di Belgrave Square, nel cuore georgiano di Londra. Delogu, editore, curatore e fotografo, anticipa: “Grandissima attenzione al contemporaneo, che per me significa arte, letteratura, musica, cinema, street art e molto altro.”; e ancora: “Ho tantissima voglia di coinvolgere scrittori, fotografi, musicisti, studiosi, cineasti, filosofi, poeti e tanti compagni di strada. E di creare grande sinergia con Olga Strada e Giorgio van Straten, appena nominati a Mosca e New York.”
Per quanto vaghe, le sue dichiarazioni suonano decisamente positive, in particolare se consideriamo la mancanza di un calendario espositivo ad abitare un ambiente simile. E se non si tratterà di arti visive, quali pittura, scultura, installazione, si spera quantomeno nella fotografia. Delogu è, difatti, l’ideatore e il direttore artistico di FotoGrafia: Festival Internazionale di Roma, e di Phc Capalbio Fotografia.
Viene da chiedersi: un istituto di cultura serve la funzione di ambasceria, ma – com’è bene e giusto che sia – si presenta con un’offerta. È quest’offerta calibrata in relazione, e destinata, alla comunità italiana e pure a chiunque altro italiano non sia? Delogu potrebbe aver accennato una risposta nell’affermare: “Londra è la città dove molti giovani italiani vanno a studiare e a lavorare, e a tutti loro si rivolgerà l’attività dell’istituto.” Si parla di Italiani e di giovani. Finalmente quell’anziana signora dell’Istituto Italiano di Cultura di Londra verrà liberata dalla polvere. Riuscirà Delogu nell’ardua impresa che si propone?
Ciò che è chiaro è che gli odierni habitué sono italiani e per niente dei virgulti. Le conferenze, prevalentemente tenute da professoroni che hanno tanto a cuore il gusto per una barbosità tutta all’italiana, difficilmente si presentano appetibili a un palato inglese. Non sarebbe un male quest’istituzione si acclimatasse, per guadagnarne in dinamicità. A parole, Delogu sembra cosciente, ma quanto? Afferma: “Londra è la mia seconda città, dal 1978 e poi per tutti gli anni novanta, sino a oggi, è stata un grandissimo punto di riferimento.”
Giorgio van Straten (Firenze, 1955), scrittore vincitore nel 2000 con Il Mio Nome a Memoria sia del premio Viareggio che a New York del Zerilli-Marimò, in passato direttore del Maggio Musicale Fiorentino, presidente dell’Azienda Speciale Palaexpo di Roma, ha fatto parte del Consiglio di Amministrazione della RAI ed è stato consigliere di amministrazione della Biennale di Venezia. È, inoltre, autore di testi per musica e teatro musicale, e ha curato pubblicazioni letterarie e lavorato come traduttore dall’Inglese. Non ha rilasciato interviste in merito al progetto culturale che serba per la cultura italiana nella Grande Mela, ma da lui è lecito aspettarsi grandi capacità manageriali e particolare attenzione ai campi della musica e della letteratura.
Non da ultima, la veneziana Olga Strada, classe 1960, segue le orme del padre Vittorio slavista e prima di lei alle redini della direzione dell’Istituto Italiano di Cultura a Mosca. Già organizzatrice culturale, dall’arte moderna e contemporanea, al cinema, alla letteratura, alla moda, alla promozione di istituzioni e di aziende italiane, dal 2003, per conto della casa editrice romana Il Cigno GG, organizza mostre di arte italiana presso il Museo di Mosca e il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo. Parallelamente svolge in Italia un’attività analoga di mediatrice culturale tesa a promuovere la cultura russa. Nella posizione di spicco che la vedrà in testa, avrà sicuramente modo di continuare egregiamente il suo operato, mossa dal desiderio di estendere la conoscenza della nostra cultura anche al di là di Mosca e San Pietroburgo, come ai centri di Irkutsk, Novosibirsk, Vladivostok, e Kazàn.