Discariche, monito di Bruxelles all’Italia
L’Unione europea torna ad avvertire l’Italia sulla questione delle discariche. È di questi giorni la notizia dell’invio, da parte della Commissione UE, di un nuovo parere motivato al nostro paese riguardo a tutte quelle vecchie discariche non ancora a norma. Secondo le normative comunitarie, i siti di smaltimento rifiuti già attivi dal 2001 avrebbero dovuto essere dismessi o adeguati agli standard entro il 16 luglio 2009.
Si tratta in particolare di cinquanta discariche, di cui nello specifico una conterrebbe sostanze altamente dannose per la salute umana, le falde acquifere, i terreni e l’atmosfera. Attualmente sembra che, a sei anni dal termine ultimo, l’Italia non sia ancora corsa ai ripari per l’adeguamento o la chiusura di tali siti. In base a dati ufficiali UE, nel 2009 altre 187 discariche erano attive in maniera del tutto abusiva, di cui tre estremamente nocive, riducendosi a 102 nel giro di due anni. Per tale motivo, nel 2012 la Commissione ha avviato una procedura di infrazione per la messa in mora, cui ha fatto seguito, a dicembre del 2014, una multa pari a quaranta milioni di euro, più una penalità per ogni semestre di ritardo. Secondo la Corte UE, «l’Italia non ha adottato tutte le misure necessarie a dare esecuzione alla sentenza del 2007» ed è quindi «venuta meno agli obblighi».
Il tema dello smaltimento dei rifiuti in Italia è particolarmente controverso, soprattutto a causa delle implicazioni della criminalità organizzata e il potere delle ecomafie. Inoltre, secondo le leggi europee, un paese membro non può subire due volte una condanna per lo stessa violazione nella trasposizione dei regolamenti. Per tale motivo, in questo secondo caso di infrazione, la Commissione UE ha scelto di non inviare subito il caso presso la Corte di Giustizia europea, ma di indirizzare un nuovo parere motivato con l’aggiornamento della situazione italiana.
Da questo momento, l’Italia avrà due mesi di tempo per riferire alla Commissione le procedure che verranno adottate per far fronte a tali irregolarità; nel caso in cui entro tale data non avrà avviato un piano di riqualificazione delle aree di smaltimento rifiuti, il caso potrà nuovamente essere inviato alla Corte di Lussemburgo, col rischio di una nuova multa.
Con la direttiva 1993/31/CE, l’Unione europea ha consolidato un programma unitario di gestione del problema dei rifiuti solidi urbani: le discariche in Europa devono soddisfare determinate condizioni per essere operative. La normativa mira a proteggere la salute umana e l’ambiente contro gli effetti negativi della raccolta, del trasporto, dello stoccaggio, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti. La legge quadro del 2008, stabilisce inoltre che i rifiuti debbano essere trattati prima di essere interrati, cioè subire processi fisici, termici, chimici, o biologici, allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero.
Il regolamento europeo sui rifiuti ha introdotto un processo gerarchico a cinque livelli, in cui la prevenzione dell’inquinamento è la soluzione più perseguita, seguito dal riutilizzo, il riciclaggio e altre forme di recupero, con le discariche come ultimo rimedio.