Governo Letta, per la politica o per il Paese
In attesa di capire quali saranno le sorti del Governo Letta, anche nel caso di elezioni anticipate, ci si pone l’interrogativo se i provvedimenti finora adottati dal Governo, siano stati veramente utili al Paese o soltanto atti di rilevanza politica.
Il PDL, che ha condotto la sua campagna elettorale sull’abolizione dell’IMU e sulla promessa di non votare nuove tasse, ha nel breve periodo ottenuto forse più di quanto promesso dal primo partito di maggioranza, ossia il PD.
Il potere coercitivo esercitato da Berlusconi sul governo è andato ben oltre le aspettative dei Democratici, i quali si sono visti imporre un’agenda non del tutto allineata alla propria. Dal braccio di ferro su IVA ed IMU il PD ne è uscito sconfitto su tutta la linea, non essendo riuscito a far passare la proposta di rimodulazione. Il provvedimento ha creato non poco scompiglio all’interno degli uffici della Ragioneria di Stato. Le difficoltà per le coperture finanziarie hanno prodotto una forte insofferenza anche tra i molti sindaci alle prese con un già difficile bilancio, reso ancora più problematico da questa riduzione di risorse.
Dall’altro lato il PD dopo aver perso la battaglia su tematiche economiche, ha cercato di imporsi in temi sociali al fine di riallacciare quello strappo con il proprio elettorato prodotto dalla sudditanza nei confronti del centrodestra.
Di fatto i risultati ottenuti dal Governo in questi pochi mesi pendono decisamente a favore del Centrodestra. Anche lo stesso pagamento dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni, benché condiviso, ha ottenuto maggior risalto tra gli elettori d’area.
Senza scendere particolarmente nel dettaglio dei provvedimenti, la situazione attuale che sembra inesorabilmente trascinare il paese verso nuove elezioni, sembra volgere a favore di un centrodestra che, nonostante le forti tensioni legate al futuro politico di Berlusconi, sembra aver maggiormente inciso nell’azione di governo.
Il PD dal canto suo sembra non essere mai sceso in partita. Dopo il colpo elettorale e l’amaro boccone da digerire di un governo con il Cavaliere, si è impietosamente arenato nella lotta intestina sulle regole e le date del congresso per l’elezione del nuovo segretario.
Però, il vantaggio prodotto dai provvedimenti di Palazzo Chigi per il PDL non si ritrova nell’economia reale del Paese. Anche se i pagamenti hanno dato lieve respiro alle aziende italiane, l’abolizione dell’IMU e la crisi di governo hanno prodotto l’inesorabile aumento dell’IVA e lo sforamento dello 0,1% sul rapporto deficit/pil.
L’Europa – che già guardava preoccupata all’Italia – ha fatto notare che siamo sui binari sbagliati e l’apertura dei listini a Piazza Affari non ha fatto altro che confermale la tensione politica ed economica che serpeggia nel Continente. L’Italia rimane sotto la lente d’ingrandimento.
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