Chi è Alessandro Di Battista

In questi giorni si sente spesso fare i nomi di possibili candidati a Sindaco di Roma, pronti a prendere il posto del traballante Ignazio Marino. In materia, sono stati fatti numerosi sondaggi e tutti concordano su un dato: Alessandro Di Battista, l’unico che in teoria – secondo le regole interne del Movimento 5 Stelle – non potrebbe candidarsi, è quello con le maggiori chance di vittoria. Tutti ormai conoscono la sua verve polemica, venata di atteggiamenti un po’ teatrali. Il suo aspetto, nel bene o nel male, comunque buca lo schermo.

Eppure, Di Battista è un personaggio pieno di contraddizioni. Forse per questo è un leader appetibile per molti nostri connazionali: padre di destra, che lui politicamente disconosce, atteggiamento da giacobino (celebre un battibecco con il piddino Roberto Speranza al grido di “State violando la Costituzione!”), ma partita di calcio in streaming sul pc durante una noiosa seduta in Parlamento.

Per tornare a Roma, Di Battista giura di non avere alcuna intenzione di fare il salto della poltrona per candidarsi al Campidoglio, ma sostenere, come ha fatto Di Maio, che “ci saranno altri Alessandro Di Battista” con le sue stesse possibilità di vittoria fa abbastanza ridere. La base grillina non ci crede e, tutto sommato, avrebbe anche il diritto di poter dire la sua. Grillo dovrebbe infatti chiedere ai suoi iscritti se la regola che impedisce a Dibba di candidarsi vada mantenuta o meno. Secondo le regole dello Statuto, il candidato dovrebbe essere il consigliere comunale e ricercatore Istat Daniele Frongia.

Governare Roma è senza dubbio molto più complicato che opporsi a chi lo fa. Una responsabilità che, già nel 2013, i grillini non hanno voluto o non hanno potuto assumersi. E’ accaduto quando il neo primo cittadino ha offerto loro un assessorato e, nonostante l’esito positivo di un referendum in rete, Grillo ha obbligato il capogruppo De Vito (già candidato sindaco allora e, in teoria, anche futuro) a rinunciare. In caso Marino dovesse rimettere il suo mandato a sindaco di Roma, il Movimento 5 Stelle si troverebbe in pole position per la carica.

Negli ultimi giorni la casella mail di Casaleggio è stata inondata di richieste da tutta Italia per la candidatura di Alessandro Di Battista. Ma il deputato romano, che pure ha notevoli doti comunicative, avrebbe il necessario spessore per amministrare la Capitale d’Italia? Fra le sue esperienze di lavoro precedenti alla carriera politica, Di Battista tiene a sottolineare l’impegno per i diritti umani e gli anni in cui si è dedicato a girovagare nel Terzo Mondo come volontario della Caritas (ma senza mai abbondonare l’ambizione di fare carriera nel mondo dello spettacolo). Un po’ per scherzo, un po’ sul serio, si era infatti presentato nella sezione “attori” di Amici, il talent condotto sulle reti televisive di Berlusconi da Maria De Filippi. Aveva fatto una buona impressione, ricordano bene i selezionatori, riuscendo a passare le prime prove. Poi, a pochi passi dal traguardo, andò male. E forse è stata la fortuna di Di Battista, perché la mancata carriera da attore gliene ha spalancata una più politica. Tornato in Università si è guadagnato, nel 2008, un master alla Sapienza in Tutela internazionale dei diritti umani.

Durante i suoi numerosi viaggi nel terzo mondo, non ha però dimenticato l’antica passione per le “arti espressive” e per il giornalismo. Ne resta traccia in molti suoi video postati su Youtube per gli amici italiani dove, con esito dubbio, si cimenta anche nell’arte canora.

Che Casaleggio, ormai consapevole dell’importanza del mezzo televisivo, avesse individuato in lui un talento grezzo da raffinare, è risultato chiaro dopo la decisione di includere Di Battista tra i partecipanti ai corsi di comunicazione per i pochi portavoce del Movimento. È stata dunque la formazione sulle tecniche di comunicazione a rendere Dibba tanto consensuale? Forse in parte. I corsi li hanno fatti anche altri e gli attacchi frontali agli avversari, come  le mozioni di sfiducia senza mezzi termini, sono caratteristica di tutti gli esponenti del M5S. Di Battista, tuttavia, per quanto riguarda la capacità di intercettare il malcontento dei cittadini e gli umori dell’elettorato, sembra avere una marcia in più rispetto ai suoi colleghi a 5 Stelle. E’ sulla sostanza del personaggio che sembra lecito nutrire dei dubbi.

©Futuro Europa®

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