Sollima, il western rivoluzionario e Sandokan
Il cinema italiano perde un altro simbolo di una stagione irripetibile. Sergio Sollima (Roma, 1921-2015), 94 anni, inventore del western politico e terzomondista, impersonato da Tomas Milian, ma anche del Sandokan televisivo che aveva le sembianze di Kabir Bedi. L’attore ha scritto su twitter di essere profondamente addolorato per la morte del regista che gli ha dato fama internazionale ed è partito per Roma dove parteciperà al rito funebre. La camera ardente si terrà venerdì 3 luglio dalle 10 in poi, presso la Casa del cinema. Resta il figlio Stefano a portare avanti una tradizione legata al cinema di genere, ormai passato sul piccolo schermo, con le serie ACAB, Gomorra e Romanzo criminale.
Sergio Sollima era un regista colto, diplomato al Centro sperimentale, ex critico cinematografico, autore teatrale, sceneggiatore, assistente di Domenico Paolella, come autore votato al genere, dal musicarello alla spy story, passando per mitologico e avventuroso. Debutta con L’amore difficile (1962) , firmando un episodio, prosegue con tre film a imitazione di 007 firmati con lo pseudonimo di Simon Sterling. Noi ex ragazzi degli anni Sessanta ce lo ricordiamo autore di tortilla western – ambientati in Mesico – dal sapore rivoluzionario. Va citata una trilogia imprescindibile: La resa dei conti (1967), Faccia a faccia (1967) e Corri uomo corri (1968), interpretata dal grande Tomas Milian nei panni del bandito Cuchillo. Sollima lancia Milian come volto del western terzomondista, lo fa parlare con il suo accento sudamericano, senza doppiarlo e gioca sulla somiglianza con Che Guevara.
Il grande pubblico conosce Sollima per Sandokan (1976), sceneggiato televisivo così popolare da ispirare la parodia grottesca Sandogat, realizzata da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Kabir Bedi e Philippe Leroy sono stati per molte settimane Sandokan e Yanez, protagonisti di avventure rocambolesche contro il perfido colonnello Brooks (Adolfo Celi) per gli occhi azzurri della bellissima Marianna (Carole André). Sollima porterà Sandokan al cinema (La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa!, 1977), dopo aver girato Il Corsaro Nero (1976), quindi ancora Salgari in TV, per concludere la sua carriera nel 1988 con Il figlio di Sandokan. Le sue opere migliori sono ancora attuali e di grande interesse per un pubblico amante del cinema avventuroso. Un autore d’altri tempi, quando il cinema italiano insegnava ai maestri e sapeva girare western meglio di chi aveva inventato il genere. È morto Solima, non il suo cinema.
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]