Italia delle Regioni

Dopo le elezioni regionali, come annunciato, sono state rassegnate le dimissioni da parte del presidente della Conferenza delle Regioni italiane, Sergio Chiamparino,  disponibile a ricandidarsi: “Ho formalizzato le mie dimissioni. In parte era un atto dovuto in quanto non è stato rieletto il vicepresidente, mentre presidente e vicepresidente devono essere eletti insieme. In parte era giusto un processo di rivisitazione visti i cambiamenti di peso territoriale dentro i partiti e occorre una verifica da parte delle forze politiche. Voglio chiarezza di interlocuzione politica”.  Così il presidente dimissionario della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, al termine della riunione del 2 luglio scorso.

Per le nuove nomine bisognerà aspettare il prossimo 30 luglio. E sulla disponibilità a ricoprire nuovamente il mandato, Chiamparino ha risposto: “Al netto delle vicende del Piemonte io sono disponibile sennò non sarei qui”.   “Il 30 luglio mi auguro si possa arrivare a una proposta di presidente, vicepresidente, ufficio di presidenza e assetto delle commissioni – ha aggiunto – ferme a quando la geografia politica delle Regioni molto diversa da quella attuale”.

Subito dopo la Conferenza delle Regioni, si è tenuta presso la sede del Partito Democratico una riunione con tutti i Presidenti delle regioni del Pd. Nel corso dell’incontro diverse le attestazioni di stima e gli auspici per una ricandidatura del presidente del Piemonte, confermati, al termine del vertice, dal vicesegretario del Pd e presidente del Friuli Venzia Giulia, Debora Serracchiani. “Mi fa piacere – ha detto il presidente Chiamparino – che ci sia una conferma di fiducia da parte della presidente Serracchiani ma resta da definire il quadro degli assetti della Conferenza di cui la presidenza fa parte. Non la considero una nomina già definita”.

Sul fronte Sanità il 2 luglio  è stata siglata l’intesa tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano,  concernente l’individuazione di misure di razionalizzazione e di efficientamento della spesa del Servizio Sanitario Nazionale (di cui alla lettera E dell’intesa n. 37/CSR sancita dalla Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 26 febbraio 2015).

L’accordo è stato raggiunto durante la Conferenza Stato-Regioni del 2 luglio.  Uno dei cardini dell’intesa è l’istituzione di un tavolo in cui, entro il 30 settembre, ci si impegna a ridiscutere i meccanismi di governo della spesa farmaceutica “con l’obiettivo di portare un accordo sulla materia entro il 15 ottobre in Stato-Regioni”, ha spiegato il presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino. “Abbiamo accettato il sacrificio sulla sanità ponendo come condizione che nel 2016 va mantenuto l’impegno di portare il Fondo dagli attuali 109,9 mld ai 113 mld come previsto nel piano pluriennale – ha continuato – Su questo siamo intransigenti se no è impossibile dare risposte ai cittadini, a cominciare dal tema sensibile dei farmaci innovativi”.  “E’ soddisfacente il metodo, si è preservato un ruolo equilibrato tra governo e regioni”, ha aggiunto Chiamparino al termine della Stato-Regioni che ha dato l’intesa sui tagli alla sanità evitando che fosse il governo a decidere unilateralmente. “I tagli ci sono per il 2015 – ha concluso – per il 2016 sono quelli previsti dal piano pluriennale. Abbiamo messo nero su bianco che il fondo nel 2016 sarà di 113 mld”.

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